Rerum novarum di Leone XIII (1891)
9 Agosto 2023Scuola: l’ignavia dei governi
11 Agosto 2023Il sonetto “Die Stadt” è stato scritto da Georg Heym nel 1911, poeta espressionista tedesco. In questo testo, Heym rappresenta l’anonimato e la monotonia della vita cittadina. Descrive la città come un essere vivente, e i suoi abitanti non come individui, ma come una grande massa di persone indistinta e soffocata nella sua individualità.
Scarica le slide qui sotto:
Biografia e tre poesie di Georg Heym in formato power point
Biografia e tre poesie di Georg Heym in formato pdf
Die Stadt
Im Dunkel ist die Nacht. Und Wolkenschein Wie Aderwerk gehn Straßen durch die Stadt, Gebären, Tod, gewirktes Einerlei, Und Schein und Feuer, Fackeln rot und Brand, |
La città
La notte immersa al buio. E la luce delle nuvole Le strade attraversano come vene la città, Parto, morte, monotonia lavorata, E la luce e il fuoco, la fiaccola rossa e l’incendio
|
Il sonetto di Heym “Die Stadt” è diviso in quattro strofe. Inizia con una scena notturna in cui le nuvole nel cielo rivelano la luna. La notte sembra ampia e sconfinata e l’oscurità è rotta dal bagliore delle case, che si intravede dalle finestre. Heym paragona le finestre illuminate agli occhi della città, come se fosse una creatura gigantesca, con migliaia di occhi.
Nella seconda strofa si parla ancora di più della città come essere vivente e le sue strade sono paragonate alle vene del corpo umano.
La terza strofa mostra quanto i sentimenti di ogni persona sembrino poco importanti, in una città moderna.
La quarta strofa parla di un incendio, il cui bagliore può essere visto da lontano di notte.
I suoni della città non sono rumori individuali, ma si fondono in un unico rumore.
Gli eventi speciali nella vita delle persone, come la nascita o la morte, non sono più importanti in un contesto urbano.
La città – Georg Heym: forma
“La città” è in forma di sonetto. La poesia è composta da due quartine e due terzine. C’è una rima incrociata nelle quartine, mentre le terzine hanno ciascuna una rima baciata ripetuta. La forma del sonetto non è affatto tipica dell’era espressionista, poiché gli espressionisti preferivano esprimersi in versi più liberi, tuttavia, la forma rigorosa del sonetto riflette molto bene il contenuto della poesia. Nella poesia di Heym, la grande città appare come una prigione che priva di ogni individualità. Un gran numero di persone vive in città in uno spazio ristretto e mentre le persone sono stipate in città, anche le parole vengono pressate nella forma rigida del sonetto.
Rima incrociata la rima: la riconosci sempre dallo schema di rima abba. Questo può essere visto, ad esempio, nella prima strofa.
Rima baciata in mucchio: questa rima ha lo schema di rima CCC, quindi tre strofe consecutive fanno rima. Puoi vederlo, ad esempio, nella terza stanza
Quartina: questa è una strofa composta da quattro versi, come la prima.
Terzina: È così che chiami una strofa composta da tre versi, per esempio la terza strofa.
Il metro della poesia è molto regolare e quasi monotono, e riflette la vita monotona e noiosa della città.
La città – Georg Heym: Lingua
Nel suo sonetto, Heym descrive la città come un essere vivente e confronta edifici come strade o case con parti del corpo di un essere umano o di un animale. Le finestre «sbattono le palpebre» (v. 4) e le strade percorrono la città come «un’opera di vene» (v. 5). Tuttavia, sono i residenti che danno vita alla città: senza le persone, il corpo della città sarebbe senza vita. Il battito delle palpebre può essere provocato dall’aprirsi e chiudersi delle persiane o delle persiane, e più che sangue, sono le folle che “ingoiano” (v. 6) nelle vene della città, animandola. Questo crea una situazione contraddittoria, perché mentre la città si anima attraverso l’esistenza delle persone, le priva di un po’ di gioia di vivere e vivacità attraverso la monotonia e la monotonia.
Heym descrive la città come un essere vivente, quasi un gigantesco mostro. Usa due iperboli, cioè esagerazioni, per mostrare le dimensioni della città. Sembra che ci sia un numero infinito di case e non si può contare il numero di persone che ogni giorno vengono in città. Dove sono le iperboli nella poesia?
C’è un enjambement, cioè il salto di linea, nella prima strofa? A causa dell’intreccio, la frase è divisa in due versi, cioè strappata in due, per così dire.
La poesia di Heym “Die Stadt” parla della monotona vita cittadina, che priva le persone sia di un pezzo di individualità che di un pezzo di vitalità. La perdita di identità rappresentata nel poema è un tratto tipico dell’espressionismo, così come lo stesso motivo della città. La forma austera del sonetto rafforza anche l’immagine della città come una prigione. La rappresentazione di Heym della vita cittadina vale ancora oggi: mentre la vita nella (grande) città porta con sé molte possibilità e possibilità, è facile perdersi nel ritmo veloce e nel trambusto della città e perdersi nonostante molte persone si sentono sole e sole.