
La Signorina Felicita di Guido Gozzano
28 Dicembre 2019
A me pare uguale agli dei di Saffo
28 Dicembre 2019Il progetto storiografico di Tacito, uno dei più importanti storici romani, si articola principalmente in due opere: le Historiae e gli Annales.
Entrambe le opere rappresentano un’analisi profonda e critica della storia romana, in particolare dell’età imperiale, e sono fondamentali per comprendere non solo gli eventi storici, ma anche la riflessione di Tacito sulla natura del potere e del declino morale della società romana sotto il principato.
Le Historiae
Le Historiae (Storie) coprono il periodo compreso tra l’anno 69 d.C., cioè l’anno dei “quattro imperatori” (Galba, Otone, Vitellio, e l’ascesa di Vespasiano), e il 96 d.C., anno della morte di Domiziano. Si tratta di un periodo turbolento e drammatico, segnato da guerre civili, crisi dinastiche e la riorganizzazione del potere imperiale sotto la dinastia dei Flavi.
Contenuto e obiettivi
L’opera originariamente doveva comprendere 14 libri, ma di questi ne sono giunti fino a noi solo i primi quattro e parte del quinto. Tacito si concentra su eventi particolarmente significativi:
- La crisi politica del 69 d.C. con la caduta di Galba, Otone e Vitellio.
- L’ascesa al potere di Vespasiano, fondatore della dinastia Flavia.
- Le guerre civili tra le fazioni romane.
- Gli eventi in Giudea, come la rivolta ebraica e l’assedio di Gerusalemme (descritti nel libro V).
Tacito, nelle Historiae, indaga le dinamiche del potere e della violenza politica che caratterizzano il periodo dei successori di Nerone. Egli mette in luce il declino delle istituzioni repubblicane e l’evoluzione dell’Impero verso forme di potere sempre più concentrate nelle mani dell’imperatore.
Temi principali
- Il caos della guerra civile: Tacito descrive in modo critico il disordine e la violenza che caratterizzano i cambiamenti al vertice del potere. La lotta per il trono imperiale viene presentata come un segno del declino della nobiltà e della virtù romana.
- Il pessimismo storiografico: Tacito non crede più nella possibilità di restaurare la Repubblica e guarda al potere imperiale come una forma necessaria ma intrinsecamente corrotta. Vede l’impero come il frutto di una decadenza morale che ha trasformato i cittadini romani in sudditi passivi.
- Critica della tirannia: Anche se Tacito riconosce la necessità del principato per mantenere la pace, è fortemente critico nei confronti dei tiranni come Domiziano, presentato come un oppressore crudele e capriccioso.
Gli Annales
Gli Annales (Annali) costituiscono il capolavoro di Tacito e rappresentano il seguito cronologico e concettuale delle Historiae. Coprono il periodo dal 14 d.C. (la morte di Augusto) al 68 d.C. (la morte di Nerone), ossia i regni di Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. L’opera doveva comprendere 18 libri, ma solo alcuni di essi sono giunti a noi.
Contenuto e struttura
Gli Annales offrono una narrazione dettagliata e cronologica degli eventi, concentrandosi principalmente sulla politica e sul potere dell’Impero. Tacito descrive i regni di:
- Tiberio (14-37 d.C.), il successore di Augusto, presentato come un imperatore capace ma progressivamente corrotto dalla diffidenza e dalla paranoia.
- Caligola (37-41 d.C.), noto per la sua follia e il dispotismo.
- Claudio (41-54 d.C.), che sale al trono in modo inatteso e con un governo incerto, ma che si dimostra moderatamente efficace.
- Nerone (54-68 d.C.), il cui regno segna il culmine della corruzione e della violenza, culminando nel caos e nella caduta dell’imperatore.
La narrazione di Tacito negli Annales è più sobria e analitica rispetto alle Historiae. Mentre nelle Historiae c’è un maggiore spazio per la descrizione di eventi bellici e militari, negli Annales prevale un tono più riflessivo e politico.
Temi principali
- Il declino morale dell’Impero: Tacito denuncia il progressivo allontanamento dei principi imperiali dalla virtù romana. Descrive Tiberio come un sovrano inizialmente abile ma sempre più dominato dalla paura e dal sospetto, con il successivo abbandono a vizi e crudeltà. Nerone rappresenta l’apice della decadenza, con il suo governo segnato da tirannia, stravaganza e crimini efferati.
- La libertas sotto l’Impero: Un tema ricorrente è la libertas, o la libertà politica, che Tacito vede sempre più soffocata sotto il giogo del principato. La libertas non scompare mai del tutto, ma si riduce a un’ombra della sua forma repubblicana, schiacciata dalla paura e dal conformismo.
- Il Senato e il ruolo delle élite: Tacito si concentra spesso sul ruolo del Senato, che sotto il principato perde progressivamente importanza politica e diventa un’assemblea sottomessa al volere dell’imperatore. Gli aristocratici vengono spesso descritti come opportunisti o timorosi, incapaci di difendere i valori repubblicani.
- La manipolazione del potere: Tacito è particolarmente attento alle dinamiche del potere, alla corruzione che lo accompagna e alle conseguenze disastrose della degenerazione morale dei sovrani. I suoi ritratti di Tiberio, Claudio e Nerone mettono in luce le trame politiche, gli intrighi di corte e la perdita progressiva del buon governo.
Il metodo storiografico di Tacito
Tacito si distinse per il suo metodo rigoroso e analitico. Egli si basava su fonti orali, archivi pubblici e le opere dei predecessori. Tuttavia, rispetto ad altri storici, Tacito non si accontenta di una narrazione cronachistica, ma cerca di interpretare gli eventi, sondando le motivazioni dei personaggi e le dinamiche del potere.
- Moralismo e pessimismo: Tacito ha una visione profondamente pessimistica della storia romana. Egli ritiene che la virtù e la grandezza morale che avevano caratterizzato la Repubblica siano ormai decadute sotto il potere imperiale, corrotte dalla tirannia, dalla delazione e dalla paura.
- La psicologia del potere: Uno degli aspetti più originali del metodo di Tacito è l’attenzione alla psicologia dei personaggi storici. Tacito non si limita a descrivere le azioni dei protagonisti, ma cerca di comprenderne le motivazioni profonde, spesso evidenziando la meschinità, la paranoia e la crudeltà.
- Stile narrativo: Tacito è famoso per il suo stile conciso e intenso. La sua prosa è caratterizzata da frasi brevi e dense, che spesso esprimono giudizi severi o ironici. La sua narrazione è piena di drammaticità, e le sue descrizioni di eventi chiave, come le congiure o i discorsi in Senato, trasmettono un senso di tensione crescente.
Differenze tra Historiae e Annales
Sebbene le Historiae e gli Annales condividano molti tratti comuni, come l’attenzione al potere e alla moralità, ci sono alcune differenze significative tra le due opere.
- Approccio tematico: Le Historiae si concentrano maggiormente su eventi politici e militari, con uno sguardo critico sulla gestione del potere durante la crisi del 69 d.C. e il successivo consolidamento della dinastia flavia. Gli Annales, invece, offrono una riflessione più ampia e cronologica sull’evoluzione dell’impero, con un’attenzione particolare alla decadenza morale degli imperatori.
- Tono narrativo: Gli Annales hanno un tono più riflessivo e sobrio rispetto alle Historiae, che sono spesso dominate dalla narrazione delle guerre civili e dei conflitti militari. Negli Annales, Tacito si concentra maggiormente sull’introspezione psicologica dei personaggi e sulla corruzione del potere.
- Struttura: Le Historiae si concentrano su un arco temporale limitato (69-96 d.C.), mentre gli Annales coprono un periodo più lungo (14-68 d.C.), analizzando in dettaglio i regni di vari imperatori e offrendo un quadro più ampio della trasformazione dell’impero romano.
Conclusione
Il progetto storiografico di Tacito, articolato nelle Historiae e negli Annales, è uno dei contributi più significativi alla storiografia romana. Tacito non si limita a raccontare eventi, ma interpreta la storia come una continua riflessione sulla decadenza morale e la corruzione del potere. Attraverso una narrazione drammatica e uno stile conciso e incisivo, Tacito ci offre un ritratto inquietante dell’impero romano, segnato da tirannia, opportunismo e perdita dei valori repubblicani.