Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019dalla Storia moderna
di Carlo Zacco
Il Quarantotto in Francia
La primavera dei popoli”. I moti degli anni 20 e 30 avevano interessato solo poche aree. Tra il 48 e il 49 invece un’esplosione rivoluzionaria pervase tutto il continente, facendo crollare definitivamente l’equilibrio della Restaurazione.
– Le cause immediate vanno cercate nella situazione economica negativa che attraversò l’Europa tra il 46-47, che portò rialzo dei prezzi, disoccupazione e malcontento generale;
– le cause profonde riguardano però un malcontento generale e radicato verso i regimi politici imposti dal Congresso di Vienna: gli insorti rivendicavano ovunque libertà e indipendenza dalle monarchie assolute.
Il Quarantotto in Francia. Nel 1848 in Francia era al potere Luigi Filippo d’Orléans. Il suo governo favoriva la grande borghesia, mentre:
– il diritto al voto apparteneva solo a una ristretta cerchia di cittadini;
– il popolo viveva in misere condizioni ed era costretto a lunghissime giornate di lavoro;
– piccola borghesia (artigiani, professionisti, intellettuali) e operai non erano rappresentati politicamente;
Nel Febbraio 1848 il governo vietò una manifestazione che chiedeva l’allargamento al diritto di voto: il popolo di Parigi insorse; il governo represse la rivolta sparando sulla folla; la rivolta dilagò in tutto il paese. Il Re fu costretto ad abdicare e fu proclamata la Seconda Repubblica.
La Seconda Repubblica. Dopo l’abdicazione di Luigi Filippo si formò un governo provvisorio formato dalle diverse tendenze politiche (liberali, repubblicani radicali, socialisti) che inizialmente trovarono un accordo e vararono delle importanti riforme:
– suffragio universale maschile;
– abolizione della pena di morte;
– istruzione obbligatoria gratuita;
E inoltre repubblicani radicali e dei socialisti ottennero per la classe operaia:
– riduzione della giornata lavorativa a dieci ore;
– istituzione di fabbriche nazionali finanziate dallo Stati.
Rottura dell’equilibrio. Ma l’equilibrio durò poco. Nell’Aprile 1848 si svolsero le prime elezioni a suffragio universale per l’Assemblea Costituente: repubblicani radicali e socialisti furono sconfitti, e si formò un governo liberale moderato, che abrogò le riforme appena varate (dieci ore, fabbriche nazionali). Da qui esplose una nuova rivolta popolare, repressa violentemente dal governo provvisorio.
Luigi Napoleone Bonaparte. Intanto l’Assemblea costituente approvò una costituzione che dava ampi poteri al presidente della repubblica che sarebbe stato: eletto dal popolo; posto a capo del governo. Nelle elezioni del Dicembre 1848, come cinquant’anni prima, i francesi scelsero un uomo forte che prometteva ordine e progresso: vinse Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone I.
Il Quarantotto in Germania
La Confederazione germanica. Dopo il Congresso di Vienna aveva creato in Germania una confederazione di 39 Stati, più o meno piccoli, tra cui la potente Prussia, presieduti dall’Imperatore d’Austria. Era un organismo molto debole:
– da un lato ogni Stato manteneva una propria autonomia;
– dall’altro, durante la restaurazione, si era formato un movimento liberale che chiedeva riforme costituzionali e l’unificazione della Germania.
L’Assemblea nazionale. Alla notizia delle agitazioni del 1848 in Francia, anche in Germania agitazioni e proteste costrinsero i Re a consentire l’elezione di un’Assemblea nazionale, che si riunì a Francoforte per elaborare la Costituzione del futuro Stato tedesco unitario.
Fallimento del progetto unitario. L’Assemblea offrì la corona al Re di Prussia Federico Guglielmo IV, che la rifiutò: sia per non irritare Vienna, sia perché non poteva accettare una corona dal basso. L’Assemblea fu sciolta, e in tutti gli stati tedeschi tornavano i vecchi sovrani.
Il Quarantotto in Austria. Nel 1848 insorsero praticamente tutte le nazioni che facevano parte del grande impero multietnico: ungheresi, boemi, croati, italiani. L’Imperatore licenziò il governo Metternich, schierò l’esercito: Praga venne bombardata e riconquistata; l’Ungheria invasa; il Lombardo-Veneto riconquistato. Alla fine l’imperatore Ferdinando I abdicò in favore del nipote Francesco-Giuseppe.
La rinascita dell’Impero in Francia
La dittatura di Napoleone III. Dopo aver vinto le elezioni del 1848, Napoleone instaurò una dittatura personale. Nel 1851 attuò un colpo di Stato: sciolse il parlamento, modificò la Costituzione in modo da ottenere pieni poteri; l’anno successivo con un plebiscito si fece acclamare imperatore, con nome di Napoleone III. Si trattava di una dittatura plebiscitaria: Napoleone mantenne il suffragio universale, e ricorse spesso al plebiscito per chiamare il popolo ad avallare ogni sua decisione. Un’abile propaganda e una rigorosa censura delle opposizioni gli garantiva il consenso del popolo.
Il secondo impero. In campo economico Napoleone sostenne l’industria, ottenendo l’appoggio della borghesia capitalistica: ottenne così il denaro per ampliare la rete ferroviaria e ristrutturare Parigi.
In politica estera adottò una condotta aggressiva, per imporre nuovamente l’egemonia della Francia: cercò di indebolire l’Austria sostenendo l’unificazione dell’Italia, ma il suo progettò fallì, poiché aveva sottovalutato la potenza della Prussia.
L’Impero tedesco
Lo sviluppo della Prussia. A promuovere l’unificazione della Germania fu la Prussia: era lo Stato più dinamico economicamente, più socialmente compatto, e militarmente forte. Nel 1834 aveva promosso un’unificazione economica promuovendo un accordo doganale fra tutti gli stati tedeschi, ma questo non bastava a rendere la Germania competitiva rispetto alle altre potenze.
Bismarck. Ciò che rendeva forte lo Stato prussiano era l’alleanza tra monarchia, esercito, e Junker (grande proprietà terriera da cui venivano i burocrati e i comandati). Nel 1861 l’alleanza si rafforzò:
– fu eletto al trono Guglielmo I di Hoenzollern;
– fu nominato cancelliere Otto von Bismarck, leader degli Junker.
Bismarck aveva una concezione dello Stato autoritaria: credeva che la borghesia potesse avere un ruolo economico importante ma che in nessun caso doveva prendere parte alla guida dello Stato; concepiva inoltre l’unificazione tedesca come un’espansione della Prussia. Diede avvio dunque a una serie di guerre coi nemici storici della Prussia: Austria e Francia.
La guerra austro-prussiana. La confederazione germanica era presieduta dall’Austria: ovviamente il progetto di Bismarck portò a un conflitto con quest’ultima, che fu sconfitta nel 1866 grazie anche all’appoggio dell’Italia (indipendente dal 1861). La Confederazione Germanica fu sciolta, e nacque la Confederazione della Germania del Nord, presieduta dalla Prussia.
La guerra franco-prussiana. Francia e Prussia aspettavano il momento adatto per farsi guerra, timorose l’una per il rafforzamento dell’altra. La guerra scoppiò in seguito a una serie di provocazioni di Bismarck, interessato ai territori dell’Alsazia e della Lorena, abitati anche da popolazioni di lingua tedesca. Napoleone era convinto della superiorità francese, ma commise un errore di valutazione rispetto all’esercito prussiano (molto forte, organizzato e ben equipaggiato), e fu sconfitto nel 1870 a Sédan. Napoleone abdicò, e a Parigi venne subito proclamata la repubblica.
L’armistizio. Nel Gennaio 1871 fu firmato l’armistizio, nel quale la Prussia chiedeva la cessione di Alsazia e Lorena, e lo stanziamento di truppe tedesche in territorio francese. Inoltre Guglielmo I si fece nominare imperatore proclamando il Secondo Reich. A maggior umiliazione della Francia, la proclamazione avvenne nella reggia di Versailles.
La comune di Parigi. Dopo l’armistizio, a causa delle dure condizioni imposte dalla Prussia, il popolo di Parigi insorse, e prese il controllo della città: vennero indette elezioni a suffragio universale e formato un governo rivoluzionario di stampo socialista chiamato la Comune. Il governo ebbe vita breve, appena due mesi, dopo i quali fu represso violentemente. Ma fu un importante precedente per i movimenti socialisti degli anni successivi.
L’Impero d’Austria si divide
Le riforme. Dal 1848 l’Imperatore Francesco Giuseppe introdusse una serie di importanti riforme:
– abolì la servitù della gleba;
– migliorò l’istruzione tecnica;
– ampliò la rete ferroviaria.
Spinte per l’indipendenza. Nonostante ciò le spese per il mantenimento dell’enorme burocrazia imperiale erano altissime, e a ciò si aggiungeva l’irrequietezza delle etnie e delle nazionalità che facevano parte dell’impero: tutte chiedevano l’indipendenza. In particolare le popolazioni slave, che nel 1830 diedero vita al movimento panslavista, con l’obiettivo di liberare tutte le popolazioni slave dal dominio austriaco e ottomano.
Nasce l’Impero austro-ungarico. I tentativi di reprimere le rivolte indipendentiste fallirono: nel 1861 perse il Lombardo-Veneto; nel 1866 fu sconfitta dalla Prussia. Nel 1867 l’Imperatore cercò di salvare il salvabile tramite un compromesso con gli ungheresi, la più forte delle nazionalità: l’impero venne diviso in due regni con parlamenti separati, ma che avevano in comune la figura dell’Imperatore e alcuni ministri. Nasceva l’Impero Austro-Ungarico. Così gli ungheresi erano a posto, ma restavano boemi e slavi.
L’impero russo
Arretratezza. La Russia era lo stato più grande del mondo, ma anche il più arretrato. Il 90% della popolazione viveva nelle campagne. I terreni coltivabili erano sconfinati ma le tecniche agricole erano ancora antiquate: produttività bassissima, uso massiccio di manodopera servile, attrezzature e tecniche obsolete. La società era ancora di tipo feudale ed esisteva la servitù della gleba.
Le riforme di Alessandro II. A metà Ottocento si diffuse l’idea che la causa principale dell’arretratezza russa fosse nella servitù della gleba: con una quantità di schiavi così abbondante i nobili proprietari terrieri non avevano alcun interesse a modernizzare le tecniche di produzione. Ma la sconfitta della Guerra di Crimea e le conseguenti rivolte contadine diedero man forte al partito dei riformatori, che ottennero dallo Zar importanti provvedimenti:
– eliminazione della servitù della gleba (1861);
– riduzione del servizio militare a 6 anni;
– meno censura nella stampa;
– creazione di assemblee elettive provinciali e comunali;
– riforma sistema giudiziario: processi pubblici, eliminazione delle pene più inumane.
L’impero ottomano
Il grande malato”. Anche l’impero ottomano si trovava in uno stato di grande arretratezza economica, politica, militare. Quest’arretratezza favorì le spinte all’indipendenza dei vari popoli, che si ribellarono, sempre aiutati dagli stati occidentali che volevano approfittare della situazione per estendere più a oriente la loro influenza. Le potenze più interessate erano:
– l’Impero Austriaco: indebolito nella sua parte occidentale (Italia) cercava di farsi largo più a oriente;
– l’Impero Russo: mirava al controllo del Mar Nero che dava accesso al Mediterraneo; la Russia si proponeva come protettore dei popoli slavi e ne sosteneva le cause nazionali.
La Gran Bretagna. In mezzo a questi interessi, si frapponeva la Gran Bretagna, anch’essa a capo di un grande impero coloniale, poiché temeva che un’eccessiva egemonia della Russia in quelle zone potesse compromettere i propri traffici con l’oriente. Nel 1840 scoppia tra Inghilterra e Russia un conflitto per l’egemonia in Afganistan, appartenente all’Impero ottomano.
Guerra di Crimea. Sempre secondo questa logica, nel 1853 la Russia invade Moldavia e Valacchia, soggette all’impero ottomano. L’Inghilterra si schierò con l’Impero ottomano e coinvolse nella guerra prima la Francia, poi, nel 1855, il Regno di Sardegna. La guerra si svolse sulla penisola di Crimea, dove venne assediata la fortezza russa di Sebastopoli. La guerra si concluse quando anche l’Austria minacciò di entrare in funzione antirussa.
– Congresso di Parigi. Nel 1856 si tenne a Parigi un congresso che impediva alle navi da guerra russe di oltrepassare i Dardanelli e sfociare nel Mediterraneo: la caduta dell’impero ottomano era solo rimandata.