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10 Marzo 2019Imperialismo
10 Marzo 2019La condizione umana è un tema centrale sia in Giacomo Leopardi che in Arthur Schopenhauer, due figure che condividono una visione profondamente pessimistica dell’esistenza, pur differendo nei dettagli del loro pensiero e nei rispettivi approcci.
Leopardi
Per Giacomo Leopardi, la condizione umana è dominata dal dolore e dalla sofferenza, derivanti dalla natura stessa della vita e dall’indifferenza della natura verso l’uomo. Leopardi concepisce la natura come una forza cieca e crudele, che genera e distrugge senza scopo. Gli uomini, mossi dal desiderio di felicità, si scontrano con l’impossibilità di raggiungerla, poiché essa è un’illusione creata dall’immaginazione.
Ne Lo Zibaldone e nei Canti, Leopardi sottolinea il contrasto tra il desiderio infinito dell’uomo e la limitatezza delle sue capacità. La ragione, che svela le illusioni, priva l’uomo delle consolazioni offerte dalla fantasia, esacerbando il suo dolore esistenziale. Tuttavia, Leopardi propone la “solidarietà degli infelici”, ovvero una sorta di alleanza tra gli uomini contro l’indifferenza della natura, come unica forma di resistenza al pessimismo cosmico.
Schopenhauer
Arthur Schopenhauer, influenzato dalla filosofia orientale, in particolare dal buddhismo e dall’induismo, descrive la condizione umana come una lotta incessante causata dalla volontà di vivere (Wille zum Leben), un impulso cieco e irrazionale che domina tutti gli esseri viventi. La volontà genera desideri incessanti, che a loro volta portano a dolore e insoddisfazione, poiché il soddisfacimento di un desiderio è solo temporaneo e genera nuovi bisogni.
Ne Il mondo come volontà e rappresentazione, Schopenhauer vede la vita come un ciclo infinito di sofferenza, intervallato da brevi momenti di piacere che servono solo a intensificare il dolore. Per lui, l’unica via di salvezza è la negazione della volontà, ottenibile attraverso l’ascesi, la contemplazione artistica e la compassione, che portano a una forma di distacco dal mondo.
Confronto
- Fonte della sofferenza: Per Leopardi, la sofferenza deriva dall’indifferenza della natura e dall’incongruenza tra i desideri infiniti dell’uomo e la realtà finita. Per Schopenhauer, la sofferenza è intrinseca alla volontà di vivere, che è la forza primordiale alla base di ogni esistenza.
- Risposta alla condizione umana: Leopardi propone una forma di resistenza attraverso la solidarietà umana e la consapevolezza dell’illusione. Schopenhauer, invece, suggerisce la negazione della volontà come via di fuga dalla sofferenza.
- Ruolo dell’arte: Entrambi attribuiscono un ruolo importante all’arte. Per Leopardi, la poesia e l’immaginazione offrono un sollievo temporaneo dal dolore. Per Schopenhauer, l’arte permette di accedere a una visione distaccata dalla volontà, offrendo momenti di liberazione dal ciclo del desiderio.
In sintesi, mentre Leopardi e Schopenhauer condividono una visione pessimistica della condizione umana, divergono nella loro diagnosi delle cause e delle soluzioni alla sofferenza, mostrando due prospettive complementari sulla fragilità dell’esistenza.
torna all’introduzione e indice della tesina La condizione umana in Leopardi di Alberto Bairati
Indice della Tesina – Esame di Stato II ciclo 2002
Alberto Bairati
- Giacomo Leopardi: la santificazione di un’esistenza
- Arthur Schopenhauer: tra dolore e noia
- Schopenhauer e Leopardi: confronto diretto
- Considerazioni su altri intellettuali: Giovanni Pascoli
- Man and the natural world in English Literature : Wordsworth & Coleridge