Riccardo Bacchelli: il Manzoni del Novecento
27 Gennaio 20191984
27 Gennaio 2019La chiave di volta per comprendere la cultura medievale è il rapporto tra la cultura classica e la letteratura medievale e il cristianesimo.
Tradizione significa consegna” – dono” e non è solo un insieme di cose del passato. La cultura latina infatti è importantissima per lo sviluppo della cultura medievale.
Avviene un rinnovamento culturale sotto Carlo Magno, che unifica la maggior parte del territorio europeo sotto un unico impero, che ha come base il cristianesimo e lo difende dall’espansione degli arabi che invasero la Spagna. Quest’impero è organizzato dai rapporti feudali tra l’Imperatore e i suoi vassalli, i quali ricevono in cambio un beneficio” e la protezione per i loro servigi militari. Carlo Magno inoltre raduna ad Aquisgrana, capitale dell’Impero i più grandi intellettuali del tempo, come Alcuino di York, e fonda la Schola Palatina. Egli intuisce che per far sviluppare l’Impero è necessaria la diffusione della cultura, poiché l’ignoranza favorirebbe la disgregazione dell’Impero stesso.
Questa nuova identità europea ha quattro caratteri principali:
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Una base comune di valori e una tradizione culturale cristiana, favorita dalle istituzioni monastiche
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Una pluralità di popoli con diverse usanze
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Un nuovo sistema politico e sociale basato sul feudo
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Una società gerarchizzata composta da oratores, bellatores e laboratores.
Inizialmente le omelie dei Padri della Chiesa, scritte in latino, sono destinate ad un pubblico di ceto alto, ma ora si sente il bisogno di tradurre il messaggio divino per tutte le persone. Così nasce il latino medievale, che contiene anche neologismi, volgarismi e orientalismi. Avviene anche un confronto tra paganesimo, presente nei testi classici, e la nuova fede cristiana, monoteista. I libri latini devono essere letti per mezzo dell’interpretazione cristiana, anche se qualche volta le parole dei poeti antichi possono costituire l’inizio del traviamento della fede vera.
Nasce anche il bisogno di raccogliere e catalogare la totalità della cultura e del sapere antico. Così si sviluppa lenciclopedismo medievale, cioè la sintesi della tradizione greca e romana, misurata però con il fatto centrale della storia, cioè l’incarnazione di Cristo.
I medievali concepiscono i poeti e gli autori classici in un rapporto di dipendenza e di autonomia, cioè si sentono come nani issati sulle spalle dei giganti” (Bernerdo di Chartres – XII sec.d.C).
Inoltre nel medioevo le discipline sono divise in arti liberali e arti meccaniche. Quelle liberali non tendono al guadagno, sono praticate dagli uomini liberi e riguardano lo studio della letteratura e di altre discipline.
Più precisamente le arti liberali sono sette: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, musica e astronomia. Le arti meccaniche invece riguardano gli uomini che sono obbligati a lavorare per vivere e tendono al guadagno.
I maggiori centri di istruzione sono gli scriptoria dei monasteri e le scuole episcopali.
I codices sono i libri ricopiati a mano dagli amanuensi, monaci addetti alla conservazione dei testi antichi.
Il compito assunto dai monaci e dai chierici è conservare il sapere pagano e coltivare gli studi classici, nel rispetto della spiritualità cristiana. La mediazione tra cultura pagana e sapere cristiano pone le basi della cultura medievale.
A questo compito si dedica Sant’Agostino che trova nei testi pagani una corrispondenza con il messaggio cristiano.
San Girolamo invece subordina i testi classici a quelli cristiani, e pensa che i testi pagani siano utili solo con una stretta interpretazione cristiana.
Boezio studia la filosofia antica e compone diversi testi in cui dimostra che con la ragione si può dimostrare l’esistenza di Dio.
Cassiodoro valorizza invece le arti, rifacendosi nei suoi testi alla tripartizione classica, distinguendo gli stili umile, medio e sommo (humilis, mediocris e gravis), riferiti a diversi tipi di uomini, rispettivamente l’uomo volgare, l’uomo libero e l’eroe.
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