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Alleluia della forza cover Chieffo
28 Dicembre 2019![Libri-di-testo Libri-di-testo](https://www.atuttascuola.it/wp-content/uploads/2019/05/Libri-di-testo.jpg)
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La commedia delle origini
28 Dicembre 2019L’introduzione dei “Dolori del giovane Werther” ci presenta il narratore, che è l’editore delle sue opere, come un custode delle memorie di Werther, e invita il lettore a essere grato per l’opportunità di conoscere la storia di questo personaggio.
Si rivolge anche a coloro che, come Werther, possono identificarsi con il tormento interiore, offrendo il libro come una fonte di conforto. Questo brano introduttivo crea un’atmosfera di empatia e connessione emotiva con il protagonista.
Il brano iniziale del Libro Primo, datato 4 maggio 1771, mostra Werther in un momento di transizione, felice per essere partito da un ambiente che gli causava angoscia. Esprime il desiderio di emendarsi e di vivere nel presente anziché rimuginare sul passato. Si riflette sulla natura umana di alimentare i dolori passati attraverso l’immaginazione anziché godere del presente senza preoccupazioni. Questo passaggio evidenzia la lotta interna di Werther tra la volontà di cambiare e la tentazione di ricadere nei vecchi schemi.
Il brano successivo, datato 10 maggio, dipinge un quadro di serenità e gioia nella natura circostante. Werther si sente pienamente immerso nel suo ambiente, ma nota anche una sorta di blocco nella sua creatività artistica a causa dell’intensità delle sue emozioni. C’è una profonda contemplazione della bellezza della natura e una sensazione di unità con essa, che si riflette nella sua arte e nella sua percezione del divino.
Infine, il brano del 12 maggio descrive la fonte come un luogo di particolare significato per Werther, che vi si rifugia spesso per trovare pace e ispirazione. La sua descrizione della fonte e dell’ambiente circostante rivela un profondo legame con la natura e un’apprezzamento per la semplicità e la bellezza della vita quotidiana. Werther sembra trovare conforto e riflessione in questa fonte, che rappresenta anche un ritorno alla tradizione e alla semplicità dei tempi passati.
INTRODUZIONE
Ho raccolto con cura e qui espongo quanto ho potuto trovare intorno alla storia del povero Werther, e so che me ne sarete riconoscenti. Voi non potrete negare la vostra ammirazione e il vostro amore al suo spirito e al suo cuore, le vostre lacrime al suo destino.
E tu, anima buona, che come lui senti l’interno tormento, attingi conforto dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi.
LIBRO PRIMO
4 maggio 1771
Come sono lieto di esser partito! Amico carissimo, che è mai il cuore dell’uomo! Ho lasciato te che amo tanto, dal quale ero inseparabile, e sono lieto! Pure so che tu mi perdonerai. Tutte le altre persone che conoscevamo non sembravano forse scelte apposta dal destino per angosciare un cuore come il mio?
Povera Eleonora! Eppure io ero innocente. Che potevo fare se mentre le grazie capricciose di sua sorella mi procuravano un piacevole passatempo, in quel povero cuore nasceva una passione? Ma… sono proprio del tutto innocente? Non ho forse alimentato i suoi sentimenti? Non mi sono dilettato delle sue sincere, ingenue espressioni che tanto spesso ci facevano ridere, e che erano invece così poco risibili? non ho io… Ah! l’uomo deve sempre piangere su se stesso! Io voglio, caro amico, e te lo prometto, io voglio emendarmi; non voglio più rimuginare quel po’ di male che il destino mi manda, come ho fatto finora; voglio godere il presente e voglio che il passato sia per sempre passato. Senza dubbio tu hai ragione, carissimo, i dolori degli uomini sarebbero minori se essi – Dio sa perché‚ siamo fatti così! – se essi non si affaticassero con tanta forza di immaginazione a risuscitare i ricordi del male passato, piuttosto che sopportare un presente privo di cure.
Sarai così buono di dire a mia madre che sbrigherò nel miglior modo possibile i suoi affari e gliene darò notizie quanto prima. Ho parlato con mia zia e non ho affatto trovato in lei quella donna cattiva che da noi si ritiene lei sia. E’ una donna ardente, passionale e di ottimo cuore. Le ho reso noti i lamenti di mia madre per la parte di eredità che lei ha trattenuta; me ne ha esposto le ragioni e mi ha detto a quali condizioni sarebbe pronta a rendere tutto, e anche più di quanto noi domandiamo. Basta, non voglio scrivere altro su questo; dì a mia madre che tutto andrà bene. Intanto, a proposito di questa piccola questione, ho osservato che l’incomprensione reciproca e l’indolenza fanno forse più male nel mondo della malignità e della cattiveria. Almeno queste due ultime sono certo più rare.
Del resto io qui mi trovo benissimo; la solitudine è un balsamo prezioso per il mio spirito in questo luogo di paradiso, e questa stagione di giovinezza riscalda potentemente il mio cuore che spesso rabbrividisce. Ogni albero, ogni siepe è un mazzo di fiori e io vorrei essere un maggiolino per librarmi in questo mare di profumi e potervi trovare tutto il mio nutrimento.
La città in se stessa non è bella, ma la circonda un indicibile splendore di natura. Questo spinse il defunto Conte M. a piantare un giardino sopra una delle colline che graziosamente si intrecciano e formano leggiadrissime valli. Il giardino è semplice, e si sente fin dall’entrare che ne tracciò il piano non un abile giardiniere, ma un cuore sensibile che qui voleva godere se stesso. Ho già sparso lacrime su colui che non è più, in quel cadente gabinetto che era un giorno il suo posticino favorito e che ora è il mio. Presto sarò padrone del giardino; il giardiniere mi si è già affezionato in questi pochi giorni e non dovrà pentirsene.
10 maggio.
La mia anima è pervasa da una mirabile serenità, simile a queste belle mattinate di maggio che io godo con tutto il cuore. Sono solo e mi rallegro di vivere in questo luogo che sembra esser creato per anime simili alla mia. Sono così felice, mio caro, così immerso nel sentimento della mia tranquilla esistenza che la mia arte ne soffre. Non potrei disegnare nulla ora, neppure un segno potrei tracciare; eppure mai sono stato così gran pittore come in questo momento. Quando l’amata valle intorno a me si avvolge nei suoi vapori, e l’alto sole posa sulla mia foresta impenetrabilmente oscura, e solo alcuni raggi si spingono nell’interno sacrario, io mi stendo nell’erba alta presso il ruscello che scorre, e più vicino alla terra osservo mille multiformi erbette; allora sento più vicino al mio cuore brulicare tra gli steli il piccolo mondo degli innumerevoli, infiniti vermiciattoli e moscerini, e sento la presenza dell’Onnipossente che ci ha creati a sua immagine e ci tiene in una eterna gioia. Amico mio, quando dinanzi ai miei occhi si stende il crepuscolo e posa intorno a me il mondo e il cielo tutto nell’anima mia come la sembianza di donna amata, allora spesso sono preso da un angoscioso desiderio e penso: Ah, potessi tu esprimere tutto questo, trasfonderlo sulla carta così pieno e caldo come vive in te, e fosse questo lo specchio della tua anima, come la tua anima è lo specchio del Dio infinito. Ma mi sprofondo in un abisso e m’inchino alla potenza dello splendore di questa visione.
12 maggio.
Io non so se spiriti ingannevoli si librino su questa contrada o se la calda, celeste fantasia che è nel mio cuore renda tutto così paradisiaco intorno a me. Ecco lì una fonte, una fonte alla quale io sono legato come Melusina alle sue sorelle. Tu scendi per un piccolo poggio e ti trovi dinanzi a un arco, da dove venti scalini ti conducono giù a una limpidissima acqua che sgorga da rocce marmoree. Il piccolo muro che chiude il recinto, gli alti alberi che l’ombreggiano intorno, la freschezza del luogo: tutto questo ha un non so che di piacevole e di attraente. Non passa giorno che io non sieda lì un’ora. Vengono dalla città le fanciulle ad attingere acqua, innocente e necessaria faccenda che una volta compivano le stesse figlie dei re. E quando sono lì, il mondo antico, patriarcale, rivive potentemente in me e ripenso come i nostri padri alla fontana stringevano e rompevano relazioni e come attorno alle fontane e alle sorgenti ondeggiassero spiriti benefici.
Oh colui che non può partecipare a questi sentimenti, non deve mai essersi dissetato a una fresca fontana dopo una faticosa passeggiata, in un giorno d’estate!