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15 Marzo 2014«Nessuna donna nasce prostituta: c’è sempre qualcuno che la fa diventare» (don Oreste Benzi)Sottoscrivi questa petizione ), creata su CitizenGO dall’Associazione Comunità Giovanni XXIII e riguardante il grave problema della schiavitù sessuale a cui sono sottoposte ogni anno migliaia di donne in tutta Italia.
Molte persone, quando pensano alla prostituzione, sono portate a considerare questo fenomeno in modo permissivo, immaginando la donna coinvolta e il cliente come attori liberi di scegliere di se stessi. Al contrario, tu ed io sappiamo che, nella stragrande maggioranza dei casi, questa rappresentazione è falsa: le prostitute sono costrette a vendere il loro corpo in base a minacce e ricatti, devono subire umiliazioni fisiche e morali, sono oggetto di violenza carnale in ogni singolo rapporto che sono costrette a intrattenere.
Come tutti sanno, spesso le donne obbligate a vendersi sui nostri marciapiedi vengono fatte arrivare in Italia con la promessa di un lavoro e il miraggio di una vita migliore, per poi essere ridotte in stato di schiavitù. Le donne costrette a prostituirsi vengono private della loro dignità di esseri umani (secondo tutte le principali Carte dei diritti riconosciute a livello internazionale) e sono ridotte a oggetti di piacere e a merce di scambio tra i clienti e i loro sfruttatori.
L’Associazione Comunità Giovanni XXIII è impegnata dalla sua fondazione, tra le altre cose, nel combattere lo sfruttamento e la mercificazione del corpo femminile. Quest’anno, in occasione della Via Crucis di solidarietà e preghiera “Per le donne crocifisse” (che si terrà venerdì 21 marzo alle ore 19.30 in Piazza Santi Apostoli a Roma), l’associazione ha deciso di lanciare anche questa petizione ), per chiedere al governo italiano un’azione concreta e tangibile contro tutte le forme di sfruttamento sessuale.
In particolare, per ogni persona che firmerà la petizione, il nostro sistema invierà un messaggio al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, chiedendogli di recepire le due direttive europee già esistenti in materia di misure anti-tratta (la Direttiva europea n.36 del 2011 e la Risoluzione “Honeyball” del Parlamento Europeo su “sfruttamento sessuale e prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere” , del 26.02.14): come avviene già con successo in Paesi come Islanda, Svezia e Norvegia, solo perseguendo con più severità chi acquista servizi sessuali è possibile combattere efficacemente la mercificazione della vita umana e la degradazione che ne consegue.