Verso il primo conflitto mondiale
27 Gennaio 2019N. 00139 2012 REG.RIC.xml
27 Gennaio 2019
educare i giovani ad unetica aperta alla mondialità diventando minoranza all’estero (3)
di Cristina Rocchetto
leggi prima Intercultura, ovvero un’altra esperienza potente per la scoperta di sé (1) di Cristina Rocchetto
Intercultura: ovvero lo scambio interculturale come scoperta di sé (2) di Cristina Rocchetto
Negli articoli precedenti ho introdotto il discorso riguardante i soggiorni esteri di ragazzi in piena età di sviluppo sia in termini speculativi (lo scambio interculturale come strumento di conoscenza dell’altro; la crisi personale di valori come strumento di autoconoscenza e di trasformazione/arricchimento/crescita), che in termini orientativi, cominciando anche a specificare a chi il progetto Intercultura” effettivamente si rivolge ed in quali modi.
Avevo quindi detto che Intercultura” ha tre tipi di target:
1) gli studenti di 15/16- 17/18 anni che vogliano andare all’estero o venire dall’estero in Italia – per intenderci, ci si rivolge ai ragazzi del biennio centrale della scuola superiore;
2) le famiglie italiane che vogliano ospitare studenti stranieri della medesima età che abbiano scelto l’Italia per il loro soggiorno;
3) le scuole medie sia inferiori che superiori che siano disponibili ad un’esperienza di scambio di ospitalità tra una propria (ed intera) classe ed una (intera) classe di una scuola corrispondente estera.
L’intero progetto è reso possibile dall’esistenza e la collaborazione volontaria di una rete di persone unite dal comune ideale del voler educare i giovani alla mondialità attraverso l’esperienza personale, e dall’impegno di realizzarlo in modo positivo e formativo per tutti seguendone ogni fase di attuazione: le fasi di reclutamento, di selezione e di formazione di tutti i candidati – sia dei ragazzi desiderosi di partire che delle famiglie che si dichiarano disponibili ad ospitare ragazzi stranieri. I due gruppi (di studenti e di famiglie) non devono necessariamente coincidere, nel senso che non è detto che alla partenza di un singolo ragazzo debba per forza corrispondere la disponibilità della sua famiglia d’origine a candidarsi in quanto a sua volta famiglia ospitante: questa reciprocità è obbligatoria solo nei casi (di cui parlerò più dettagliatamente) sia dei soggiorni più brevi, che di quello in cui le scuole attraverso Intercultura” si rendono disponibili ad un’esperienza di scambio di classi.
Io avevo inizialmente pensato di riuscire a condensare tutte le informazioni in un unico articolo, ma francamente ho l’impressione che il loro numero possa generare un po di confusione nei lettori.
In questa uscita mi concentrerò quindi solo sul primo target del progetto, i ragazzi, cercando di essere più schematica possibile e rinviando tutti gli interessati al sito di Intercultura” (www.intecultura.it) per ogni ulteriore informazione.
Come ho già accennato, agli studenti sono offerte diverse modalità di soggiorno che variano tra loro per la durata prevista:
a) partiamo da un periodo di qualche settimana del programma estivo (di lingua ed, eventualmente, natura. Informarsi);
b) ad un programma bimestrale (che si fa cadere sempre durante le vacanze estive della scuola italiana ed è rivolto a quei ragazzi che non vogliano interrompere la frequenza della loro classe);
c) ad un programma trimestrale (solitamente avente luogo tra Paesi d’Europa nel primo trimestre dell’anno scolastico);
d) ad un programma semestrale (solitamente durante il primo quadrimestre italiano);
e) al programma privilegiato da Intercultura”: quello detto annuale”, che in realtà comprende i soli 10 mesi di frequenza di un intero anno scolastico all’estero.
I ragazzi interessati possono candidarsi, parlandone in famiglia e chiedendo ai genitori di mettersi in contatto con il sito nazionale di cui ho dato indicazione sopra, nel quale troveranno anche i nomi dei responsabili volontari della propria zona o della zona più vicina al proprio luogo di residenza; a loro si potranno richiedere informazioni dettagliate sui vari aspetti del programma, comprese le borse di studio totali e parziali messe a disposizione da Intercultura”.
In generale, i costi del soggiorno sono a carico dell’associazione per quello che riguarda l’acquisto dei libri di testo della scuola straniera e varie altre cose, incluse alcune spese di assistenza medica; vitto ed alloggio sono a carico della famiglia ospitante; mentre la famiglia originaria dello studente provvederà a dargli qualcosa per le piccole spese. La data di scadenza delle domande dovrebbe cadere attorno ad ogni 10 novembre: anche per questo dettaglio rimando però al sito nazionale di Intercultura”.
Non è ovviamente detto che tutti coloro che si candidano per un soggiorno all’estero siano riconosciuti idonei ad affrontare questa esperienza certamente impegnativa e complessa. Quei volontari di Intercultura” specializzati per questa prima fase del progetto si preoccuperanno di vagliare le candidature, selezionarle, incontrare i candidati e le loro famiglie, sottoporli a test di idoneità ed a colloqui personali; infine sceglierli e prepararli alla partenza. I candidati, dal canto loro, avranno intanto già specificato i Paesi da loro privilegiati nella loro domanda; Intercultura” cerca sotto questo aspetto di andare incontro il più possibile alle loro preferenze, ovviamente nei limiti della disponibilità di ospitalità data dalle famiglie locali.
A questo punto, mentre i ragazzi prescelti faranno incontri e si prepareranno alla partenza, altri volontari si preoccuperanno di abbinare a ciascuno una famiglia che, tra quelle a loro volta selezionate e preparate all’accoglienza di un adolescente straniero nei Paesi di destinazione per lui stranieri da altri volontari, in qualche modo sembra corrispondergli.
Quando tutto è pronto, ad inizio del nuovo anno scolastico, tutti i ragazzi italiani vengono raccolti a Roma e partono da lì per le loro diverse destinazioni. Allaereoporto di destinazione, i volontari locali dell’associazione vengono ad accoglierli, raccogliendoli tutti insieme in un gruppo eterogeneo formato ormai da tanti ragazzi di 16/17 anni provenienti da Paesi diversi. Dopo qualche giorno di orientamento e preparazione per poter affrontare in maniera relativamente consapevole il passo decisivo dell’inserimento nella famiglia e nella classe scolastica ospitanti, il ragazzo inizia la sua nuova vita, seguito sempre e comunque da un referente locale suo responsabile, un/a volontario/a della zona, che cura anche la relazione con la famiglia ospitante e con la scuola.
In tali referenti, perciò, il ragazzo potrà fare affidamento come a guide competenti, poiché i volontari di Intercultura” non sono né potrebbero essere, data la complessità del progetto, persone che improvvisano il loro lavoro, ma facilitatori a cui viene costantemente offerta la possibilità di training formativi e di aggiornamenti. Tutto il loro lavoro (di selezione, preparazione, inserimento ed affiancamento), come dicevo, è anche supportato da studi e ricerche ormai di livello specialistico ed accademico.
Neppure l’età dei candidati (tra i 15/16 anni ed i 17/18) è lasciata al caso: si tratta di un’età in cui la maggior parte dei giovani (da cui le selezioni) è già capace di affrontare la complessità in modo personale, senza avere al contempo ancora un’immagine di sé (e del mondo che le corrisponde) pienamente formata: può perciò darsi il tempo di vivere ed elaborare l’esperienza disorientante” e di ridefinizione” culturale a livello profondamente coinvolgente, al punto da farsene condizionare per la formazione della sua personalità futura. Il tutto sotto l’ombrello degli slogan che ho trovato sui depliant che mi sono stati dati dalla responsabile della mia zona, dei quali voglio riportare il più significativo e rassicurante: Intercultura: ti porta lontano, ti resta vicino“.
Cristina Rocchetto
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