L’Italia nel seicento
27 Gennaio 2019Il Gran Priorato giovannita di Capua
27 Gennaio 2019Il futuro imperatore nasce nel 1500 da Filippo il Bello, figlio di Massimiliano d’Asburgo, e Giovanna la Pazza, figlia di Isabella e Ferdinando sovrani di Spagna.
Le tappe dell’unificazione di queste due corone furono segnate dalla morte di tutti i sovrani:
1504 muore Isabella di Castiglia, così che il potere passa in mano al marito, trovando il contrasto di Filippo che perorava i diritti della moglie;
1506 Giovanna viene rinchiusa perché instabile mentalmente e muore Filippo così che nei Paesi Bassi governa la zia di Carlo, Margherita;
1515 Carlo diventa finalmente maggiorenne e ottiene i Paesi Bassi;
1516 muore il nonno materno e Carlo divenne il nuovo re di Spagna;
1519 muore anche il nonno paterno Massimiliano e il dominio di Carlo ora comprende tutto l’Impero, le Fiandre e la Spagna.
Il regno che ottenne Carlo V non fu però senza problemi, infatti si trovò a governare su territori che avevano una diversa cultura e in cui non era visto come un vero sovrano. L’ostilità che gli si presentò nella penisola iberica fu espressa nella rivolta dei comuneros del 1520: questi erano principalmente gente del popolo che mostrava la sua insofferenza ad un governo dove il sovrano si era presentato solo un anno dopo la sua incoronazione, accolto con freddezza e/o paura e dove le cariche furono prese dal nobili borgognoni, la cui presenza fu causa di nuove tasse. Questi furono respinti nella battaglia di Villalar nel 1521.
Per ottenere il titolo imperiale, invece, Carlo si trovò ad affrontare un concorrente con cui si sarebbe scontrato per tutta la durata del suo regno: Francesco I. Egli infatti capì che se avesse ottenuto anche l’Impero, sarebbe stato circondato. La condizione che fece vincere Carlo fu la ricchezza che derivava dalle nuove scoperte geografiche che gli garantirono l’aiuto dei Függer, i grandi banchieri tedeschi che gli prestarono i soldi con cui potè corrompere i sette elettori, che lo proclamarono imperatore il 27/06/1519.
I fronti dei conflitti che lo impegnarono furono tre:
· I Turchi che avanzavano dalla penisola balcanica;
· I principi tedeschi che volevano maggiore autonomia dal potere centrale;
· Il conflitto con la Francia per il Ducato di Milano.
Questo contrasto sarà molto importante per il futuro di tutta la penisola che, rimarrà divisa per lungo tempo. Questo territorio era molto importante per il dominio di Carlo V per avere un canale di comunicazione tra i suoi possedimenti e cominciare a realizzare il suo progetto di unificazione totale. Secondo il trattato di Noyon, stipulato dallo stesso Francesco I dopo la vittoria di Marignano del 1516, il ducato restava in mano dei francesi mentre Napoli rimaneva agli spagnoli.
Per assicurarsi la discesa Carlo stipulò un importante alleanza con Enrico VIII, nel 1521 conquistò Genova strappandola ai francesi, e propose come papa il suo precettore che prese il nome di Adriano IV poiché i Medici non erano abbastanza potenti da far eleggere il loro candidato. Il governo dell’ultimo papa straniero durò poco più di un anno a causa della sua morte prematura.
Il nuovo papa fu il cugino di Leone X, Giulio de Medici che prese il nome Clemente VII: nonostante fosse stato eletto con il favore imperiale nel 1523, non appoggiò mai la lotta dell’imperatore. Così nel 1525 a Pavia l’esercito di Carlo V sconfisse Francesco I, catturato e prigioniero in Spagna, dove fu costretto a firmare la Pace di Madrid, rinunciando ai territori in Italia, ottenendo in cambio la Borgogna. Il sovrano francese fu liberato e nel ducato di Milano fu assegnato Francesco II Sforza che avrebbe governato in vece dell’imperatore.
Così nel 1526 venne organizzata la Lega di Cognac a cui parteciparono tutti coloro che avevano interessi antimperiali, in particolare il papa la Francia Venezia Milano e anche l’Inghilterra. Per contrastarli Carlo V assoldò un esercito di lanzichenecchi che, oltre ad essere mercenari, erano anche di fede luterana: questi arrivò fino ad assediare Castel Sant’Angelo.
Ma poiché essi guadagnavano dalle razzie compiute sul territorio, misero a ferro e fuoco la città provocando sgomento e terrore nel mondo cattolico che vide numerose conversioni e pentimenti poiché era interpretato come una punizione divina. La vicenda si concluse parzialmente con l’Accordo di Barcellona del 1529 in cui i medici tornavano a Firenze, il papa riconosceva il dominio imperiale sul ducato di Milano, reinsediando gli Sforza.
Con Francesco I venne stipulata la Pace di Cambrai dove la Francia rinunciava a Napoli e a Milano ottenendo la Borgogna. Questa situazione non durò a lungo poiché dopo la morte senza eredi di Francesco Sforza, Carlo V annesse il ducato come era previsto ma Francesco I attaccò il ducato di Savoia, alleato imperiale.
Si giunse alla tregua di Nizza nel 1538 con l’aiuto di papa PAOLO III Farnese, che attribuiva Milano all’Impero e la Savoia alla Francia. Lo scontro riprese con una sconfitta imperiale ad opera delle navi ottomane, alleate di francesi. Così Carlo V ed Enrico VIII, di nuovo alleati, arrivarono a minacciare Parigi.
Si giunse alla Pace di Crèpy nel 1544 confermando ciò che era stato stabilito nella precedente tregua. Ormai stremato da questa serie di conflitti e dallo scontro con i principi protestanti, che si erano uniti nella lega di Smalcalda nel 1532 ed erano stati sconfitti nella battaglia di Mülberg nel 1547 ma continuavano ad avere molto potere, come dimostrato nella Pace di Augusta del 1555, Carlo V decide di abdicare lo stesso anno in favore del figlio Filippo II, a cui lasciò i territori spagnoli, italiani e delle Fiandre, e del fratello Ferdinando, che divenne imperatore, morendo nel 1558.
Lo scontro per il ducato di Milano però continuò anche sotto il regno di Filippo II: infatti il papa Paolo IV decise di riprendere l’azione di Clemente VII. Con lui si schierarono solo la Francia di Enrico II, succeduto al padre nel 1547, e il ducato di Ferrara solo per una rivalità con i Medici che si erano schierati con la Spagna.
Naturalmente la battaglia di S.Quintino del 1557 vide vincitore Filippo II e il papa fu costretto a chiedere la pace. Questa guerra non era solo assurda poiché chiaramente a favore degli spagnoli ma anche perché il sovrano era un fervido sostenitore dell’ortodossia cattolica, come dimostrerà in seguito con l’istituzione dell’Inquisizione Spagnola. La fine di queste guerre avvenne definitivamente nel 1559 con la Pace di Cateau-Cambresis: la Francia rinunciava definitivamente al ducato di Milano e a Napoli e avrebbe dovuto restituire i territori piemontesi al vincitore.
di Rossella Natalini