IPCC
27 Aprile 2012IRAQ
27 Aprile 2012– Il vertice internazionale dell’ONU, il Cop16, si radunò nella città messicana di Cancun, tra il 29 novembre e il 10 dicembre 2010 per discutere il tema del riscaldamento globale e il problema di diminuirlo.
– Tutti i governi partecipanti, con la sola eccezione della Bolivia, hanno aderito ad un’intesa che li impegna a stipulare, in occasione della Conferenza del dicembre 2011 (COP 17), un accordo per la riduzione entro il 2020 delle emissioni globali di gas ad effetto serra tra il 25% ed il 40%.
L’obiettivo è limitare l’aumento delle temperature a non più di due gradi. Le percentuali di riduzione sono riferite ai dati misurati per il 1990 e presi come punto di partenza dal Protocollo di Kyoto.Secondo il commissario dell’Unione Europea, se gli Stati partecipanti non si decideranno a rispettare i patti che di volta in volta vengono siglati con grande superficialità, le conseguenze sui cambiamenti climatici saranno irreversibili.
L’obiettivo è limitare l’aumento delle temperature a non più di due gradi. Le percentuali di riduzione sono riferite ai dati misurati per il 1990 e presi come punto di partenza dal Protocollo di Kyoto.Secondo il commissario dell’Unione Europea, se gli Stati partecipanti non si decideranno a rispettare i patti che di volta in volta vengono siglati con grande superficialità, le conseguenze sui cambiamenti climatici saranno irreversibili.
– La conferenza ha avuto risvolti positivi per quanto riguarda:
? il cambio di fronte della Cina che a Copenhagen era stata la prima a mettersi di traverso, a Cancun ivece ha mostrato incoraggianti segnali di apertura, arrivando a chiedere per la prima volta un accordo globale di riduzione delle emissioni. Di certo il nuovo atteggiamento di Pechino è spinto principalmente da motivazioni economiche: la Cina ha puntato più e meglio dell’Occidente sullo sviluppo delle energie rinnovabili, ed è pronta ora, forse più di un anno fa, a raccogliere i frutti. Tuttavia, il peso crescente della Cina a livello economico e politico può, in prospettiva, risultare decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici poiché ha ammesso di essere la prima nazionale al mondo per le emissioni di C02, ma intanto spera che a fare il primo passo siano i Paesi più industrializzati.
? la costituzione di un fondo verde per il clima a sostegno dei Paesi in via di sviluppo per gli interventi di riduzione delle emissioni e adattamento ai mutamenti climatici.
? E’ stato riconosciuto che gli attuali impegni di riduzione non sono sufficientemente ambiziosi e la necessità dicolmare questo gap per stare al di sotto dell’aumento di due gradi di temperatura.
? l’atteggiamento dell’Europa, che ha tenuto la barra sulla questione della riduzione dei gas serra, pronta ad alzare l’asticella al 30% entro il 2020.
– Nello stesso tempo però ci sono stati aspetti negativi:
? la posizione dell’Italia che sembra già vacillare perché per il periodo compreso tra il 2010 e il 2012 mancano i fondi destinati ai Paesi poveri promessi nell’Accordo di Copenhagen.
? Nessuno dei problemi chiave che finora hanno impedito la stipulazione di un efficace accordo sul clima è stato risolto.
? l’intesa non precisa quali Paesi dovranno assumersi i costi degli investimenti e quali ne trarranno beneficio. L’intesa di Cancun è dunque un accordo senza obblighi per nessuno, e come tutti gli accordi che non prevedono impegni vincolanti, ha il valore di una semplice promessa che al vertice dell’anno prossimo molto difficilmente vedremo trasformarsi in un accordo reale ed efficace.
? Non sono stati definiti e chiariti né la forma giuridica, né un calendario per arrivare al prossimo accordo globale di Durban.