David Mugnai
27 Gennaio 2019Guernica di Picasso
27 Gennaio 2019di Nicola Fusco
Per dare una corretta definizione di Simbolismo si deve prima introdurre il concetto di Decadentismo. Con questo termine si designano più fenomeni: una corrente culturale che si sviluppa nell’Europa del secondo ottocento; nel contempo una serie di atteggiamenti estetici, letterari diffusi nell’età di fine secolo.
Questa corrente è in stretto rapporto con altri” ismi contemporanei”, in altre parole Estetismo, Parnassianesimo, Simbolismo.
L’Estetismo è una tendenza letteraria, di gusto e di vita, presente nell’arte europea della seconda metà dell’ottocento. Sua caratteristica è il culto estremo della bellezza e dell’arte, e come suo motto può valere la formula l’arte per l’arte”, cioè l’esaltazione dell’arte per se stessa separata da ogni contesto e condizionamento morale e sociale. Il suo sviluppo organico e integrale si ritrova proprio dal Parnassianesimo in avanti. Quest’ultimo può designare tutte le espressioni di moderno classicismo e culto estetizzante della bellezza, che rivelano un fondo di vagheggiamento mitico e nostalgico: quindi nascondono una sensibilità decadente. Ogni classicismo, insomma, in epoca moderna racchiude a ben vedere una faccia opposta d’inquietudine che genericamente possiamo dire decadente. Dal movimento tumultuoso e disordinato dei décadents nasce il Simbolismo. Nel 1886 viene pubblicata la rivista Le Simboliste”. Modello riconosciuto Charles Baudelaire.Attorno a questi due movimenti, Decadentismo e Simbolismo, convergono linee culturali più ampie che testimoniano di un gusto e di una cultura diffusi nell’intera Europa e che contestualizzano i due movimenti dentro un ambito più vasto.
Il Simbolismo fu la tendenza più significativa di fine ‘800.
Il simbolismo è un movimento letterario e artistico, nacque in Francia per iniziativa di Jean Moréas, che ne pubblicò il manifesto su “Le Figaro” del 18 settembre del 1886.
Il simbolismo prende lo spunto da uno dei più celebri sonetti di Baudelaire, Correspondences” (Corrispondenze), in cui il poeta francese scrive che tutte le cose hanno tra di loro un legame misterioso, per cui spesso una ne richiama l’altra, come un profumo o un colore o una musica richiamano ricordi e tempi lontani. Baudelaire venne riconosciuto come il maestro simbolista, più tardi anche Verlaine, Rimbaud, Mallarmè furono riconosciuti come grandi esponenti del simbolismo, anzi rappresentarono l’espressione più alta di questa tendenza.
Per il poeta simbolista la realtà è mistero e la natura si presenta come una foresta di simboli che al poeta spetta di interpretare e svelare con un atto di intuizione-espressione. A tale scopo il poeta simbolista rifiuta la tradizionale logicità del linguaggio e ricorre a tecniche come il simbolo, l’allegoria, l’analogia, la metafora ricercata, la sinestesia. La poesia deve comunicare in forme non pesanti.
Per i simbolisti la realtà non è quella della scienza, della ragione o dell’esperienza, è qualcosa di più profondo e misterioso che può essere inteso soltanto dalla poesia. Per questo la poesia è la rivelazione dell’essenza misteriosa del reale: essa cerca le affinità segrete nelle apparenze sensibili, per cogliere idee primordiali .La natura è rappresentata come una foresta di simboli (da un verso di Baudelaire) tra loro corrispondenti; il mondo è un insieme di simboli che ci parlano in un misterioso linguaggio: né la scienza né la ragione lo possono comprende.
La poesia simbolista ebbe i suoi grandi protagonisti in Rimbaud, Verlaine e Mallarmé; essi influirono in misura determinante sui successivi svolgimenti della poesia europea. In Italia il simbolismo ebbe un’eco indiretto nella poesia di Pascoli e D’Annunzio. Ma fu soprattutto nei primi anni del nuovo secolo che esso fu veramente conosciuto nella pienezza delle sue affermazioni teoriche e delle sue proposte di novità espressiva, influendo così in misura determinante sui futuristi e sui poeti ermetici.
di Nicola Fusco
1 Comment
[…] Il simbolismo di Nicola Fusco dell’ I.T.C.G. Masullo Theti […]