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La morte di Enrico IV nel 1610 a causa di un fanatico lasciò un figlio piccolo Luigi XIII e il governo nelle mani della reggente, la madre Maria de Medici, aiutata dal cardinale Richelieu di cui divenne primo ministro nel 1624. il suo scopo era quello di rinforzare la monarchia, per rinforzare lo Stato. Gli ostacoli sul suo cammino erano gli ugonotti, le correnti di nobili ribelli e la opposizione popolare alle tasse imposte. Contro i nobili di spada iniziò togliendogli incarichi di rilievo per darli, non ai nobili di toga, ma a intendenti stipendiati dallo stato, ovvero borghesi che svolgevano mansioni giudiziarie e fiscali, così da ridimensionarne il potere. Contro gli ugonotti non revocò loro i privilegi dell’editto d Nantes, ma combattè per eliminare le piazzeforti sconfiggendo la più importante, quella di La Rochelle nel 1628.
Dopo la morte di Richelieu nel 1642 e di Luigi XIII nel 1643 la situazione tornò al punto di partenza: Luigi XIV ancora fanciullo e la madre reggente Anna d’Austria poco amata. Come uomo di fiducia questa volta ci fu Giulio Mazzarino, l’esperto cardinale di politica francese che guidò alla vittoria nella guerra dei 30Anni. Il parlamento in Francia aveva come compito, non la limitazione del potere reale, ma l’approvazione di editti regi, come organo di giustizia. Contro di lui si oppose nel 1648 il parlamento che si ribellò con la Fronda Parlamentare, rifiutandosi di approvare un atto di natura fiscale. La rivolta così scoppiò e Mazzarino e la corte furono costretti a fuggire. Due anni dopo, nel 1650, insorsero anche i nobili con la Fronda dei Principi, guidati dal principe di Condè, dopo aver tradito la sua stessa casata. Nel 1653 tutta la corte ritornò a Parigi.
Alla morte di Mazzarino nel 1661, gli succedette Luigi XIV, con un improvvisa presa di potere che fece del ventenne un re assoluto. La sua volontà di accentramento si manifestò subito con il suo soprannome: L’État cest moi” e Le roi soleil” secondo la concezione galileiana che vigeva all’epoca. Per quanto riguarda la sua politica interna, egli fu ben deciso a diventare il centro dello Stato senza la supervisione di un primo ministro, ma con l’aiuto di un Consiglio dei ministri, composto da uomini di fiducia scelti personalmente dal re non tra la nobiltà, che aveva un proprio potere personale; al di sotto dei ministri vi era un apparato amministrativo, fondato sullo stesso principio. Il più importante tra di essi fu Jean Baptiste Colbert, ministro delle finanze dal 1661 al 1683, anno della sua morte. La sua politica fu incentrata sulla teoria del mercantilismo che però tendeva molto al protezionismo e questa si basava soprattutto su:
– miglioramento delle vie di comunicazione
– imposizione di barriere e imposte doganali
– agevolazioni delle esportazioni, tranne che dei metalli preziosi.
In particolare volle sviluppare la produzione dei beni di lusso da esportare e facilitazioni fiscali per le compagnie commerciali. Un altro elemento di importanza vitale per il re fu l’unità religiosa in tutto lo Stato: si impose contro gli ugonotti ed i giansenisti e tutte quelle minoranze sociali che esprimesse-ro forme di dissenso verso di esso. Il 17 ottobre 1685 venne proclamato l’editto di Fontainbleau che revocò tutte le concessioni dell’editto di Nantes e tutte le libertà religiose già concesse in precedenza. Già comunque prima della revoca era cominciata una diaspora degli ugonotti al di fuori della Francia e questo provocò un grave danno economico in quanto la maggior parte di essi era della classe borghese ed erano la parte attiva del commercio. I giansenisti erano una corrente che si era staccata dal cattolicesimo e che venne considerata ereticale poiché considerava la necessità che l’uomo si dovesse comportare in modo impeccabile quindi predicavano il rigorismo morale (teoria agostiniana: la grazia necessaria per la salvezza e staccata dalle opere buone). Il primo segno fu la chiusura della chiesa di Port Royal. Luigi XIV così sollecitò il papa a emanare un bolla e nel 1713 la bolla Unigenitus diede il permesso al sovrano di disperderli. Oltre a ciò vi fu una rivendicazione di indipendenza della chiesa gallicana contro il papa a favore del re come capo della chiesa e nel 1682 il clero emanò la Dichiarazione dei Quattro Articoli con cui il sovrano era il capo della chiesa ma solo per un motivo economico infatti Luigi XIV ricevette una scomunica tra il 1683/84 per il suo atteggiamento intromissivo nella nomina dei vescovi e nella riscossione delle decime.
La politica estera di Luigi XIV fu volta a fortificare e perfezionare l’esercito e all’allargamento aggressivo dei suoi confini. Egli aveva sposato Maria Teresa, figlia di Filippo IV che quando morì lasciò due futuri eredi: Maria, figlia di primo letto, e Carlo II, figlio di secondo letto. Per far si che la moglie ottenesse il potere, ricorse ad un cavillo legale nella legge dei P.B. che ancora appartenevano alla Spagna che diceva che solo i figli di primo letto potevano avere il totale controllo del territorio. Iniziò così nel 1667 la guerra di Devoluzione che vedeva contrapposti Carlo II e Luigi XIV, che ottenne la neutralità di Carlo II Stuard pagandolo, che finì nel 1668 con la pace di Aquisgrana con cui la Francia ottenne alcune città delle Fiandre.
Nella sua politica di espansionismo Luigi XIV intraprese una guerra contro le province d’Olanda che si erano rese indipendenti di Guglielmo III d’Orange, che nel momento di crisi ricorse all’allagamento del territorio, non riportando un vittoria concreta: la Francia infatti ottenne alcuni territori della Franca Contea, una zona sul confine con l’attuale Germania. Anche in questa guerra in un primo tempo non intervennero l’Impero e la Gran Bretagna poiché erano stati entrambi pagati e l’impero stava combattendo contro i turchi, ma quando nel 1683 Leopoldo II strige la pace di Carlowitz e nel 1688 Guglielmo diventa re d’Inghilterra, questi formano la Lega militare di Augusta cambia totalmente la situazione. Luigi XIV rivendica alcuni territori liberi, in particolare Strasburgo come città di passaggio, per vecchi diritti feudali, così che occupa la città e ottiene un primo riconoscimento dall’Impero con la pace di Ratisbona del 1684, ma dopo la lega contesta questo ottenimento. Si giunge così alla pace di Riswick del 1697 che stabilisce che la Francia avrebbe dovuto lasciare alcuni dei territori che aveva ottenuto, in particolare l’Alsazia.
La questione spagnola però non era ancora conclusa perché Carlo II non aveva lasciato eredi e il suo trono era molto ambito soprattutto dalla Francia e dall’impero che strinsero un accordo segreto per dividersi il territorio alla morte del sovrano spagnolo che però venne a sapere di questo accordo e decise di designare un successore che non fosse né l’uno né l’altro ma questi morì prima ancora di lui. Alla fine ne strinse uno con Luigi XIV in cui si era detto che il suo successore sarebbe stato un principe francese parente del sovrano. Nel 1701 con la morte di Carlo II si aprì la guerra per la successione per il tradimento francese nei confronti tedeschi e vennero a formarsi due schieramenti: Spagna e Francia vs Austria e Inghilterra. Successe che durante il conflitto morì Giuseppe d’Asburgo e gli successe il figlio Carlo VI che era il candidato per il trono iberico così con la pace di Utrecht del 1713 e quella di Rastad del 1714 l’Impero rinunciò ma ottenendo i P.B spagnoli, Milano e temporaneamente Napoli, la Sicilia e la Sardegna fu passata ai Savoia, mentre l’Inghilterra ottenne il diritto di Asiento.
Il 1715 è segnato dalla morte di Luigi XIV ma Filippo d’Orleans comunque si intromise nel 1733 nella dinastia di Sassonia per la successione del trono polacco che era rimasto senza eredi ed era richiesto anche dall’Austria. I due possibili candidati erano per la Francia Stanislao Lezinsky e Augusto III per l’Impero che vince la contesa con la pace di Vienna del 1735 però costretto a cedere Napoli e la Sicilia ai Borbone spagnoli e al candidato francese diventa duca di Lorena e gli ex duchi ottengono il ducato di Toscana.
La guerra più significativa per l’economia francese fu quella dei Sette Anni contro l’Inghilterra per le colonie nel Nord America, delle Indie e dell’Estremo Oriente che vinse il conflitto con la pace di Ubersburg del 1763 per i territori europei e la pace di Parigi per i territori d’oltre oceano.
La Francia intervenne anche nella guerra di successione austriaca alla morte di Carlo VI: da un lato vi erano la Prussia, che candidava Carlo Alberto di Baviera, con la Francia e la Spagna contro l’Austria di Maria Teresa, figlia di Carlo VI, con l’Inghilterra. Si giunse alla pace di Aquisgrana del 1748 in cui la Prussia teneva il territorio della Slesia, occupato in precedenza, i Borbone ottennero i ducati di Parma e Piacenza e il marito di Maria Teresa Francesco I fu nominato imperatore.
di Rossella Natalini