Storia romana
27 Gennaio 2019La metamorfosi
27 Gennaio 2019Schema di analisi del libro
Titolo:
” La fattoria degli animali” venne pubblicato per la prima volta a Londra nel 1945; questo libro pur trattando argomenti politici e ideologici di notevole spessore, li espone in maniera semplice e in una maniera tragi-comica senza eguali, in un mondo fiabesco ma non del tutto distaccato dalla realtà.
Autore:
George Orwell nasce da una famiglia di origini scozzesi che appartiene alla borghesia “alto-bassa” (o “nobiltà senza terra”, come la definì lo stesso scrittore). Il padre, anglo-indiano, è funzionario dell’amministrazione britannica in India.
Orwell torna in Inghilterra con la madre e le due sorelle nel 1907, in Sussex, dove si iscrive al collegio St. Cyprian di Eastbuorne. Ne esce con una borsa di studio e un forte complesso d’inferiorità, dovuto alle umiliazioni e allo snobismo subiti negli anni da parte dei compagni di studio e della società inglese (come narrerà nel suo saggio autobiografico Such, Such were the Joys del 1947). Nel 1917 viene ammesso all’Eton college che frequenta per quattro anni, e dove ha per insegnante Aldous Huxley (altro grande esponente della letteratura distopica), alle cui opere si ispirerà per Nineteen Eighty-Four, il suo romanzo più celebre. In questo stesso periodo stringe amicizia con Cyril Connolly, futuro critico letterario.
Nel 1922 lascia gli studi per seguire le orme paterne, e tornato in India, si arruola nella Polizia Imperiale in Birmania (Burma). Il 22 novembre dello stesso anno arriva a Mandalay. L’esperienza si rivela traumatica e il 1 gennaio 1928 si dimette. Ispirato all’esperienza di questo periodo è il successivo romanzo Giorni in Birmania (del 1934).
Nello stesso anno, 1928, parte per Parigi, dove spera di osservare con i propri occhi i bassifondi delle grandi metropoli europee. In questo periodo inizia a scrivere e lavora come sguattero in alcuni ristoranti. Sopravvive solo grazie alla carità dell’Esercito della Salvezza e sobbarcandosi lavori umilissimi. Un’esperienza che proseguirà anche in patria ispirando il suo romanzo d’esordio Senza un soldo a Parigi e Londra, pubblicato nel 1933 con lo pseudonimo di George Orwell.
Pubblica il suo primo articolo su Le Monde nel 1928. L’anno successivo si trasferisce a Southwold, nel Suffolk, lavorando da recensore per l'”Adelphy” e il “New Statesman and Nation”. Nell’aprile 1932 si trasferisce nel Middlesex, e inizia un lavoro da insegnante come maestro elementare per varie scuole private, che è costretto ad abbandonare per problemi di salute. Nel marzo dell’anno successivo pubblica La figlia del reverendo (1933) e accetta poi un lavoro part-time in una libreria e come critico di romanzi per il “New English Weekly”.
All’inizio del 1936 si trasferisce nel Lancashire e dello Yorkshire e in aprile si reca a Wallington, nello Hertforshire, dove pubblica Fiorirà l’aspidistra e poi, l’anno successivo, La strada per Wigan Pier, ispirati alla sua vita di miserie di quegli anni. Il 9 giugno 1936 sposa Eileen O’Shaughnessy e, scoppiata la Guerra Civile Spagnola, vi prende parte combattendo per il Partito Operaio di Unificazione Marxista (P.O.U.M. Partito Obrero de Unificacion Marxista), contro il dittatore Francisco Franco. Colpito alla gola da un cecchino franchista, rientra a Barcellona. Lascia la Spagna quasi clandestinamente.
Di ritorno in Inghilterra scrive Omaggio alla Catalogna (1938), un diario-reportage contro i comunisti spagnoli, accusati di aver tradito lealisti ed anarchici in Spagna. In settembre parte per il Marocco e, l’anno successivo, tornato in patria, scrive Una boccata d’aria (1939). Durante la Seconda Guerra Mondiale viene respinto dall’esercito come inabile e si arruola, nel 1940, nelle milizie territoriali della Home Guard, con il grado di sergente. In marzo Gollancz gli pubblica la raccolta di saggi Dentro la balena e, trasferitosi a Londra, cura per la BBC (l’ente radiotelevisivo britannico) una serie di trasmissioni propagandistiche rivolte all’India. Pubblica la raccolta di saggi Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese (1941) e, tra il 1942 e il 1943, collabora alle riviste “Horizon”, “New Statesman and Nation” e “Poetry London”. In novembre abbandona la Home Guard e diviene direttore del settimanale di Sinistra “Tribune”, che gli affida una rubrica (A modo mio). Inizia a scrivere La fattoria degli animali, che terminerà nel febbraio del 1944, ma che, per le chiare allusioni critiche allo stalinismo, molti editori si rifiuteranno di pubblicare. (In quel periodo la Russia di Stalin era alleata del Regno Unito contro il nazifascismo). Nel giugno 1944 adotta un bambino con il nome di Richard Horatio Blair, e nel febbraio dell’anno seguente si dimette da direttore del “Tribune” e diviene corrispondente di guerra da Francia, Germania e Austria, per conto dell'”Observer”. Nello stesso anno (1945) muore la moglie Eileen, in seguito ad un intervento chirurgico, e “Secker & Warburg” gli pubblicano il suo primo romanzo di successo: La fattoria degli animali. Dal novembre 1946 all’aprile dell’anno successivo riprende a scrivere per il “Tribune” e nel 1947 si stabilisce con il figlio a Jura, un’isola delle isole Ebridi. Due anni dopo si risposa con Sonia Bronwell e si occupa della revisione della sua opera più celebre: 1984 (scritto nel 1948).
Muore di tubercolosi il 21 gennaio 1950, in un ospedale di Londra.
Riassunto:
La fattoria degli animali” tratta delle vicende degli animali della fattoria padronale in Inghilterra. Una sera tutti gli animali della fattoria vengono radunati da un vecchio verro chiamato il Vecchio Maggiore, il quale rivela a tutti i presenti un suo sogno, che in realtà è la sua speranza, cioè quello di una società governata dagli animali per gli animali. Tre giorni più tardi il Maggiore moriva, e dopo tre mesi dalla sua morte scoppiò la rivoluzione che porto gli animali alla conquista della fattoria, che da ora in poi verrà chiamata Fattoria degli animali.I maiali, che erano gli animali più intelligenti della fattoria, assumono il controllo in vece di tutti gli animali. Tra i molti due maiali in particolare si fanno notare, Palla di Neve e Napoleon. Purtoppo la pace della fattoria non dura molto, infatti il Signor Jones, che non è altro che il vecchio fattore, seguito dai suoi aiutanti cerca di riconquistare la sua fattoria, ma grazie ad un astuto piano di Palla di Neve gli assalitori vengono sconfitti. Ma anche questa vittoria non da pace alla fattoria, dopo alterne vicende che hanno visto contrapposti Palla di Neve e Napoleon, quest’ultimo grazie ai cani da lui addestrati mette a segno una specie di putsch nel quale caccia Palla di Neve.
Da qui in poi la situazione precipita, poco a poco i maiali assumono sempre più nelle loro mani il potere, obbligando gli altri animali a vivere in condizioni inumane (o meglio inanimali”) mentre loro si crogiolano nella lussuria, facendo credere agli altri animali che loro vivono da veri principi, mentre i maiali poverini sgobbano tutto il giorno. Dopo vari fatti, tra i quali la costruzione del mulino, la sua distruzione a opera del vento, la sua ricostruzione, la truffa del legno a opera di Frederick (un fattore della zona) e la sua successa invasione” finita male, la distruzione del mulini a opera di Frederick durante l’invasione, le varia restrizioni di carattere dittatoriale messe in atto dai maiali, la malattia di Gondrano e la sua uccisione al macello (seppur i maiali fanno credere che sia stato mandato dal veterinario e li sia morto tra mille cure) ed infine l’indottrinamento delle pecore; una sera si sentono gioiose grida provenire della casa coloniale nella quale i maiali si sono stabiliti, gli altri animali incuriositi assistono ad una cena tra i maiali e i fattori della zona nella quale maiali e uomini sono irriconoscibili, nella quali i fattori tessono le lodi ai maiali per il loro modo di gestione della fattoria nella quale gli animali consumano meno e producono di più, ma soprattutto all’annuncio stupefacente di Napoleon il quale dice che da quella sera in poi la fattoria ritornerà a chiamarsi Fattoria Padronale.
Personaggi:
Il Vecchio Maggiore: Un vecchio verro ideatore della rivoluzione, paragonabile a Carl Marx.
Palla di Neve: una scrofa la quale dopo la rivoluzione diventa uno dei capi, a lei si deve la vittoria del Chiuso delle Vacche contro Jones; verrà scacciata dal suo avversario Napoleon.
Napoleon: un verro il quale insieme a Palla di Neve è capo dopo la rivoluzione; dopo aver scacciato Palla di Neve esso assume tutti i poteri nella sua persona anche se spesso li darà in gestione ai suoi sottoposti, La figura di Napoleon ricorda molto quella di Stalin.
Clarinetto: Clarinetto è un maiale dotato di un arte oratoria fuori dal comune, esso diventerà il vero e proprio ministro della propaganda e portavoce di Napoleon, esso è il personaggio che più mi ha affascinato e nel quale più mi rispecchio, e dal modo di fare mi ricorda molto Goebbels.
Minimus: L’artista dei maiali, questo personaggio seppur sia di secondo ruolo è protagonista di alcuni fatti assai importanti come la composizione del brano Camerata Napoleon”, il quale andrà a sostituire l’inno rivoluzionario Animali d’Inghilterra”.
Berta: Berta è una cavalla, la quale molto spesso fa da mamma agli altri animali, e si può dire che sia la compagna di Gondrano.
Gondrano: Esso è uno stallone dotato di una forza e di una risolutezza fuori dal comune che compensano alla sua stupidità, esso è un grande sostenitore di Napoleon (lo sostiene solo perché non capisce niente e si fa incantare,come il resto degli animali eccetto Benjamin, dai discorsi di Clarinetto), il quale lo tradirà assieme ai maiali mandandolo macello in seguito ad una malattia. Famose le sue massime Lavorerò di più” e Napoleon ha sempre ragione”, quest’ultima viene spesso ripresa da Clarinetto.
Benjamin: Benjamin, che è un asino, è l’unico veramente intelligente allinfuori dei maiali, ed è l’unico che si ricorda il passato e capisce la verità delle cose, ma purtroppo la sua testardaggine e la sua irritabilità faranno in modo che non lo dica mai agli altri; famosa la sua frase “Ricordatevi che un asino ha la vita lunga”.
Muriel: Essa è una pecora la quale ha imparato a leggere , ma come tutte le sue simili è di una stupidità incredibile, essa morirà colpita da una pallottola nella battaglia contro Frederick; la massima di tutte le pecore è Quattro gambe buono, due gambe cattivo”, anche se alla fine quando i maiali inizieranno a camminare solo sulle zampe posteriori, Clarinetto la farà cambiare in Quattro gambe buone, due zampe meglio”.
Mollie: una bellissima cavallina bianca, la quale fuggirà via dalla fattoria dopo la rivoluzione.
Mose: il corvo domestico di Jones, è sua l’idea che una volta morti gli animali vanni a vivere in cielo sul monte Zucchercandito.
Jones: padrone della fattoria padronale, la quale poi diventerà la fattoria degli animali, esso morirà anni dopo la rivoluzione in una pensione.
Frederick: Padrone della fattoria Pinchfield esso trufferà Napoleon comprando del legno e pagandolo con soldi falsi, e poi cercherà invano di invadere la fattoria degli animali.
Pilkington: Padrone della fattoria Foxwood, era quasi amico della fattoria degli animali, ma dopo il voltafaccia di Napoleon anche lui farà lo stesso.
Whymper: Unavvocato di città ingaggiato dai maiali per gestire gli affari esterni alla fattoria.
I cani: Essi sono le guardie dei maiali , addestrati sin da piccoli da Napoleon.
Gli animali: Molti animali spesso vengono identificati come gruppi come le galline o le pecore, le quali partecipano allo svolgimento della storia ma come identità di gruppo.
Spazio:
Tutte le vicende narrate nel libro si svolgono nei confini della fattoria degli animali, il paesaggio in questo racconto non viene mai posto in primo piano e non assume mai una parte attiva, anzi l’autore non lo descrive quasi mai e quando lo fa lo descrive telegraficamente.
Tempo:
Gli eventi narrati si svolgono nel ventesimo secolo, più specificamente mi pare di intuire dagli anni 30 sino al febbraio del 1944; L’intera vicenda si svolge nel giro di anni e anni.Nel racconto prevalgono scene di scorrimento rapido, cioè a ritmo di lettura, anche se non mancano tempi lunghi o riassunti di vario genere; viene in alcuni casi usata anche la tecnica dellellissi.I tempi passati non vengono mai rivissuti, ma solo ogni tanto ricordati a parole da Clarinetto con le opportune modifiche.
Stile:
Il linguaggio usato è semplice, infatti è privo di termini ricercati o di qualunque forme di scrittura che possano creare problemi al lettore, giustappunto la comprensione risulta immediata. Per quanto concerne il linguaggio usato dai personaggi anch’esso è semplice, certe volte quasi banale, solamente i maiali, soprattutto Clarinetto nei suoi discorsi, Minimus nelle sue opere, il Vecchio Maggiore nel suo discorso e Palla di Neve nell’esposizione delle sue idee, ogni tanto usano termini specifici e forbiti.
Tecniche narrative:
Di certo in questo libro prevalgono il discorso indiretto e quello diretto; il primo viene usato soprattutto in momenti nel quale l’autore si mette a descrivere un dato momento o una certa situazione, mentre il secondo che di certo è il più usato viene usato sia per i singoli sia per le masse(come le pecore) e prevale in tutta la narrazione.
Il narratore:
Ne “La fattoria degli animali” di certo il narratore è di tipo onnisciente seppur raramente descrive i sentimenti degli animali, e quando succede comprende grandi masse; seppur l’autore non lasci trasparire da che parte sta, dalle premesse fatte nel libro si può chiaramente capire che esso disprezza i maiali che raffigurarono la dittatura e prova pietà per gli animali sottomessi ad essi, che raffigurano il popolo che nella sua ignoranza si fa trasportare dai suoi aguzzini senza opporre resistenza.
Tematiche:
Questo libro nella sua maniera scherzosa e comica di certo tocca una sola ed importante questione: il comunismo dellU.R.S.S. poi sfociato nella dittatura staliniana. Infatti Orwell scrivendo questo libro aveva proprio lo scopo di far riflettere sulla sconvolgente minaccia che Stalin e la sua dittatura erano per il popolo russo e per il mondo, ma soprattutto sull’ipocrisia non tanto del comunismo stesso ma sulla sua applicazione.
Commento:
Uno dei libri più belli che abbia mai letto, la maniera in cui l’autore espone l’intera questione e soprattutto come laffronta è fantastica, poi leggendo i suoi commenti non posso che trovarmi d’accordo, e soprattutto interessandomi alla vicende che Orwell ha dovuto passare per pubblicare questo capolavoro non può che trovare il mio plauso.
Maurizio Cattaneo
Classe II F