La primavera Hitleriana di Eugenio Montale
28 Dicembre 2019Dov’è più azzurro il fiume di Italo Calvino
28 Dicembre 2019“La bufera e altro” (1956) è una delle raccolte più importanti, complesse e intense di Eugenio Montale.
Pubblicata dopo Le occasioni (1939), essa rappresenta una fase di maturità stilistica e filosofica, in cui i temi dell’esistenza e della storia si intrecciano con riflessioni personali e visioni più universali. Questa raccolta affronta non solo il dramma individuale dell’uomo di fronte al nulla, ma anche quello collettivo, segnato dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale e dalle tensioni del dopoguerra.
Temi principali
- La bufera come metafora: Il titolo della raccolta, La bufera e altro, allude direttamente alla distruzione, al caos e alla violenza della guerra e della storia. La bufera è simbolo non solo della tempesta bellica che ha sconvolto l’Europa, ma anche del disordine interiore, dell’incapacità dell’uomo di trovare un punto fermo in un mondo sconvolto. Tuttavia, il “e altro” apre la possibilità di qualcosa oltre la distruzione, un residuo di significato o di speranza, anche se frammentario o precario.
- Il rapporto con la storia e la guerra: Montale, che ha vissuto in prima persona i conflitti mondiali, inserisce nella sua poesia una riflessione sulla violenza della storia. Il senso di distruzione e precarietà che emerge dalle sue liriche non è solo individuale, ma riguarda l’intera condizione umana. La guerra diventa simbolo del naufragio della civiltà, e la poesia cerca di catturare l’angoscia e lo smarrimento di fronte a questa realtà.
- La ricerca del divino e la presenza del sacro: A differenza delle raccolte precedenti, in La bufera e altro si nota una maggiore apertura verso una dimensione spirituale o religiosa, pur sempre contraddittoria e problematica. Montale, pur rimanendo agnostico, sembra evocare il bisogno di un segno di trascendenza, anche se questo segno appare spesso come un miraggio o una delusione. Il “divino” non si manifesta direttamente, ma emerge nella nostalgia per un ordine perduto o in simboli enigmatici che si offrono alla contemplazione, senza però svelarsi completamente.
- Le figure femminili: Come in altre opere di Montale, anche qui la figura della donna riveste un ruolo centrale. Le figure femminili nella raccolta, come Clizia (ispirata all’amore per Irma Brandeis), rappresentano un punto di contatto con la speranza, una sorta di epifania di bellezza e di purezza in mezzo alla desolazione della storia. Clizia è una figura angelica, quasi mistica, capace di rivelare brevi momenti di verità o di grazia, ma destinata a scomparire come un’illusione. Questi momenti di rivelazione sono intensi, ma brevi e fugaci, come lampi nella tempesta.
- La crisi dell’esistenza: Un altro tema dominante è la crisi dell’esistenza, la percezione della vita come un enigma insolubile. Montale si interroga sulla condizione umana, intrappolata tra la sofferenza, il dolore e l’incapacità di accedere a una verità ultima. La poesia diventa così un mezzo per esprimere questa crisi, senza fornire risposte definitive, ma esplorando il vuoto e il nulla che spesso circondano l’esistenza.
Stile e struttura
- Oscurità e frammentarietà: Lo stile di La bufera e altro è più oscuro e frammentario rispetto alle raccolte precedenti. Montale utilizza immagini complesse, a volte ermetiche, che riflettono la frammentarietà dell’esperienza umana e il caos della storia. Le poesie spesso non offrono una narrazione lineare o una visione chiara, ma sono costellate da simboli ambigui, da lampi di intuizione che illuminano solo parzialmente il significato.
- Simboli e immagini: Montale utilizza una vasta gamma di simboli per descrivere la sua visione del mondo. La “bufera” è solo uno dei molti simboli che popolano la raccolta: troviamo riferimenti alla natura (venti, mare, cielo), simboli religiosi o mitici (Clizia, angeli, fiamme), ma anche immagini di distruzione e rovina (rovine, macerie, fuoco). Questi simboli non hanno un significato univoco, ma sono spesso aperti a molteplici interpretazioni, rispecchiando la complessità e l’ambiguità della realtà.
- La forma poetica: La metrica delle poesie in La bufera e altro varia tra forme più tradizionali e un verso libero più spezzato, in cui l’andamento del discorso poetico rispecchia l’irregolarità e l’inquietudine dei temi trattati. Il lessico è raffinato, ma non esente da scarti e da toni più crudi, che sottolineano la tensione tra il desiderio di ordine e la realtà del disordine.
Alcune poesie significative
- “La bufera”: Il componimento che dà il titolo alla raccolta è una riflessione sulla violenza della guerra e della storia. La “bufera” è sia un fenomeno naturale sia una metafora della crisi storica e individuale. In questo contesto, Clizia appare come una figura di luce, una sorta di angelo che porta un messaggio di speranza, anche se questa speranza è sempre fragile e minacciata.
- “Piccolo testamento”: Questa poesia, posta verso la fine della raccolta, ha il tono di un bilancio esistenziale. Montale riflette sul significato della vita e della sua opera poetica, riconoscendo l’impossibilità di trovare una verità definitiva. Tuttavia, anche in questa incertezza, rimane una sorta di resistenza, un rifiuto di cedere al nulla totale.
- “Il sogno del prigioniero”: Questa poesia affronta il tema dell’attesa e della libertà. Il prigioniero, rinchiuso e costretto, sogna una liberazione che, però, si rivela essere solo un’illusione. La poesia riflette sul tema della condizione umana come prigionia, in cui ogni speranza di riscatto è destinata a essere frustrata.
Conclusione
La bufera e altro rappresenta uno dei vertici della poesia di Eugenio Montale. In questa raccolta, il poeta affronta temi complessi come la crisi esistenziale, la distruzione portata dalla storia e la ricerca di una verità o di una speranza, seppure fragile e transitoria. Lo stile ermetico e frammentario riflette la difficoltà di trovare un ordine in un mondo caotico, ma anche la necessità di continuare a cercare significati, nonostante tutto. Montale, attraverso i suoi simboli e le sue immagini, ci offre una visione del mondo in cui la bellezza e la rovina, la luce e il buio coesistono in un fragile equilibrio.