Berlino
27 Novembre 2022“1945 Ich bin Schwanger” (sono incinta) di A. Di Gianantonio e G. Pete…
28 Novembre 2022Situata in mezzo alla campagna italiana, tra Pavia e Milano, spicca tra il paesaggio con le sue architetture ornate e belle facciate, in un’area immersa nel cuore delle risaie. La Certosa di Pavia è un monastero secolare, e contiene uno dei chiostri più grandi del mondo, di 110 x 120 metri.
Alle origini di tutte le Certose
Bruno di Colonia, con sei compagni, voleva darsi alla vita monastica. Fu accolto dal vescovo San Ugo di Grenoble che l’aiutò a fondare un monastero nel suo territorio, la Grand Chartreuse, poiché aveva sognato le sette stelle, e il giorno dopo gli si presentarono i sette fondatori dell’ordine.
Breve storia del monastero della Certosa di Pavia
Il motivo che spinge Gian Galeazzo Visconti a promuovere la realizzazione di un progetto grandioso, la Certosa delle Grazie, da cui l’acronimo Gra Car, cioè Gratiarum Carthusia, che ricorre sulla pavimentazione e su alcune pareti della Certosa
All’inizio del XV secolo Gian Galeazzo Visconti (1351-1402), , al culmine della sua potenza, può considerarsi il principale signore d’Italia.
Tuttavia è insoddisfatto per l’andamento dei lavori alla Certosa che, a 5 anni dall’inizio, non progrediscono affatto con quella velocità che avrebbe desiderato per un’opera da lui promossa e finanziata.
Concepita quindi come mausoleo e monastero di famiglia per Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, e di suo figlio Filippo Maria, la Certosa di Pavia fu costruita nei terreni di caccia della famiglia nella parte sudoccidentale della Lombardia. Anche se i lavori iniziarono già nel 1396, l’impresa fu tale che la costruzione non terminò fino al 1507.
Il primo architetto fu Bernardo da Venezia (che progettò anche il vicino Castello di Visconteo Pavia) e l’interno fu progettato per imitare quello dell’iconico (e vicino) Duomo di Milano.
Bernardo da Venezia, intagliatore, scultore ed architetto, che aveva lavorato anche al Duomo, viene nominato “ generalis ingenierius”. Egli per la planimetria della chiesa e il rapporto tra navata centrale e navate laterali si ispira al Duomo di Milano.
L’intero complesso di edifici comprendeva celle per i monaci (ogni cella ha il suo giardino), due serie di chiostri, una farmacia (il negozio vende ancora oggi una vasta gamma di tisane) e cantine. Oltre al riso, la campagna circostante è ricca di vigneti e terreni agricoli.
I primi abitanti della Certosa (Chartreuse in francese) furono un ordine di monaci certosini. Vissero nel labirinto di edifici complessi fino al 1782 quando furono costretti ad andarsene per ordine dell’imperatore austriaco Giuseppe II. Altri ordini di monaci hanno vissuto negli edifici fino all’arrivo dell’ordine cistercense negli anni ’60. I monaci benedettini vivono e lavorano ancora in loco fino ad oggi.
Cosa vedere alla Certosa di Pavia
Il vestibolo con l’abbreviazione Gra Car, che sta per Gratiarum Carthusia, e gli affreschi allegorici, come il Sole + Colombina, voluti dai Visconti.
L’esterno e la facciata della chiesa
Il motivo principale per cui le persone fanno il viaggio di 8 km a nord della città universitaria di Pavia per vedere questa bellissima chiesa è il fascino di un edificio per metà gotico e per metà rinascimentale, poiché la costruzione iniziò alla fine dell’era tardogotica, ma il completamento avvenne in epoca rinascimentale.
Il gotico (pinnacoli e guglie) che incontra uno degli esempi più famosi e belli di architettura rinascimentale in tutta Italia (la facciata), rende l’edificio ancora più unico e affascinante.
Sulla facciata anteriore della chiesa ci sono intagli e rilievi, tutti finemente lavorati, e un meraviglioso alternarsi di svariati marmi, tra cui quello di Carrara e di Candoglia, e Porfido rosso.
Alla base i medaglioni con figure di imperatori, allegorie e sapienti dell’antichità, sopra di esse lastre di marmo scolpite con storie della vita di Cristo, che completa e supera con il suo vangelo la filosofia antica.
Il bassorilievo del portale
Vale la pena poi fermarsi ad ammirare i bassorilievi del portale, dedicati alla storia della costruzione della Certosa. Il portale è opera di collaborazione tra l’Amadeo e il suo allievo Benedetto Briosco ed è caratterizzato da colonne binate e bassorilievi in cui Gian Galeazzo Visconti è protagonista.
Per esempio, In uno dei rilievi della facciata si può notare la posa della prima pietra che risale al 1396, ad opera di Gian Galeazzo Visconti.
Per volontà di Galeazzo Maria Sforza l’esecuzione della facciata è affidata ai fratelli milanesi Cristoforo ed Antonio Mantegazza che si impegnano ad eseguire “totam fazatam… ac portam cum fenestris et aliis laboreriis pro ipsa fazata… e marmore albero”.
Nell’agosto successivo sempre per volontà del duca, ai fratelli scultori si affianca Giovanni Antonio Amadeo al quale sono commissionate la metà delle sculture previste.
Cristoforo Mantegazza (Pavia, intorno al 1430-1482) è stato uno scultore italiano attivo dal 1464. Fra le altre opere, collaborò dal 1472 insieme al fratello Antonio alla facciata della Certosa di Pavia, di cui esegui l’ornamentazione a rilievo dello zoccolo della parte sinistra, mentre l’Amadeo realizzava quella della parte destra. Nella facciata della Certosa di Pavia suo è il rilievo con la Cacciata dei Progenitori, in cui la composizione ad angoli acuti è sbilanciata, le espressioni stravolte dei progenitori derivano dall’arte ferrarese.
L’interno della chiesa
L’ impianto della Certosa è a croce latina, con navata centrale e due navate laterali.
All’interno abbondano affreschi riccamente dipinti, sculture in legno e piccole cappelle. La navata centrale attrae immediatamente l’occhio, ma una passeggiata lungo le navate laterali è altrettanto affascinante, anche per le opere che vi si trovano sopra gli altari.
Nel 1451, Francesco Sforza, divenuto nuovo Signore di Milano, in seguito al matrimonio con la figlia del defunto Filippo Maria Visconti, invia alla Certosa l’architetto Giovanni Solari, affinché prenda in esame il progetto per la costruzione della chiesa.
Giovanni Solari appartiene ad una generazione di architetti sensibili al gusto gotico, ma è anche incline al recupero di temi e schemi della traduzione romanica lombardo-emiliana.
Così, nella chiesa della Certosa in cui lo spazio interno è suddiviso in tre navate, una maggiore e due minori, coesistono elementi del romanico, unitamente al moto ascensionale tipico dello stile gotico che si può notare sia all’esterno che all’interno della chiesa.
Notevole anche il soffitto con volte a crociera tondeggianti, che si intersecano in medaglioni nella chiave di volta, dove si incrociano i costoloni. Le volte esapartite sono dipinte alternativamente con motivi geometrici e con un cielo stellato.
Sui lati vetrate quattrocentesche, con l’arcangelo Michele, da una parte e santa Caterina D’Alessandria dall’altra.
Il transetto
La visita prosegue oltre il capocroce, costituito da una balaustra in ferro intagliato, che fino alla permanenza dei certosini rappresentava un limite invalicabile per i fedeli, di libero accesso solo per i certosini.
Ora invece i benedettini ci aprono il transetto, e ce lo illustrano per una offerta libera.
Nel transetto della chiesa (pianta a croce latina) appaiono opere d’arte da mozzafiato, come il legno intarsiato del coro nel presbiterio, parte interdetta ai monaci fratelli conversi, realizzato tra il 1487 e il 1498.
Daniele Crespi, vissuto appena 30 anni (1600-1630), realizzò gli affreschi del presbiterio tre anni prima di essere colto dalla peste.
Sul lato meridionale del transetto la tomba di Gian Galeazzo Visconti, traslata da San Pietro in Ciel D’Oro quando lo permise lo stato di avanzamento dei lavori della Certosa.
Sul lato settentrionale il monumento sepolcrale di Ludovico il Moro, morto in Francia nel 1508, e di sua moglie Beatrice d’Este, morta giovanissima, con grande disperazione del marito.
Nella sacrestia vi è un altare arricchito da un trittico del 1947 e da 64 formelle, con scene scolpite in avorio.
Nell’abside di destra del transetto è collocato un affresco di Bergognone con Gian Galeazzo Visconti che presenta alla vergine il modello della Certosa tra Filippo Maria Visconti, Galeazzo Maria Sforza e Gian Galeazzo Sforza, eseguito tra il 1490-1495.
Presenti anche altre opere di Bergognone, come la Pala di Sant’Ambrogio (1490), quella di San Siro(1491) e la Crocifissione (1490).
Inoltre vi sono una Madonna delle Grazie del Briosco e un’Assunzione del Procaccini nei pressi della porta che conduce al piccolo chiostro
Chiostri
I due chiostri sono decorati con dettagli in terracotta, circondati da colonnine in marmo di Carrara e Candoglia, e pieni di fiori che sbocciano nei mesi estivi.
Notevole soprattutto il lavabo in cotto di Giovanni Antonio Amadeo.
Dal piccolo chiostro si può fruire di una visione suggestiva dell’esterno della chiesa con il tiburio gotico fortemente complementare alle architetture rinascimentali.
I 24 monaci furono ospitati ciascuno in una cella, nella quale vivevano la maggior parte della giornata, isolati anche dai confratelli, dotata di giardino interno, sala di meditazione e preghiera di fronte al crocifisso e ampi spazi interni, dotati anche di camino, per tutte le necessità, vanto del duca di Milano, che era orgoglioso di questa loro particolare collocazione.
I certosini durante l’anno non mangiavano carne o pesce, erano quindi vegetariani, e addirittura vegani in avvento e quaresima, perché in quei periodi liturgici non si cibavano di latte e derivati.
Museo della Certosa di Pavia (Museo e Pinacoteca)
Grazie alla sua ricca storia, il monastero ha raccolto nel corso degli anni un discreto numero di dipinti, affreschi e sculture. Molti dei pezzi impressionanti della Certosa sono esposti nella galleria d’arte e nel museo, e vale assolutamente la pena fare una passeggiata. Qui sono presenti i calchi in gesso dei fregi dalla facciata della chiesa, testimonianze della storia della zona e dipinti religiosi di alcuni dei più grandi artisti del Medioevo.
Negozio monastico
Prima di lasciare il complesso, assicurati di entrare nel negozio che vende molti prodotti realizzati dai monaci che vivono nel monastero. C’è una vasta gamma di tisane, bevande alcoliche, saponi e miele per citarne solo alcune cose in offerta.