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25 Marzo 2011Mi ha colpito la singolare convergenza intellettuale tra due figure, apparentemente diverse e, in certi aspetti, in contrasto: Howard Gardner e Don Luigi Giussani.
Sebbene operino in ambiti distinti, e con prospettive opposte, le loro riflessioni offrono spunti preziosi per riconsiderare le domande fondamentali che ogni essere umano si pone.
Il Senso Religioso secondo Gardner
Nel corso di un’intervista a John Brockman, Gardner ha evidenziato come le grandi domande esistenziali siano presenti fin dalla tenera età. I bambini, attraverso i loro giochi e le favole, si interrogano su temi quali:
- “Chi sono?”
- “Da dove vengo?”
- “Di che cosa è fatto questo mondo?”
- “Che cosa mi capiterà?”
- “Perché la gente fa la guerra?”
- “Perché c’è l’odio?”
- “Esiste un potere superiore?”
Queste domande, che storicamente hanno animato la religione, la filosofia e la scienza, sono alla base della ricerca personale di senso. Gardner sottolinea l’importanza di non trascurare le risposte che altri, nel corso dei secoli, hanno tentato di offrire. In linea con questo pensiero, Don Giussani, ne “Il senso religioso”, riprende la visione espressa da Leopardi, affermando che tali interrogativi caratterizzano l’esistenza umana e ne costituiscono il substrato profondo.
Una delle tesi di Gardner è che ogni attività umana risulti utile perché rivela una delle intelligenze multiple, un concetto che egli stesso ha elaborato nei suoi scritti. La centralità delle domande fondamentali, dunque, indirizza l’attenzione verso ciò che è veramente essenziale. Gardner afferma, infatti, che “le discipline dovrebbero essere viste come il migliore strumento per dare risposte a quelle domande alle quali sono interessati gli esseri umani.” Questa prospettiva solleva un’importante riflessione: a cosa serve, in ambito scolastico, imbottire gli alunni di nozioni, costringendoli a memorizzare informazioni, se ciò che conta davvero è allenare il modo di pensare? Come osserva Gardner, “è improvvisamente diventato irrilevante che la gente memorizzi molte cose, perché questo lo possono fare i computer e altri strumenti.”
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Come aiutare gli insegnanti, che pensano solo a riempire di nozioni gli studenti, a comprendere quanto detto sopra?