Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
3. 24. L’ascesa di Cesare.
Alleanza con Crasso. Cesare torna a Roma nel 60 a.C. dopo essere stato governatore in Spagna. L’obiettivo era quello di diventare console, ma non aveva denaro sufficiente, e a tal proposito strinse un’alleanza con Crasso, che prima di partire per la Spagna aveva saldato tutti i suoi debiti; ora tornava comodo per comprare voti.
Alleanza con Pompeo. Si alleò anche con Pompeo, che dopo essere tornato dall’oriente, vittorioso, si vide negare dal Senato l’unica richiesta, cioè la distribuzione di terre ai suoi veterani. Cesare lo convince ad allearsi con lui, in modo da fargli ottenere ciò che voleva una volta Console.
Primo triumvirato. I tre strinsero nel 60 a.C. l’accordo di Lucca definito Primo triumvirato: un patto privato di reciproco sostegno, finalizzato in primo luogo ad osteggiare la politica del Senato, in secondo luogo a raggiungere i rispettivi obiettivi: Pompeo si impegna di appoggiare la candidatura di Cesare alle successive elezioni del 59; Cesare si impegna a far ottenere a Pompeo la distribuzione di terre che chiedeva una volta diventato Console; Crasso si impegnava a procurare consensi con fiumi di denaro.
Consolato di Cesare. Nel 59 a.C. Cesare viene eletto Console, come prima cosa tiene fede agli accordi e fa approvare delle leggi in favore dei suoi alleati: riduce le tasse che i governatori delle province d’Asia dovevano versare a Roma, favorendo la classe dei cavalieri a cui apparteneva Crasso; dispone la distribuzione di terre ai veterani di Pompeo. Per fare ciò non procede ad espropri di terre priva, come previsto da Silla, ma acquista dei lotti di terreno con le tasse provenienti dall’oriente e i proventi dei bottini di guerra.
– Auspici. Propone una legge che abolisce la prassi di prendere auspici prima di ogni assemblea legislativa. Sembra poco, ma in realtà è un provvedimento che va contro la classe aristocratica che diceva che gli auspici erano stati sfavorevoli quando temeva leggi a sé sgradite.