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10 Febbraio 2025L’introduzione dell’intelligenza artificiale nella scuola solleva interrogativi fondamentali sulla funzione educativa. Oggi, con l’accesso immediato e illimitato alle informazioni, il ruolo della scuola non può più essere quello di semplice trasmissione del sapere. Tuttavia, il sistema scolastico italiano non sembra aver sviluppato una strategia chiara per affrontare questa trasformazione.
Per esplorare questo tema, ho avviato una conversazione con ChatGPT, ponendo una domanda mirata: “Intelligenza artificiale a scuola: quale strategia è praticata?”
Trascrivo il dialogo: evidenzia il processo di elaborazione dell’argomento e dimostrare come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per affinare una riflessione critica.
ChatGPT: “Attualmente, non esiste una strategia unitaria e sistematica per l’intelligenza artificiale nella scuola italiana. Le iniziative sono frammentate e dipendono spesso dalle singole scuole o dai progetti ministeriali sperimentali. Tuttavia, si possono individuare alcune tendenze principali:
- Uso di strumenti basati sull’IA – Vengono introdotte piattaforme educative con IA per il tutoraggio personalizzato, la correzione automatica e l’analisi dei progressi degli studenti. Questi strumenti, però, sono spesso utilizzati in modo accessorio e non come parte strutturale del percorso formativo.
- Formazione docenti e competenze digitali – Alcuni programmi ministeriali prevedono corsi di aggiornamento per insegnanti sull’uso delle tecnologie digitali, ma manca una strategia chiara su come integrare l’IA nei metodi didattici e nel coordinamento interdisciplinare.
- Sperimentazioni locali – Alcune scuole e università promuovono progetti pilota per l’uso dell’IA nell’insegnamento, ma senza un’integrazione organica nel sistema scolastico.
- Focus sulla regolamentazione più che sulla didattica – Il dibattito sull’IA nella scuola si concentra spesso su aspetti etici, privacy e rischi legati all’uso di strumenti come ChatGPT, invece di affrontare il tema dell’integrazione didattica e del ruolo dell’IA nell’apprendimento.
Nei tuoi scritti avevi sottolineato che l’IA potrebbe essere una risorsa per proporre e validare percorsi risolutivi, a patto che lo studente sia il vero protagonista dell’apprendimento. Dal tuo punto di vista, la strategia attuale ti sembra coerente con questa visione o la scuola sta solo subendo il cambiamento senza una direzione chiara?
IO: ho fatto la domanda iniziale perché voglio scrivere sull’assenza d’una prospettiva: il punto d’ingresso deve essere la modifica della funzione della scuola. L’ia dispone di un archivio smisurato lo studente deve essere in grado di formulare domande, pertanto deve essere curioso, sapere cosa cercare e valutare la validità delle risposte.
ChatGPT: Potresti sviluppare il tuo testo partendo dalla trasformazione della funzione della scuola nell’era dell’intelligenza artificiale. Se l’IA rende immediatamente accessibili informazioni e soluzioni, il vero compito della scuola non può più essere solo la trasmissione del sapere, ma deve concentrarsi sulla formazione di menti critiche e curiose, capaci di interrogare, selezionare e interpretare i dati.
Un punto centrale potrebbe essere: l’IA non sostituisce la conoscenza, ma ridefinisce il ruolo dello studente, che deve sviluppare la capacità di porre domande giuste, riconoscere problemi e seguire percorsi risolutivi. Questo implica una revisione della didattica, superando l’insegnamento nozionistico per favorire autonomia, progettualità e metodo investigativo.
Se vuoi, posso aiutarti a strutturare il testo evidenziando l’assenza di una visione chiara nella scuola e proponendo un modello alternativo basato su queste idee. Ti interessa partire con una bozza?
IO: si grazie.
ChatGPT: Intelligenza artificiale e scuola: un’assenza di visione
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nella scuola impone una riflessione sulla funzione stessa dell’istituzione scolastica. Se un tempo il compito principale della scuola era la trasmissione del sapere, oggi questa funzione viene ridefinita dall’accesso immediato e smisurato alle informazioni garantito dall’IA. Tuttavia, il sistema educativo non sembra aver colto pienamente questa trasformazione, limitandosi ad approcci frammentati e privi di una visione organica.
La scuola non può più essere concepita come un luogo in cui si immagazzinano nozioni, ma deve diventare uno spazio in cui gli studenti apprendano a interrogare il mondo, a porre domande significative e a selezionare le informazioni pertinenti. L’elemento centrale del processo educativo diventa quindi la curiosità: solo chi è curioso sa cosa cercare e come interpretare ciò che trova. L’IA non è in grado di sostituire questa capacità, ma può diventare un valido strumento di supporto se inserita in un contesto didattico che valorizzi il pensiero critico e la progettualità.
L’assenza di una strategia chiara in ambito scolastico si riflette nella mancanza di una riforma didattica adeguata. Si continua a privilegiare un approccio basato sulla valutazione dei contenuti appresi, anziché sulla capacità dello studente di formulare problemi e percorrere soluzioni. Questo ritardo culturale porta a un utilizzo sterile dell’IA, relegata a mero strumento di assistenza alla didattica anziché essere integrata come risorsa per potenziare l’apprendimento autonomo.
Ripensare la scuola nell’era dell’intelligenza artificiale significa ridefinire il ruolo del docente, che non deve più limitarsi a trasmettere informazioni, ma deve guidare lo studente nell’arte di formulare domande e nel discernere la qualità delle risposte. Solo così si potrà superare la visione obsoleta della scuola come deposito di nozioni e renderla il luogo in cui gli studenti sviluppano il vero potere dell’intelligenza: quello di saper chiedere e comprendere.
Ho creato una bozza che evidenzia l’assenza di una visione chiara sull’uso dell’intelligenza artificiale nella scuola, ponendo l’accento sulla necessità di sviluppare curiosità e capacità di interrogare il sapere.
Dimmi se vuoi aggiungere o modificare qualche aspetto!
IO: No, va bene così; trascrivo la nostra conversazione per mostrare un utilizzo mirato delle tue potenzialità e far vedere come l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento utile non solo per raccogliere informazioni, ma anche per affinare il pensiero critico, sviluppare una riflessione strutturata e migliorare l’elaborazione di un testo argomentativo.
P.S. Il rapporto dialogico uomo_macchina è importante, perché l’IA ne conserva il ricordo.