Storia della lira
27 Gennaio 2019Compiti di italiano
27 Gennaio 2019La svolta di Baudelaire
Il conflitto dell’artista con la società è avvertito in maniera più radicale e insolubile dai cosiddetti poeti maledetti francesi, fondatori della lirica moderna. Ed è appunto Charles Baudelaire a imporre una significativa svolta del gusto e della poetica. Egli accentua il carattere conflittuale del rapporto tra il poeta e la società. Con lui si apre la generazione dei poeti maledetti, personaggi dalla vita sregolata, spesso dediti all’alcol e alla droga, che rifiutano ogni morale e conformismo della società borghese. Anche dal punto di vista letterario i poeti maledetti si ponevano in netto contrasto con il pubblico. Baudelaire è infatti anche il maestro del Simbolismo, una tendenza che si sviluppa in Francia. Oltre che da Baudelaire, la poesia simbolista è rappresentata dagli altri poeti maledetti francesi di fine ‘800: Paul Verlaine, Stéphane Mallarmé e Arthur Rimbaud. Quest’ultimo sviluppò la teoria per cui il poeta deve farsi veggente, attraverso “un lungo, immenso e ragionato sregolarsi di tutti i sensi” per poter esplorare l’ignoto e cogliere l’assoluto.
Il poeta veggente e la scoperta di una realtà “altra”
L’intuizione fondamentale del Simbolismo è che sotto la realtà apparente, quella percepibile con i sensi, oggetto di studio scientifico, si nasconde una realtà “altra”,più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo per mezzo della poesia. La nuova generazione di poeti manifesta la propria sfiducia nella scienza.
L’intuizione
Per questo non è certo tramite la ragione che il poeta può penetrare queste realtà profonde, ma mediante: l’intuizione. L’arte, che si fonda sull’intuizione, è lo strumento che può esplorare e rendere accessibile ciò che è ignoto e irrazionale.
Il nuovo linguaggio
Per questi nuovi contenuti della poesia i simbolisti elaborarono un linguaggio nuovo, non più logico ma analogico, che permetteva di portare alla luce le corrispondenze e i misteriosi legami esistenti tra le cose più diverse, questo perché la parola deve possedere la virtù magica di evocare la realtà profonda nascosta dietro le apparenze, deve saper comunicare le molteplici emozioni, i poeti simbolisti ricorsero spesso a figure retoriche come la metafora, l’analogia, la sinestesia.
Simboli e corrispondenze
I simbolisti accentuarono l’aspetto musicale del linguaggio, privilegiando il suono rispetto al significato delle parole si caricano cioè di una forza misteriosa ed evocativa, capace di far intuire verità sconosciute.