FINE DELLA REPUBBLICA ROMANA – storia
24 Febbraio 2013INFERNO – CANTO 11 – analisi
27 Febbraio 2013CANTO X
– Mentre camminano tra i sepolcri aperti Dante chiede a Virgilio se si possono vedere gli eretici all’interno dei sepolcri, dato che sono scoperchiati
» la risposta è affermativa visto che rimarranno aperti fino al giorno del giudizio
– Epicurei = eretici che sono raccolti in questa zona del cerchio e che reputano che la fine della vita (e
quindi dell’anima) coincida con la morte del corpo » rifiutano dimensione immortale
» pena » per questa credenza sono costretti a stare per l’eternità in bare infuocate, come se
davvero anche le loro anime morissero per sempre (hanno ciò che reputano vero)
» filosofi ellenistici in competizione con gli stoici, qui coincidenti con i materialisti
» negano l’esistenza di Dio, il principio che regola le cose è solo meccanico, materiale
» teoria del piacere = occorre trarre massimo beneficio possibile dal presente fatto perché
uomo ha una sola vita che va goduta fino in fondo (libertà = fare ciò che si vuole)
– Improvvisamente una voce chiama Dante da una tomba, riconoscendogli subito l’accento toscano
» è Farinatache lo apostrofa riconoscendo per prima la patria di dante: “O Tosco” , questa è la parola
che racchiude tutto il mondo di farinata, concentrato sulla patria, esprime eloquenza nel parlare
» Dante ha però paura e si ritrae vicino a Virgilio, che invece lo incita a dirigersi dal dannato
» la scena è curiosa: Virgilio gli raccomanda di pensare bene a quello che dice prima di parlare, come
un amico prima di un colloquio importante, introduce così lo spessore del personaggio di Farinata
» tutto di Farinata indica un carattere altezzoso, sdegnoso, come se si sentisse superiore a tutto
(com’avesse l’inferno a gran dispitto, quasi sdegnoso) » è l’atteggiamento proprio di uomini
grandi d’animo e dì intelletto, e proprio per questo non avranno loro compimento eterno
» questo comportamento verrà rimarcato più avanti nel canto in modo decisivo: la tragedia del
personaggio di Cavalcante non lo sfiora né interessa, è impassibile e non devia il discorso iniziato
– Farinata degli Uberti» personaggio politico più importante della Firenze del XIII secolo
» capostipite dei ghibellini(cioè i guelfi neri)
» alleandosi ai senesi vincono i guelfi bianchi » battaglia di Montaperti (1260)
» responsabilità morale di aver condotto Firenze alla rovina
» salvò Firenze dalla distruzione nel concilio di Empoli dopo la vittoria
» fu l’unico ad opporsi alla distruzione, tutti gli altri erano contrari
» compì però terribili vendette una volta ritornato in città
» muore nel 1264, solo dopo 20 anni dalla morte viene condannato di eresia
» viene già ricordato nella Commedia nel VI canto da Ciacco
– Dialogo » all’inizio è burrascoso, come un battibecco tra intellettuali
» Dante appartiene alla fazione a lui nemica: i guelfi bianchi » discorso politico
» all’inizio ha timore del suo avversario così potente, poi gli risponde violentemente, come
un rinfaccio tra politici avversari (rimando alle lotte partigiane tra i cittadini nella realtà)
» Dante stesso si pone sullo stesso piano morale e umano di Farinata (come ha già
fatto descrivendo il primo sguardo, violento tra i due nemici) » sentimento d’onore familiare
» si fa riferimento alle due cacciate dei guelfi da Firenze, una nel 1248quando Federico II
giunse in aiuto dei ghibellini, la seconda nel 1260 dopo la battaglia di Montaperti
» i guelfi ritornarono, la prima volta nel 1251 dopo la morte di Federico II, la seconda dopo
la morte di Manfredi di Svevia a Benevento » sconfitta definitiva dei ghibellini in Italia
» la battaglia svolta con le parole a difesa della propria parte ha anche carattere ironico
– Improvvisamente interrompe il loro dibattito la comparsa di una nuova ombra, a ridosso della prima
– Cavalcante dei Cavalcanti, padre del poeta Guido Cavalcanti, primo e migliore amico di Dante
» l’ombra non ha la forza di alzarsi in piedi, ma solo fino ai ginocchi » segno della sua minore forza
ma anche superbia, ma ha la stessa se non maggiore intensità drammatica
» anche lui è fiorentino » canto più espressivo della biografia di Dante » potenza del passato
» due grandi parti della giovinezza di Dante che ora può guardare con distacco
» nello stesso tempo Dante vuole riflettersi in questi personaggi e se ne divide
» sottolinea che l’amico era un uomo intelligente, caratteristica che lo definisce » come con Farinata,
gli uomini intelligenti si perdono se non riconoscono che il loro intelletto viene da un Altro
– Guido cavalcanti
» in realtà Cavalcante è immagine simbolica del figlio, anche lui epicureo anche se non lo ammette
» Guido è compagno e maestro di poesia, di studi e di ideali, quando le loro strade si dividono, c’è
un litigio che rompe l’amicizia, che ha al centro il rapporto di Dante con Beatrice
» Guido disdegnò ciò che Dante stava scoprendo nel rapporto con Beatrice (Dio e la sua salvezza)
» avevano due concezioni di vedere la realtà » Dante vede tutto come segno, Guido esaurisce la
concezione della realtà in se stessa (epicureismo)
» per Guido è inconcepibile che il rapporto amoroso possa portare non ad una perdita di sé
» mettendo al posto suo il padre al’inferno dante ci trasmette la sua preoccupazione per la fine cui
l’amico si troverà davanti se non si converte
– Paragone tra Farinata e Guido Cavalcanti » tema della grandezza
» disdegno di Farinata è fisico(nell’erigersi), Guido è morale (forse cui Guido vostro ebbe a disdegno)
» questo atteggiamento è lo stesso che entrambi hanno nel porsi davanti alla realtà divina
» paragone è anche tra la grandezza: Farinata fisicamente, Guido viene elevato per l’ingegno
» tema centrale della grandezza umana, dell’apparenza (Farinata chiamato “magnanimo” )
» Dante lascia ad ognuno quel valore umano che in vita lo distinse (come anche con Francesca)
» questi valori umani riconosciuti anche dalla collettività non bastano però per la salvezza
– Tema della tristezza e del dolore
» Farinata » ha un grande rimorsoper la strage della battaglia di Montaperti
» tormento per la sorte dei compagni ghibellini, costretti all’esilio
» tristezza della condizione di oscurità x cui i dannati non possono conoscere il presente
» Cavalcante » guarda con ansia attorno a Dante, come se desse per scontata la presenza del figlio
» non vedendolo e interpretando male le parole di Dante lo crede morto
» chiede di lui piangendo, poi non ottenendo una risposta immediata si immerge di
nuovo del dolore della sua pena » non ascolta veramente Dante, coglie particolari
» specchio della sua colpa: non tiene conto di tutta la natura umana (anche immortale)
– Dialogo tra Dante e Cavalcante
» l’ombra gli chiede dove sia suo figlio, con figa disperata » Dante lo riconosce per la pena
» Dante gli risponde che il suo viaggio ha come meta una persona che Guido disprezzò (Beatrice o
Dio), per questo non è con lui, ma usa un verbo al passato remoto (“ebbe” )
» l’ombra fraintende l’uso del passato, che si usava anche per parlare delle persone morte
» gli chiede allora animosamente se il figlio è ancora tra i vivi ma Dante esita al rispondere
» esita perché si stava domandando come un dannato, che può vedere il futuro, non conosca anche il
Presente » chiederà spiegazione nel prossimo discorso con Farinata
» Cavalcante non aspetta la risposta e si ributta all’indietro nel sepolcro » come una seconda morte
» GuidoCavalcanti è ancora vivo (la vicenda è ambientata pochi mesi prima della sua morte)
– Secondo dialogo con Farinata
» contrapposizione con il “ma” tra le due figure: Cavalcante e Farinata
» aggettivo “magnanimo” non esprime una lode o un biasimo, ma indica chi sopporta con animo
forte e incrollabile i colpi del destino » non si piega al dolore suo e degli altri
» questo lo porta alla completa insensibilità, alla superbia e incredulità
» esprime il suo rammarico alla scoperta che quelli della sua fazione sono ancora esiliati
» viene rivelato il lato dolente di Farinata, che vede il suo unico scopo distrutto e fallito (la politica)
» vera pena non è fisica, ma è la colpa stessa che rode l’atteggiamento dell’animo assunto in vita
» la vera colpa è l’attaccamento alle cose terrene » per Cavalcante è la grandezza del figlio
» per Farinata è la fortuna della parte politica
» Predizione » entro cinquanta mesi Dante affronterà anche lui le pene dell’esilio
» l’esilio avverrà nel 1304 » ancora effetto di reale predizione per i lettori
» mutamento del tono in Farinata: gli chiede perché il suo popolo è stato così avverso con lui
» il padre di Guido, nominando il “dolce mondo” ha fatto sorgere questa domanda in Farinata
» Dante risponde evocando la commozione popolare di allora, ancora memore della strage di
Montaperti che ebbe come protagonista lo stesso Farinata, che sarà odiato per questo a lungo
» l’immobilità di Farinata si rompe, scuote il capo per il dolore » emerge la sua figura umana
» gli risponde il capo ghibellino che non fu il solo ad attaccare Firenze, ma il solo a difenderla
» Dante gli lascia la sua integrità umana, poi spiegandoli il perché della sua esitazione, gli chiede se
i dannati possono vedere anche nel presente oltre che nel futuro (rimando a Ciacco)
» risponde che vedono, come chi vede male (presbite) le cose lontane nel tempo, e mano mano che
si avvicinano non hanno la capacità di riconoscerle » rimando al peccato che acceca
» se non ci sono elementi esterni che portano loro notizie, non ne saranno mai a conoscenza
» nel giorno del giudizio verrà chiusa loro la possibilità di vedere nel futuro, visto che non esisterà
altro che l’eternità » pena ancora maggiore
» Dante si preoccupa per Cavalcante, e chiede a Farinata di rassicurarlo sulla vita del figlio
» tono di Dante smorza come in diminuendo la grande forza drammatica della scena
– E’ ora di andare per Dante e Virgilio (ogni sosta ha il suo tempo limite)
» Dante solo ora chiede chi siano i peccatori qui dannati a Farinata
» Farinata risponde elencando » Federico II » si Svevia figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla
» letterato e poeta, fonda la scuola siciliana
» muore nel 1250
» Cardinale » Ottaviano degli Ubaldini, arcivescovo di Bologna
» muore nel 1275, cardinale tra il 1240e il 1244
» elenca solo le anime famose, poi tace e finisce bruscamente il dialogo tra i due
– Virgilio gli chiede perché è così pensieroso
» sa già che Dante sta ripensando alla predizione di Farinata, così gli consiglia di ricordarsene bene
senza tormentarsi per ciò (gestualità: dito di ammonimento) » lo rimanda all’incontro con Beatrice
» Virgilio lo chiama “smarrito” , stesso aggettivo del I canto » ha perso la facoltà razionale
» si può dare un giudizio sulle cose solo nella luce di Dio, nell’inferno tutto appare solo sotto
aspetto doloroso e incomprensibile
– Lasciano camminando le mura della città di Dite e si muovono verso un avvallamento dove si apre un varco da cui proviene un odore così cattivo da essere insostenibile