Relazione di narrativa di Francesco Galli su un libro autobiografico di Helga Schneider
Autore:
Helga Schneider nacque nel 1937 in Polonia, anche se fu costretta a trasferirsi molte volte ( Si trasferì in Germania, poi successivamente in Austria e infine a Bologna, dove ottenne la cittadinanza italiana). Nel 1963 decide d stabilirsi in modo definitivo a Bologna, anche a causa della cittadinanza ottenuta. Nel 1971 scopre che la madre è ancora in vita e parte per andare a cercarla. Il loro incontro durò solo mezzora: la madre, rivista finalmente la figlia, le mostra con fierezza l’uniforme che indossò ai tempi del regime, cercando persino di convicere la figlia ad indossarla, pur essendo consapevole che la figlia l ha sempre odiata a causa della sua scelta (il servizio del partito rispetto al lavoro” di madre). Esordì nel mondo letterario con Il rogo di Berlino” (1995). Nel 1998 decide di rivere per un ultima volta sua madre, per capire se lei fosse stata in grado di tagliare tutti i rapporti con la madre oppure no. Da questo ultimo incontro nacque un libro Lasciami andare, madre” (2001). Helga ha pubblicato nel 2002 il suo ultimo libro, Stelle di cannella”.
Genere:
autobiografia, romanzo storico.
Riassunto:
A Vienna, nel 1971 una giovane donna, Helga, ritrova finalmente la madre dopo molti anni di distanza. Questo incontro, però, sconvolge Helga, che non trova la madre cambiata, anzi la trova ancor maggiormente convita dei suoi ideali, quegli stessi ideali che avevano spinto la madre ad abbandonarla con il fratello per seguire le SS. Così ora è la figlia che si allontana dalla madre in modo definitivo. Helga nacque in Polonia e trascorse la sua infanzia a Berlino, dove racconta cinquant’anni di solitudine (causa la sua matrigna troppo impegnata a soddisfare il fratellino per capire le sue esigenze) e costretta a rinunciare all’infanzia per colpa della guerra. L’unica persona che gli si avvicina emotivamente è il nonno Opa, a cui Helga si lega molto, tanto da rischiare la sua vita piuttosto di accompagnarlo a prendere la razione settimanale di acqua. All’arrivo dei russi, però, la situazione peggiora, trascorrono giorni in cui si teme l’arrivo dei bolscevichi non come liberatori, ma come nuovi oppressori, si cerca di salvare invano le donne dagli stupri, quando finalmente il conflitto finisce, rimane solamente un cumulo di macerie, una città prima florida e bella ridotta ad un misero cumulo di macerie, la storia ci viene raccontata da una adulta, ma dal suo racconto emergono elementi che ci permettono di capire che dentro l’autrice è ancora nascosta la bambina di un tempo.
Personaggi:
Helga: protagonista del romanzo, visse una parte dell’infanzia con la nonna, donna giusta ma severa, che le ha insegnato molti valori della vita. Quando la nonna di Helga muore, lei con il fratello si trasferiscono a vivere con la loro matrigna, Ursula. Ella, sin dal primo momento, si affeziona molto a Peter, il fratellino di Helga, trascurando così quest’ultima che veniva considerata la causa di tutti i mali della famiglia. Helga fu costretta così a crescere sola, fin che non conobbe Opa, al quale si affezionò molto.
Peter: fratello di Helga, ragazzino terribile e viziato dalla matrigna, e sempre stato considerato un angelo dalla stessa, risulta invece essere il più indisciplinato dei due. Quando Peter rivide la sorella tornare dal collegio, tra i due si instaura un rapporto conflittuale, in quanto Peter voleva avere l’affetto della matrigna solo per sé. La lunga assenza della sorella porta Peter a cancellare ogni istintivo affetto per Helga.
Ursula: la matrigna, cerca sempre di conservare un certo stile e aspetto anche in tempo di guerra. Con i suoi figli usa da subito due pesi e due misure: con Peter trova sempre una scusante, mentre per Helga non ci sono santi che tengano. Ella critica anche il precedente metodo educativo, considerandolo troppo permissivo. Dal suo comportamento nasceranno alcuni episodi che porteranno la divisione tra le due e la rottura del rapporto madre-figlia.
Opa: uomo gentile ed intelligente, critica il comportamento di Peter e quello della matrigna, accusandola di averlo viziato. Il rapporto tra Opa e Helga si rafforza sempre di più col passare del tempo, dando così vita ad un legame insolubile tra i due.
Linguaggio:
il linguaggio risulta essere di facile comprensione e scorrevole, nel testo inoltre non compaiono che alcune espressioni in tedesco, il cui significato può però essere appreso dal contesto.
Spazio:
lo spazio in cui si svolge l’intera vicenda fondamentalmente è uno: la cantina dell’edificio in cui i protagonisti vivevano. Questo luogo, però non funge solo da sfondo per la vicenda, anzi , contribuisce a diffondere su tutti i suoi occupanti un senso d oppressione e amplifica la loro scontentezza.
Tempo:
la vicenda si svolge in una decina danni, e gli eventi si svolgono in ordine cronologico (come suggeritoci dalla data posta ad ogni inizio di capitolo) è presente un flashback che corrisponde alla narrazione stessa del libro da parte di Helga.
Tecniche:
il narratore è interno alla vicenda e corrisponde ad un personaggio (Helga), fabula ed intreccio non coincidono, in quanto sono presenti nel testo alcune analessi ed alcune prolessi. Si ha una netta prevalenza del discorso diretto, al quale si affiancano delle descrizioni del paesaggio e alcuni monologhi interiori di Helga.
Commento:
il libro mi è piaciuto, in quanto mi ha mostrato la guerra vissuta da chi la subisce passivamente: i civili. Mi ha anche aiutato a riflettere su come i tedeschi stessi arrivati all’esasperazione odiassero Hitler, colui che per realizzare una sua utopia, ha sacrificato milioni di vite.
Relazione di: Galli Francesco 2°F
Audio Lezioni sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio