L’Italia nel seicento
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27 Gennaio 2019La guerra dei trent’anni (1618-1648) di Rossella Natalini
Quella del 1618-1648 fu la prima guerra che coinvolse tutte le potenze presenti all’epoca che, marginalmente interessò anche l’Italia con Mantova e il Monferrato.
Dopo la morte di Federico I sale al potere Rodolfo d’Asburgo, un personaggio di carattere tollerante verso i protestanti, rimanendo in accordo con ciò che sanciva la pace di Augusta del 1555. Dopo Rodolfo nel 1612 salì Mattia e nel 1619 Ferdinando II che dimostrò invece una grande intransigenza verso i calvinisti con lo scopo di una ricattolicizzazione dei territori dell’impero. Contro di lui ci furono i predicatori della dottrina di Jan Hüss, la cui predicazione era simile a quella di Wicliffe e anche contro la gerarchia ecclesiastica, in prevalenza borghesi che volevano l’indipendenza politica della Boemia che a quel tempo aveva un consiglio di reggenza tutto tedesco e funzionari pubblici cattolici. I boemi si alleano così con Federico V principe del Palatinato, di fede protestante, contro l’imperatore e la sua Lega Cattolica con Massimiliano di Baviera. L’episodio che scatenò la prima fase della guerra fu nel 1618 la defenestrazione di Praga dei rappresentanti tedeschi venuti a mediare con gli hussiti. La fine della guerra boemo-palatina ci fu nel 1520 con la sconfitta della Montagna Bianca da parte dell’imperatore sui ribelli.
Nel 1623 interviene nel conflitto anche Cristiano IV, invitato dall’elettore di Sassonia, ma fu sconfitto anche lui. Nel 1629 Ferdinando II impone l’Editto di Restituzione dei territori conquistati dai protestanti durante la guerra, che mette in discussione la pace di Augusta.
Subito dopo interviene la Svezia con Gustavo Adolfo che usò come scusa la difesa dei suoi possedimenti sul Mar Baltico attaccati dall’imperatore. quest’ultimo all’inizio sembra perdere ma con la morte di Gustavo e l’aiuto della Spagna riesce a sconfiggere gli svedesi stipulando la pace di Praga nel 1635 che non era altro che un allargamento dell’editto di restituzione.
Nello stesso anno entra in guerra con l’unione dei protestanti la cattolica Francia, sotto insistenza di prima Richelieu poi di Mazzarino che nel frattempo combattevano gli ugonotti in patria, in funzio-ne antiasburgica. Le sorti della vicenda si ribaltarono e di giunse alla Pace di Vestfalia nel 1648.
Le conseguenze della guerra furono le seguenti:
- supremazia politica francese
- indipendenza dei Paesi Bassi (solo le 7 provincie del nord)
- totale indipendenza della confederazione elvetica
- Svezia e Danimarca ottengono territori su Baltico
- grande debolezza della Spagna, provata dalle lotte con Paesi Bassi, Inghilterra, Francia e con un’economia sottosviluppata
- Inghilterra e Danimarca sviluppo economico
di Rossella Natalini
Audio Lezioni di Storia moderna e contemporanea del prof. Gaudio