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27 Gennaio 2019Risulta evidente che tra la legione romana e la cavalleria medievale vi sono differenze enormi. Tuttavia il processo che ha causato questa trasformazione è stato lento e la sua individuazione non è certo facile, poiché abbraccia un periodo di circa tre secoli in cui le fonti scritte sono rare circa quest’argomento.
Già durante il Tardo Impero, l’efficiente apparato statale per l’arruolamento della legione non esisteva più. Nell’epoca merovingia la situazione precipitò ulteriormente: non esisteva un esercito permanente, la disciplina era totalmente assente, i costi per l’armamento erano a carico delle reclute.
Di fronte a questa situazione l’unica soluzione era ricorrere ad un esercito meno numeroso ma in compenso più potente, le cui spese d’armamento fossero a carico dei guerrieri. A tutto ciò venne incontro la creazione di reparti unici di cavalleria. Infatti la cavalleria aveva un potenziale distruttivo maggiore della fanteria, grazie soprattutto all’introduzione della stoffa e del ferro di cavallo, sconosciuti alle civiltà classiche e dono all’Europa dei popoli nomadi dell’Asia centrale.
Tutto questo permise la trasformazione delle lente manovre delle legioni romane nei rapidi movimenti della cavalleria franca, che ora poteva muoversi agilmente su terreni difficili e salvarsi dopo la sconfitta con la fuga, cosa impossibile alla fanteria contadina.
Si venne così a creare la classe dei cavalieri, i quali non potevano che essere vassalli, in quanto la loro condizione richiedeva un allenamento costante e una spesa non indifferente per l’equipaggiamento resa sostenibile dal possesso di terre o comunque rendite.
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