Alessandro Bacci
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Recital didattico di Luigi Gaudio
Il pescatore (1970)
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“Il pescatore” cover di Fabrizio De André video su youtube di Luigi Gaudio e Federico Oliveiro
La canzone narra di una complicità tra i due personaggi. Il pescatore non solo offre ospitalità all’assassino, ma rimane indifferente e taciturno di fronte ai gendarmi che lo stanno inseguendo. La legge dice che un reato è da punire, ma chi siamo noi per giudicare? E se l’assassino si fosse sinceramente pentito di quello che ha fatto, come potrebbe far intuire la frase “e la memoria è già dolore, è già il rimpianto”? Il pescatore non se la sente di condannare un altro uomo, intende offrirgli un’altra possibilità.
In questa canzone due sono i protagonisti: un assassino inseguito dalle forze dell’ordine, e un pescatore, cui l’assassino chiede da mangiare e da bere. A lui il pescatore dà da mangiare e da bere, senza chiedere nulla, in modo quasi evangelico. E quando passeranno i gendarmi, il pescatore non indica loro da che parte è andato l’assassino, e ripiomba in un sonno, con il viso appena segnato da un sorriso sornione.
Il pescatore
All’ombra dell’ultimo sole
s’era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un’avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino, spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore d’un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto d’un aprile
giocato all’ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
Ma all’ombra dell’ultimo sole
s’era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
“Il pescatore” di Fabrizio De André – testo e accordi
Do Sol Do All'ombra dell'ultimo sole Fa Do si era assopito un pescatore Fa Sol Lam e aveva un solco lungo il viso Fa Do Sol Do come una specie di sorriso. Fa Do Sol Do Sol Do Venne alla spiaggia un assassino Fa Do due occhi grandi da bambino Fa Sol Lam due occhi enormi di paura Fa Do Sol Do eran gli specchi di un'avventura. Fa Do Sol Do Fa Sol Lam Fa Do Sol Lam Sol Do Fa Do Sol Do Fa Do Sol E chiese al vecchio, "Dammi il pane ho poco tempo e troppa fame" e chiese al vecchio, "Dammi il vino ho sete e sono un assassino". Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno non si guardò neppure intorno ma versò il vino e spezzò il pane per chi diceva ho sete e ho fame. E fu il calore di un momento poi via di nuovo verso il vento davanti agli occhi ancora il sole dietro alle spalle un pescatore. Dietro alle spalle un pescatore e la memoria è già dolore è già il rimpianto di un aprile giocato all'ombra di un cortile. Vennero in sella due gendarmi vennero in sella con le armi chiesero al vecchio se lì vicino fosse passato un assassino. Ma all'ombra dell'ultimo sole si era assopito il pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso. e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso.