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5 Maggio 2013Il piacere di imparare – di Rory Previti
6 Maggio 2013L’11 aprile 2013 il perito nominato dal Consiglio di Stato ha risposto alle domande postegli, affermando in sostanza che se le correzioni sono avvenute in un’aula munita di finestre allora le buste sono trasparenti, mentre se i commissari hanno corretto in un luogo senza finestre, illuminato con 2 neon da 18 watt, allora non sono trasparenti.
In base ai verbali della commissione, a partire dal 21 Marzo è stata corretta un po’ meno di metà degli scritti presso l’Istituto Schiapparelli.
Le aule dell’Istituto Tecnico Commerciale “Schiapparelli – Gramsci” di Milano le finestre le hanno. Nelle aule 16 e 18, dove correggevano le 2 sottocommissioni, di finestre ce ne sono 3 e di grandi metrature. Sono le classiche finestre presenti nelle vecchie costruzioni. E lo Schiapparelli-Gramsci è una vecchia costruzione. Come ci ricorda il Manzoni essa era stata costruita nel 1489 ed era un ospedale importante della città. Negli anni della peste, nel 1630, contenne 16.210 malati. Per questo motivo, le finestre erano state costruite tangenti al soffitto, che sfiorano delicatamente con un arco. Quelle finestre oggi nessuno ha modo di oscurarle. Non ci sono persiane, né tapparelle. Solo tendine bianche che svolazzano dentro le aule che lo scorso anno accoglievano gli stremati commissari e che oggi ospitano i genitori per il ricevimento settimanale con i docenti. Sul soffitto non ci sono 2 neon da 18 Watt, ma troneggiano 6 ampie plafoniere con 3 lampade al neon ciascuna. Insomma 18 neon in aggiunta alle 3 grosse aperture.
Quando le commissioni correggevano in quelle aule c’era tanta luce e tanto benessere per consolare dei commissari pagati 50 centesimi di euro per ogni compito da correggere. Dai verbali si evince che iniziavano a correggere alle 8,11 del mattino e terminavano alle 20,05. Correggevano 68 elaborati di 7 pagine ciascuno in un giorno. Questi atleti della correzione lottavano per raggiungere il traguardo delle immissioni in ruolo per il 1 settembre 2012. Contro quei tempi da guinness aveva lottato uno fra loro, lamentandosi di non “poter garantire un lavoro professionalmente adeguato” . Il commissario in questione si era in seguito dimesso sostenendo di non poter assicurare “l’interesse dei candidati, che hanno diritto a un’equa valutazione” .
Il giudice, per decidere se confermare l’annullamento sentenziato dal TAR Lombardia, ha avuto bisogno di una perizia fatta da un professionista terzo che certificasse la trasparenza delle buste. Adesso che la perizia è giunta la conseguenza sembra ineluttabile.
Che le buste fossero trasparenti era già stato stabilito il 17 luglio scorso da tre giudici del TAR e lo avevano sottoscritto tutti gli avvocati, compresa l’avvocatessa dello Stato, firmando il documento attestante la trasparenza delle buste.
Anche se non ci fossero le famigerate buste trasparenti, ci sarebbero tanti altri motivi per l’annullamento del concorso DS lombardo. Ad esempio, le commissioni scrissero sui verbali che il presidente Dalmasso, mentre le due sottocommissioni operavano in parallelo e in aule diverse, faceva la spola avanti e indietro tra le due aule. La stessa violazione è accaduta durante le prove orali che, dunque, non potrebbero essere salvate. Per gli stessi motivi la Corte di Giustizia Amministrativa di Sicilia, nel 2007, aveva annullato il concorso per Dirigenti Scolastici del 2004. Per gli stessi motivi il TAR della Toscana ha pronunciato, il 19 aprile 2013, una sentenza di annullamento.
Cosa accadrà se il 4 giugno prossimo il CdS confermerà l’annullamento già disposto dal TAR? Tutti gli atti successivi alla prova preselettiva saranno bruciati nella stufa dell’amministrazione. L’unica cosa che sopravviverà sarà l’elenco dei candidati che hanno superato quella prova, l’unica oggettiva e regolare, come confermato ormai da varie sentenze del TAR Lazio. Probabilmente, a quel punto, la politica potrebbe intervenire per sanare la situazione lombarda, ma non certo affidando agli ex idonei un incarico dirigenziale provvisorio, poiché l’annullamento delle prove scritte ed orali farà venir meno definitivamente qualsiasi distinzione fra gli ex idonei e gli altri candidati che hanno superato la prova preliminare. Le soluzioni potrebbero essere tante, ma vista l’urgenza di assumere i nuovi DS prima del 1° settembre 2013 e visto che anche le prove orali sono nulle poiché avvenute in violazione del principio del collegio perfetto, la più semplice soluzione potrebbe essere l’emanazione di un decreto legge che consentirebbe la copertura di tutti i circa 700 posti vacanti di DS in Lombardia nel 2013-14, mediante una graduatoria formata sulla base dei titoli e del punteggio della prova preselettiva.