Veglia di Giuseppe Ungaretti
28 Dicembre 2019Introduzione a Ungaretti
28 Dicembre 2019“Il porto sepolto” è una delle poesie più emblematiche di Giuseppe Ungaretti, ed è anche il titolo della prima raccolta poetica dell’autore pubblicata nel 1916.
Questa poesia racchiude temi profondi come il mistero dell’esistenza, il dolore, la memoria e il linguaggio, con cui il poeta tenta di dare forma a ciò che è ineffabile.
Testo della poesia:
Il porto sepolto
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde.
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
di inesauribile segreto.
Testo e Parafrasi de “Il porto sepolto”:
Testo di Ungaretti:
Vi arriva il poeta Di questa poesia |
Parafrasi:
Il poeta scende in profondità, fino al porto sepolto, e poi risale alla luce portando con sé le sue poesie, che poi diffonde e disperde nel mondo. Di questa esperienza poetica rimane solo un nulla, ma questo nulla è carico di un segreto inesauribile e profondo. |
Analisi:
“Il porto sepolto” rappresenta la concezione ungarettiana della poesia come strumento di esplorazione interiore e di rivelazione di un mistero profondo, spesso ineffabile, nascosto nelle profondità dell’animo umano. La poesia, per Ungaretti, è una discesa negli abissi dell’esistenza, nei recessi della memoria, del dolore e del vissuto, per poi risalire con parole che cercano di tradurre questi segreti in linguaggio.
- Il poeta come esploratore: Il poeta è raffigurato come un viaggiatore che si immerge nelle profondità del “porto sepolto”, un’immagine che evoca qualcosa di nascosto, di sommerso, e quindi di difficile accesso. Questo porto potrebbe simboleggiare i segreti dell’esistenza, della vita e della morte, della memoria o dei sentimenti che il poeta cerca di portare alla luce attraverso la parola.
- La luce e la dispersione dei canti: Una volta che il poeta risale dal porto sepolto, ritorna alla “luce” portando con sé i suoi “canti” – le sue poesie. Tuttavia, questi canti non rimangono con lui, ma vengono “dispersi”. Questo potrebbe alludere all’idea che la poesia non appartiene al poeta, ma una volta creata viene diffusa, lasciata libera di vivere una propria esistenza, di essere interpretata e percepita dagli altri.
- Il segreto inesauribile: Alla fine della poesia, Ungaretti ammette che di tutta l’esperienza poetica gli rimane solo “quel nulla di inesauribile segreto”. Il “nulla” qui non va interpretato come una mancanza, ma come un vuoto carico di significato, un mistero che non può mai essere completamente svelato o compreso. Il segreto è inesauribile perché la poesia non può mai spiegare completamente l’essenza dell’esperienza umana, ma può solo avvicinarsi a essa, sfiorarla.
Temi principali:
- La poesia come ricerca interiore: Ungaretti vede la poesia come un viaggio di scoperta dentro di sé. Il poeta è un mediatore tra il mistero della vita e la sua rappresentazione attraverso il linguaggio. Questo viaggio verso l’interno è un tema ricorrente nell’opera di Ungaretti, che nelle sue poesie esplora il dolore, la guerra e la solitudine.
- Il linguaggio e il mistero: C’è un riconoscimento della difficoltà – o forse dell’impossibilità – di catturare la realtà profonda attraverso il linguaggio. La poesia può solo avvicinarsi alla verità, lasciare intuire il mistero che si cela sotto la superficie. Questo “nulla” che rimane è quindi la consapevolezza che il linguaggio è limitato, ma che proprio in questi limiti risiede la sua potenza evocativa.
- La dispersione e la fragilità della parola poetica: L’immagine dei “canti” che vengono “dispersi” suggerisce una certa fragilità del linguaggio poetico, ma anche la sua capacità di viaggiare, di toccare altri luoghi e altre persone. Una volta che la poesia è stata scritta, non appartiene più al poeta, ma diventa un’esperienza comune, che può essere letta e interpretata da chiunque.
Commento:
“Il porto sepolto” è una delle poesie più emblematiche del vocianesimo di Ungaretti, quella corrente letteraria che si nutriva di interiorità, di frammentazione e di ricerca esistenziale. In questi pochi versi, il poeta esprime la sua concezione della poesia come discesa nelle profondità dell’anima e come mezzo per portare alla luce ciò che è nascosto e oscuro.
L’idea del “porto sepolto” può essere letta anche in chiave autobiografica: Ungaretti, soldato nella Prima Guerra Mondiale, scrisse molte delle sue poesie sul fronte, cercando di dare voce al trauma e all’angoscia che provava. La poesia diventa quindi una via per esplorare e affrontare il dolore personale e universale, emergendo con una nuova consapevolezza, ma anche con l’ammissione che non tutto può essere espresso o compreso.
Ungaretti utilizza uno stile essenziale, quasi scarnificato, caratteristico della sua prima fase poetica. I versi brevi, spesso privi di punteggiatura, e la densità di significato in poche parole riflettono la volontà di arrivare all’essenza delle cose, evitando orpelli e descrizioni superflue.
In definitiva, “Il porto sepolto” è un’opera che esprime con potenza il concetto di poesia come ricerca dell’ignoto e del misterioso, un viaggio verso le profondità dell’essere che non può mai essere completamente compreso, ma che continua ad affascinare per la sua inesauribile bellezza e complessità.