Ambientato principalmente a Berlino durante il regime nazista, il libro offre uno sguardo diretto sulla devastazione e l’orrore vissuti dalla protagonista, Helga, e dai suoi familiari.
Dopo essere stata abbandonata dalla madre per arruolarsi nelle SS, Helga ritrova quest’ultima a Vienna nel 1971, solo per rendersi conto che la donna è nostalgica del suo passato nazista. Il romanzo rivela le esperienze di Helga durante la guerra, dalla fame alla paura dei bombardamenti, dal rapporto con la matrigna Ursula al suo legame con il nonno Opa. La narrazione offre un ritratto crudo della vita durante il Terzo Reich e culmina con l’incontro di Helga con Hitler nel suo bunker. La storia si svolge in un’atmosfera di terrore e disperazione, con un forte senso di impotenza e abbandono.
TITOLO: il rogo di Berlino
AUTORE: Helga Schneider
EDIZIONE: gli Adelphi
BREVI NOTIZIE SULLAUTORE Helga Schneider è nata in Polonia nel 1937. Ha vissuto in Germania, in Austria e ora vive in Italia a Bologna dal 1963. Ha pubblicato Il rogo di Berlino, Porta di Brandeburgo, Il piccolo Adolf non aveva le ciglia e Lasciami andare, madre.
Helga Schneider ha esordito nel mondo letterario nel 1995 con Il rogo di Berlino che fu un autentico caso editoriale.
Nel 1963 si stabilisce a Bologna dove vive e lavora, essendo diventata cittadina Italiana. Nel 1971 scopre che la sua vera madre è ancora viva e decide di andarla a trovare. Seppe che viveva a Vienna, ma quell’incontro durò solo mezz’ora. La madre la portò in una stanza dove conservava l’uniforme, la divisa nazista che indossava il giorno in cui venne arrestata ad Auschwitz. A distanza di tanti anni era ancora fiera di quel passato.
Tentò anche di farla indossare ad Helga e di regalarle una manciata d’oro,
forse come risarcimento della sua latitanza materna durata trent’anni.
Inorridita, Helga scappa e torna a Bologna con un gran peso nel cuore. Nel 1998 decide su invito di un’amica di andare a rivedere la madre anzianissima per l’ultima volta; ma questo incontro la sgomenta, la fa stare male fisicamente. Helga vuole sapere, vuole capire come può un essere umano abbandonare due figli piccoli per inseguire un sogno di morte. Insomma vuole capire a tutti i costi, se è in grado di tagliare definitivamente il legame con lei o se non riuscirà mai a liberarsene del tutto. Da questo incontro traumatizzante e lacerante nasce il libro Lasciami andare, madre uscito in Italia nel 2001; stampato anche in Olanda, in Francia e nell’ottobre del 2002 anche in Germania. Nell’aprile del 2002 è uscito il suo ultimo libro, per ragazzi, dal titolo Stelle di cannella.
TRAMA A Vienna, nel 1971, una giovane donna, Helga, ritrova la madre che nell’autunno del 1941, a Berlino, l’aveva abbandonata insieme al fratello neonato Peter per arruolarsi nelle SS; la ritrova sempre più convinta delle sue idee, anzi, nostalgica del periodo in cui faceva la guardiana nel campo di concentramento di Birkenau. Questa volta è la figlia che decide di non volere più la madre, dalla quale si allontana.
Helga Schneider è nata in Polonia e ha trascorso la sua infanzia a Berlino.
Racconta a cinquant’anni di distanza, l’infanzia passata nella guerra, in un libro che ci fa rivivere i morsi della fame, la solitudine dei collegi, le angherie di una matrigna, la paura dei bombardamenti, la voce del Führer che echeggia nel bunker della Cancelleria, la lunga reclusione in una cantina nella Lothar-Bucher-Strasse. Privata dell’affetto dei genitori e piena solamente di fame, freddo e paura Helga ha solamente il nonno Opa che la ama e le fa sentire i giorni dell’assedio come un’avventura, la ricerca ossessiva del cibo e dell’acqua come un gioco.
All’arrivo dei russi la situazione peggiora, trascorrono giorni nel terrore di sentire degli stivali sopra le teste, si cerca invano un sotterfugio per salvare le donne dagli stupri e, quando tutto è finito, rimangono solamente una città rasa al suolo dalle atrocità dei conflitti, una vita a brandelli e un futuro ignoto.
Helga racconta la sua infanzia passata, sofferta, come un’esperienza da adulta ma con gli occhi da bambina.
La sua storia, contemporanea a quella della Germania devastata dalla guerra e dal nazismo, si affianca a quella del Terzo Reich, fino ad arrivarne faccia a faccia; infatti Helga ha l’occasione di incontrare Hitler nel suo bunker.
PERSONAGGI PRINCIPALI: I personaggi principali sono:
Helga, la protagonista;
Peter;
Opa
la matrigna Ursula.
AMBIENTE (SOCIALE, GEOGRAFICO) La condizione sociale dei personaggi è evidente, in un clima di guerra non ci sono né cibo né acqua. Gli abitanti di Berlino sono costretti a rischiare la vita per recarsi alla pompa dell’acqua.
Fame, sete, freddo, terrore, insonnia, sporcizia, debolezza, apatia, senso di abbandono e di impotenza regnano nella cantina della Lothar-Bucher-Strasse, in cui convivono giorno e notte circa una quindicina di persone. La vicenda è ambientata in una Berlino rasa al suolo dai bombardamenti nemici.
PERIODO STORICO La vicenda si svolge nella primavera del 1971 e agli anni dell’ideologia nazista.
TECNICHE NARRATIVE Il narratore è interno e onnisciente e il punto di vista è quindi a focalizzazione zero.
di Andrea Chierichetti
Audio Lezioni sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio