Canto tredicesimo dell’Inferno
28 Dicembre 2019Le arpie. Eneide, III, 192-269
28 Dicembre 2019“La casa” di Claudio Chieffo è una canzone che esprime in maniera intima e profonda il tema della ricerca di un luogo di appartenenza e di rifugio, metaforicamente rappresentato dalla “casa”.
Questa casa non è solo uno spazio fisico, ma un simbolo di accoglienza, amore e sicurezza, rappresentato dall’abbraccio divino.
Chieffo, attraverso un linguaggio semplice, ma poetico, intende esprimere la sua gratitudine a Dio.
Infatti, “La casa” di Claudio Chieffo è una canzone carica di significato simbolico e spirituale, in cui il tema della casa rappresenta non solo un luogo fisico, ma un concetto di rifugio spirituale e di appartenenza. La canzone è un inno alla speranza, alla rinascita e alla fede in Dio, contrapposta alla distruzione e al vuoto delle logiche mondane. In questo testo, Chieffo riflette sul conflitto interiore tra il mondo terreno, fatto di potere e politica, e la speranza di un amore più grande, quello divino, capace di ricomporre le divisioni e portare nuova vita.
Analisi del testo
La contrapposizione tra mondo terreno e amore divino
“Questioni di politica e di potere anche tra noi, tra noi fratello,
non posso rassegnarmi a usare ancor le armi che ci ha donato il mondo tempo fa,
che un giorno ho rifiutato in nome del Suo amore,
in nome della Sua diversità.”
Il brano si apre con una riflessione sulla politica e sul potere, che persino tra fratelli, tra persone che dovrebbero essere unite, causano divisioni e conflitti. Chieffo esprime la sua resistenza nell’usare le “armi” che il mondo offre – strumenti di potere, controllo e conflitto – che egli ha rifiutato in nome dell’amore di Dio. Il riferimento alla “Sua diversità” sottolinea come l’amore divino sia radicalmente diverso dalle logiche umane, basate su interesse e ambizione.
La distruzione e la perdita
“Tutto è stato ricomposto:
la montagna è stata spianata e la casa bruciata
e la cenere dispersa nel vento…”
Qui il testo assume un tono più malinconico e riflessivo. La “casa bruciata” e la “cenere dispersa nel vento” rappresentano la distruzione di qualcosa di prezioso, forse una comunità o un luogo sicuro, un riferimento simbolico alla perdita della fede o della speranza. Nonostante la distruzione, c’è l’idea che tutto sia stato “ricomposto”, suggerendo che, nonostante la rovina materiale, esiste la possibilità di una ricostruzione, ma su basi diverse.
La critica alla superficialità religiosa
“Il nuovo fariseo si è costruito un cristo di plastica,
fatto a sua immagine e perfetta somiglianza,
può farlo muovere, anche parlare,
ma non ha la speranza.”
In questo passaggio, Chieffo critica l’ipocrisia e la superficialità di certa religiosità, rappresentata dal “nuovo fariseo”, che si costruisce un “cristo di plastica”, una figura vuota e artificiale, fatta a immagine e somiglianza dell’uomo, piuttosto che riflettere la vera natura di Dio. Questo Cristo di plastica può sembrare realistico, può persino “parlare”, ma manca dell’elemento essenziale: la speranza. Qui Chieffo denuncia il pericolo di una religione che diventa solo un simulacro, un prodotto manipolato dall’uomo che perde il suo valore salvifico.
La persistenza del male e la speranza della rinascita
“Il giorno sta per finire,
il male non passa col tempo e la casa bruciata
e la cenere dispersa nel vento…”
Il male, secondo Chieffo, non è qualcosa che si dissolve con il passare del tempo. La casa bruciata e la cenere dispersa simboleggiano la continuità della sofferenza e della perdita. Ma l’idea del “giorno che sta per finire” apre anche alla possibilità di una nuova alba, di una rinascita.
Il dono della vita e l’attesa
“Il sole rosso batte sui vetri delle mie finestre:
è festa grande e gli amici vengono da lontano.
Oggi ci è nato un figlio,
per questo Ti aspettiamo.”
Il tono del brano cambia improvvisamente con l’introduzione della nascita di un figlio, che simboleggia la vita nuova, la speranza e la gioia. Il sole rosso che batte sui vetri richiama l’idea di una festa, di un momento di celebrazione. Gli “amici che vengono da lontano” indicano una comunità che si raduna per condividere questo momento speciale. La nascita del figlio può essere interpretata come un riferimento simbolico alla nascita di Cristo, che porta con sé la speranza e la redenzione.
L’attesa del compimento
“Ecco!”, gridano i bambini,
mi alzo e corro ad aprire: “È tanto che Ti aspettiamo.
Ora si può cominciare.”
Il finale della canzone è un’esplosione di gioia e attesa: i bambini, simbolo di innocenza e speranza, gridano all’arrivo di qualcosa di grande. L’artista si alza e corre ad aprire la porta, ansioso di accogliere colui che hanno aspettato. Questo momento rappresenta l’accoglienza di Cristo, del compimento della promessa divina. Il verso “Ora si può cominciare” suggella l’inizio di una nuova fase, una rinascita spirituale, in cui tutto può finalmente iniziare sotto la guida di Dio.
Temi principali
- Il conflitto tra politica e fede: Chieffo denuncia la corruzione e la divisione portate dal potere e dalla politica, anche tra fratelli, contrapponendole alla purezza e all’amore di Dio, che offre un’alternativa diversa, basata su una visione del mondo più elevata e spirituale.
- La distruzione e la rinascita: La “casa bruciata” e la “cenere dispersa nel vento” rappresentano la distruzione delle certezze umane, ma anche la possibilità di una rinascita attraverso la fede e la speranza. Anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre la possibilità di una ricostruzione spirituale.
- Critica alla religiosità superficiale: Il “cristo di plastica” rappresenta la critica di Chieffo verso chi svuota la religione del suo vero significato, trasformandola in una semplice forma esteriore senza contenuto. L’autenticità della fede viene contrapposta all’ipocrisia di chi manipola la religione a proprio vantaggio.
- L’attesa e la speranza: La canzone termina con un senso di attesa gioiosa e speranza. La nascita di un figlio e l’attesa di un incontro divino simboleggiano l’arrivo di un nuovo inizio, di una promessa che si realizza. È l’invito a una rinascita spirituale che coinvolge l’intera comunità.
Conclusione
“La casa” di Claudio Chieffo è una canzone che mescola malinconia e speranza, critica sociale e fiducia in un amore superiore. Il tema della casa, simbolo di rifugio e appartenenza, si alterna a immagini di distruzione e ricostruzione, rappresentando il viaggio spirituale dell’uomo alla ricerca di significato e di redenzione. L’attesa finale per l’arrivo di Dio diventa un simbolo di una speranza che non muore mai, un invito a credere nella possibilità di un nuovo inizio, anche dopo la distruzione.
Testo della canzone “La casa” (Claudio Chieffo)
Questioni di politica e di potere anche tra noi, tra noi fratello,
non posso rassegnarmi a usare ancor le armi che ci ha donato il mondo tempo fa,
che un giorno ho rifiutato in nome del Suo amore,
in nome della Sua diversità.
Tutto è stato ricomposto:
la montagna è stata spianata e la casa bruciata
e la cenere dispersa nel vento…
Il nuovo fariseo si è costruito un cristo di plastica,
fatto a sua immagine e perfetta somiglianza,
può farlo muovere, anche parlare,
ma non ha la speranza.
Il giorno sta per finire,
il male non passa col tempo e la casa bruciata
e la cenere dispersa nel vento…
Il sole rosso batte sui vetri delle mie finestre:
è festa grande e gli amici vengono da lontano.
Oggi ci è nato un figlio,
per questo Ti aspettiamo.
“Ecco!”, gridano i bambini,
mi alzo e corro ad aprire: “È tanto che Ti aspettiamo.
Ora si può cominciare”.