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27 Gennaio 2019Quaderno di regole
27 Gennaio 2019di Maria Paola viale
Johann Sebastian Bach nacque il 21 marzo 1685 a Eisenach, una cittadina che all’epoca contava circa seimila abitanti. «L’infanzia di Bach è poverissima di notizie, eccezion fatta per alcuni avvenimenti familiari […]. L’aneddotica tradizionale vuole Sebastian intento ad apprendere i primi rudimenti musicali dal padre Ambrosius, che gli avrebbe insegnato a suonare il violino e la viola, o occupato a voltare le pagine dei manoscritti mentre il secondo cugino Johann Christoph suonava l’organo nella Georgenkirche» ¹. «Nel 1693-95 frequentò la scuola di latino di Eisenach e , dopo la morte dei genitori (1694-95), fu accolto a Ohrdruf dal fratello Johann Christoph, che gli impartì lezioni di organo e clavicembalo. Nel 1700 lasciò la famiglia del fratello per recarsi a Luneburg, dove entrò a far parte del coro della Michaeliskirche e conobbe G. Bohm. Frequentò inoltre la biblioteca locale, che raccoglieva numerose musiche dei secc. XVI e XVII […]. Dopo essere stato per poco tempo violinista presso la corte di Sassonia-Weimar, nel 1703 divenne organista titolare di S. Bonifacio ad Arnstadt e in breve tempo acquisì una vasta rinomanza come virtuoso. Nel 1705 si recò a piedi a Lubecca (400 Km) per ascoltare il famoso organista D. Bextehude e anche con la speranza di succedere all’ormai anziano maestro; ma tale speranza non si attuò e il giovane musicista trovò un’altra sistemazione (1707) come organista di S. Biagio a Muhl’hausen, dove sposò la cugina Maria Barbara, e compose un gran numero di pezzi per organo e le prime cantate che ci sono pervenute.
A Weimar. Alcuni dissidi con gli immediati superiori lo indussero nel 1708 alle dimissioni e al trasferimento presso la corte di Sassonia-Weimar come organista e musico di camera (violinista e violista). A Weimar continuò la composizione di musiche organistiche, particolarmente gradite al duca, conobbe il cugino J.G. Walther ed ebbe modo di studiare le contemporanee musiche italiane, trascrivendo concerti di A. Vivaldi, A. e B. Marcello e altri e copiando di proprio pugno i Fiori musicali di G. Frescobaldi. Nello stesso tempo crebbe la sua fama di insuperabile organista, consacrata dai concerti che tenne nel 1713-17 a Dresda, halle, Lipsia e in altri centri.
Alla corte di Kothen. I motivi per cui Bach abbandonò nel 1717 il posto a Weimar, in completa disgrazia presso il duca, non sono stati ancora definitivamente chiariti. Nello stesso anno assunse la carica di maestro di cappella alla corte riformata del principe Leopoldo di Anhalt-Cothen a Kothen, con l’incarico di comporre cantate d’occasione e musiche concertistiche. Il fatto che la musica sacra non fosse praticata a Kothen (la corte era di confessione calvinista e perciò ostile all’impiego della musica nel culto) gli consentì di dedicarsi con maggiore applicazione alla musica strumentale; a quel periodo risalgono appunto i 6 Concerti brandeburghesi, le suites e sonate per strumenti soli o accompagnati e soprattutto molta musica per clavicembalo, fra cui spicca il primo volume del Clavicembalo ben temperato. Nel 1721, dopo la morte di Maria Barbara, Bach sposò in seconde nozze la cantante Anna Magdalena Wulcken, figlia di un trombettista locale. Il periodo di Kothen si concluse nel 1723, quando bach accettò il posto di Kantor nella chiesa di S. Tommaso a Lipsia, lasciato vacante da J. Kuhnan.
La maturità a Lipsia. Pur continuando a mantenere il titolo di Kappellmeister a Kothen, non abbandonò più Lipsia, anche se dissidi con i suoi superiori laici ed ecclesiastici gli procurarono non poche amarezze. Durante i primi anni di attività a Lipsia compose un gran numero di cantate sacre e le grandi Passioni, ritornando alla musica strumentale solo verso il 1726. Nel 1729 e fino al 1740 ca assunse la direzione del Collegium Musicum universitario, per il quale compose numerose cantate profane e concerti per uno o più cembali, nonché molta musica strumentale di vario genere. Il ventennio 1730-50 fu occupato dalla composizione della Messa in si minore (1733; in parte dedicata all’elettore di Sassonia e re di Polonia Augusto III, cattolico), alla rielaborazione di sue musiche precedenti, alla soluzione di problemi di contrappunto (esempi illuminanti in tal senso sono il secondo volume del Clavicembalo ben temperato, i corali organistici della raccolta del 1739 e le Variazioni Goldberg ). Nel 1747 il re federico II di Prussia lo invitò a Potsdam, riservandogli grandi onori e assistendo ammirato alle sue magistrali improvvisazioni. Tornato a Lipsia, Bach riconoscente inviò al sovrano l’Offerta musicale, rigorosa elaborazioni berlinesi. Verso il 1749 la salute del compositore cominciò a declinare; la vista si affievolì sempre più e a nulla valsero le operazioni tentate da un oculista inglese di passaggio a Lipsia. Ormai completamente cieco, Bach dettò l’Arte della fuga (la sua ultuma grande composizione, rimasta incompiuta) prima di esser colto da collasso cardiaco, sopraggiunto poche ore dopo un prodigioso recupero delle facoltà visive»². Morì il 28 luglio 1750.