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PRESENTAZIONE
27 Gennaio 2019
Accenni d’ autunno
27 Gennaio 2019Recensione del libro La questione della terra in Sudafrica. Ridistribuzione e democratizzazione di Francesco Rossolini
a cura di Damiano Mazzotti
Nel libro La questione della terra in Sudafrica. Ridistribuzione e democratizzazione Rossolini Francesco, 2009, Carocci, si affronta il delicato tema della progettazione della convivenza pacifica e civile in un Paese multietnico (cioè composto da diverse tribù africane) e multirazziale (suddiviso in bianchi e neri).
L’opera sintetica ed essenziale del mio amico e collega Francesco Rossolini può essere molto utile a chi si occupa di studi internazionali, di cooperazione internazionale, oppure di progetti multiculturali. Infatti la Carocci Editore è una casa editrice universitaria molto attiva sui temi internazionali.
E veniamo al nocciolo della questione sudafricana. Purtroppo la cultura afrikaner è l’esempio lampante di come la religione trasmessa di generazione in generazione dagli uomini e dalle donne ai loro figli, può comportare l’uso improprio della religione ai fini della dominazione: i loro diritti di superiorità di razza a discapito della popolazione di colore era un elemento centrale della loro pratica religiosa. Del resto strappare territori ad un’altra popolazione sarebbe un’attività molto ignobile se non venisse rivestita di un particolare significato patriottico o religioso.
Il problema che si è trovato ad affrontare il nascente sistema democratico è di dimensioni enormi e senza eguali: garantire la democrazia, introdurre i principi di uguaglianza e tutelare i diritti delle minoranze, tra cui quella Afrikaner, garantendo allo stesso tempo la crescita economica e l’integrazione dei neri nel libero mercato del lavoro; queste sono state le premesse sotto cui è iniziata l’elaborazione della Costituzione del Sudafrica” (Rossolini, p. 23). L’impresa è quasi disperata se si pensa che quasi tutti i lavoratori neri non sono scolarizzati ed erano una comoda sorgente denergia, impiegabile in grande quantità per espletare tutti quei compiti necessari per la lavorazione del terreno e la raccolta dei prodotti con macchine rudimentali” (pag. 26). Inoltre gli altissimi tassi di criminalità impediscono lo sviluppo del turismo. Da notare che tutte le provincie sono multietniche e composte da molte tribù e queste dispersioni aiutano ad evitare secessioni. E forse questo fatto ha consentito di avviare il miracolo sudafricano”.
Secondo me il Sudafrica è il paradigma del futuro dell’umanità: lo scontro tra la piccola popolazione europea e la grande popolazione africana anticiperà i futuri conflitti” tra le popolazioni in crescita dei paesi africani e tropicali e quelle dell’intera Europa a portata di barca.
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