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28 Dicembre 2019Nel sesto canto del Purgatorio di Dante Alighieri, i versi dal 19 al 78 si concentrano sull’ incontro significativo e sul dialogo che si svolge tra Dante e l’ombra di Sordello da Goito, un poeta molto noto all’epoca per il suo impegno politico.
Dante e Virgilio si imbattono poi appunto in un’anima che, sola e orgogliosa, li osserva senza parlare, e Virgilio cerca di ottenere da lei indicazioni sulla strada. Alla fine, l’anima rivela di essere Sordello, e i due si abbracciano. Sordello, ex cittadino di Mantova, lamenta il declino dell’Italia, paragonata a una nave senza timoniere e a un bordello, criticando la situazione politica e sociale del suo paese.
Questo passaggio mette in evidenza il tema della speranza e della redenzione, la frustrazione per la corruzione e la crisi dell’Italia, e l’importanza dell’arte e del talento in un contesto di purificazione e riflessione.
Testo originale dal canto Vi del Purgatorio
Vidi conte Orso e l’anima divisa |
Parafrasi
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Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, mentr’è di qua, la donna di Brabante, sì che però non sia di peggior greggia. 24 |
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Come libero fui da tutte quante quell’ombre che pregar pur ch’altri prieghi, sì che s’avacci lor divenir sante, 27 |
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io cominciai: “El par che tu mi nieghi, o luce mia, espresso in alcun testo che decreto del cielo orazion pieghi; 30 |
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e questa gente prega pur di questo: sarebbe dunque loro speme vana, o non m’è ’l detto tuo ben manifesto?”. 33 |
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Ed elli a me: “La mia scrittura è piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana; 36 |
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ché cima di giudicio non s’avvalla perché foco d’amor compia in un punto ciò che de’ sodisfar chi qui s’astalla; 39 |
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e là dov’io fermai cotesto punto, non s’ammendava, per pregar, difetto, perché ’l priego da Dio era disgiunto. 42 |
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Veramente a così alto sospetto non ti fermar, se quella nol ti dice che lume fia tra ’l vero e lo ’ntelletto. 45 |
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Non so se ’ntendi: io dico di Beatrice; tu la vedrai di sopra, in su la vetta di questo monte, ridere e felice”. 48 |
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E io: “Segnore, andiamo a maggior fretta, ché già non m’affatico come dianzi, e vedi omai che ’l poggio l’ombra getta”. 51 |
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“Noi anderem con questo giorno innanzi”, rispuose, “quanto più potremo omai; ma ’l fatto è d’altra forma che non stanzi. 54 |
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Prima che sie là sù, tornar vedrai colui che già si cuopre de la costa, sì che ’ suoi raggi tu romper non fai. 57 |
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Ma vedi là un’anima che, posta sola soletta, inverso noi riguarda: quella ne ’nsegnerà la via più tosta”. 60 |
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Venimmo a lei: o anima lombarda, come ti stavi altera e disdegnosa e nel mover de li occhi onesta e tarda! 63 |
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Ella non ci dicëa alcuna cosa, ma lasciavane gir, solo sguardando a guisa di leon quando si posa. 66 |
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Pur Virgilio si trasse a lei, pregando che ne mostrasse la miglior salita; e quella non rispuose al suo dimando, 69 |
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ma di nostro paese e de la vita ci ’nchiese; e ’l dolce duca incominciava “Mantüa…” e l’ombra, tutta in sé romita, 72 |
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surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: “O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!”; e l’un l’altro abbracciava. 75 |
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Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! 78 |
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