PLATONE – scritti
31 Dicembre 2012Le Aporie di Socrate riprese da Platone
31 Dicembre 2012I miti nei dialoghi di Platone svolgono un ruolo fondamentale non solo dal punto di vista narrativo, ma anche come strumento epistemologico e pedagogico.
Platone utilizza i miti per rappresentare concetti complessi in modo accessibile, sfruttando la loro capacità di coinvolgere emotivamente l’interlocutore e di stimolare la riflessione su temi astratti.
Significato dei miti per la condivisione del sapere
- Strumento di comunicazione universale
I miti consentono a Platone di trasmettere idee profonde in una forma che può essere compresa sia da un pubblico colto sia da chi non ha familiarità con l’argomentazione filosofica rigorosa. Questo li rende uno strumento ideale per condividere il sapere. - Accesso indiretto alla verità
Per Platone, il sapere non si trasmette semplicemente tramite l’esposizione diretta di nozioni, ma attraverso un processo di scoperta personale. I miti, spesso metaforici e simbolici, invitano l’ascoltatore a interpretare e a indagare, favorendo un apprendimento attivo. - Funzione evocativa
Miti come quello della caverna o dell’auriga nell’Fedro servono a rappresentare idee filosofiche complesse come la condizione dell’anima, la natura della conoscenza e il percorso verso la verità. Il loro valore evocativo stimola un’immersione emotiva e intellettuale, creando un terreno fertile per la condivisione e l’interiorizzazione del sapere. - Integrazione tra logos e mythos
Nei dialoghi platonici, il mito non è in contrapposizione al discorso razionale (logos), ma lo completa. Platone usa il mito come strumento per spiegare ciò che il ragionamento logico non riesce a cogliere interamente, specialmente nei domini metafisici e morali. - Rafforzare il dialogo socratico
I miti arricchiscono il metodo dialettico di Socrate, integrandosi con le domande e le risposte che caratterizzano i dialoghi. Mentre il dialogo porta l’interlocutore a mettere in discussione le proprie certezze, il mito offre una visione più ampia e sintetica del tema discusso.
1. Mito della Caverna (La Repubblica, Libro VII)
Il mito della caverna è uno dei più emblematici della filosofia platonica. Platone descrive un gruppo di prigionieri incatenati fin dalla nascita all’interno di una caverna oscura. Questi prigionieri sono costretti a guardare solo una parete di fronte a loro, sulla quale vengono proiettate ombre di oggetti portati dietro di loro, illuminati da un fuoco. Per i prigionieri, queste ombre rappresentano l’unica realtà possibile, poiché non conoscono nulla al di fuori di ciò che vedono.
Uno di loro riesce a liberarsi dalle catene e, con grande difficoltà, esce dalla caverna. All’inizio, la luce del sole lo acceca, ma gradualmente si abitua e scopre il mondo reale: un universo ricco, complesso e infinitamente più autentico rispetto alle ombre della caverna. Ritornando per condividere la sua scoperta, il prigioniero liberato è deriso dagli altri, che rifiutano di accettare la possibilità di un mondo oltre la caverna.
Questo mito simboleggia il processo della conoscenza: dall’ignoranza alla comprensione delle idee superiori, culminando nella visione del Bene. È anche un’allegoria della condizione umana e del compito del filosofo, che ha il dovere di guidare gli altri verso la verità, nonostante l’opposizione e l’incomprensione.
2. Mito di Er (La Repubblica, Libro X)
Il mito di Er racconta la straordinaria esperienza post-mortem di un soldato chiamato Er, ucciso in battaglia ma poi riportato in vita per narrare ciò che ha visto nell’aldilà. Dopo la morte, le anime vengono giudicate e indirizzate verso una destinazione temporanea: chi ha vissuto virtuosamente sale a luoghi celesti, mentre i malvagi scendono in regioni di sofferenza. Dopo un periodo prestabilito, le anime si riuniscono per scegliere la loro prossima vita sulla Terra, un processo influenzato dalle esperienze passate.
Ogni anima sceglie il proprio destino, ma molte, incapaci di discernere saggiamente, finiscono per scegliere vite piene di sofferenza. Solo le anime che hanno sviluppato la virtù riescono a compiere scelte migliori. Dopo la selezione, le anime attraversano il fiume Lethe, che causa l’oblio, e tornano nel mondo terreno.
Questo mito esplora il tema della reincarnazione e della giustizia cosmica, sottolineando come la virtù sia l’unica via per una vita futura migliore. Platone invita a riflettere sull’importanza delle scelte morali e sulla responsabilità individuale.
3. Mito di Atlantide (Crizia e Timeo)
Atlantide è descritta come un’isola meravigliosa e ricca, abitata da una civiltà potente e avanzata. Inizialmente, gli abitanti vivevano in armonia con le virtù trasmesse dagli dèi, ma gradualmente caddero nella corruzione, nell’arroganza e nella brama di potere. Questo declino morale portò alla loro rovina: Atlantide venne punita dagli dèi e sommersa dalle acque in un solo giorno e notte.
Platone utilizza il mito di Atlantide per simboleggiare il conflitto tra due modelli di civiltà: uno basato sulla giustizia e sull’equilibrio, rappresentato da Atene, e l’altro fondato sull’avidità e sull’hybris. Sebbene sia spesso considerato un racconto storico o leggendario, il mito ha una funzione educativa, ricordando che la decadenza morale è la causa della distruzione delle società.
4. Mito dell’Anima (Fedone)
Nel Fedone, Platone affronta il tema dell’immortalità dell’anima, sostenendo che questa esiste prima della nascita e sopravvive alla morte. Attraverso una serie di miti, egli descrive l’anima come intrappolata nel corpo durante la vita terrena, ma destinata a liberarsi e a tornare nel mondo delle idee.
Un esempio significativo è il mito della migrazione delle anime, che passano attraverso cicli di reincarnazione fino a quando non raggiungono la purificazione finale. Solo le anime che hanno vissuto virtuosamente, dedicandosi alla filosofia e al sapere, riescono a liberarsi del ciclo e a unirsi al divino. Questo mito sottolinea l’importanza della ricerca della conoscenza e della virtù come via per la salvezza dell’anima.
5. Mito di Eros (Simposio)
Secondo il Simposio, Eros è il figlio di Penia (Povertà) e Poros (Abbondanza), nato durante una festa per la nascita di Afrodite. Questa origine duale conferisce a Eros una natura ambivalente: da un lato, rappresenta il desiderio e la mancanza; dall’altro, la ricerca della pienezza e della bellezza.
Eros non è solo l’amore fisico, ma un impulso che spinge l’anima a cercare il Bello e il Bene, elevandosi progressivamente dai piaceri terreni fino alla contemplazione dell’idea di Bellezza assoluta. Questo mito esprime l’idea platonica dell’amore come forza trascendente, capace di trasformare e nobilitare l’essere umano.
6. Mito di Prometeo (Protagora)
Nel Protagora, Platone riprende il mito di Prometeo per illustrare l’origine della cultura e della società umana. Dopo che gli dèi creano gli esseri viventi, Epimeteo distribuisce a ciascuno qualità utili per sopravvivere. Tuttavia, giunto all’uomo, si accorge di aver esaurito le risorse. Prometeo, mosso da compassione, ruba il fuoco e le arti tecniche agli dèi per donarle all’umanità.
Questo mito rappresenta l’inizio della civiltà umana e la condizione dell’uomo come essere fragile, ma capace di sopravvivere grazie alla conoscenza e alla collaborazione sociale. Tuttavia, la tecnica da sola non è sufficiente: secondo Platone, è necessaria la virtù politica per garantire l’armonia tra gli uomini.
7. Mito della Nascita di Afrodite (Fedro)
Nel Fedro, Platone descrive la nascita di Afrodite come frutto dell’unione tra il cielo (Urano) e il mare (Talassa), simbolizzando l’origine duplice dell’amore. Afrodite Urania rappresenta l’amore celeste e spirituale, mentre Afrodite Pandemia incarna l’amore terreno e passionale.
Questo mito sottolinea l’ambivalenza dell’amore, che può essere fonte di elevazione spirituale o di desiderio sensuale. Platone invita a discernere tra queste due forme, privilegiando l’amore che conduce verso il divino.
8. Mito del Carro Alato, detto anche della biga alata o dell’auriga (Fedro)
L’anima è rappresentata come un carro alato guidato da un auriga e trainato da due cavalli: uno bianco, simbolo della virtù e del desiderio razionale, e uno nero, simbolo delle passioni terrene e dell’impulso irrazionale. L’auriga deve mantenere il controllo e guidare il carro verso il mondo delle idee, ma la lotta tra i due cavalli rende il viaggio estremamente difficile.
Questo mito riflette la condizione umana, divisa tra aspirazioni elevate e desideri materiali. La capacità di guidare il carro rappresenta la virtù, il controllo di sé e il percorso verso la saggezza.
9. Schema sintetico di studio
Audio Lezioni, ascolta il podcast di Filosofia del prof. Gaudio
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