Da Dergano a Corsico non c’è due senza tre
20 Giugno 2016Una perla… tra i brani conservati da don Savino
26 Giugno 2016Il 27 gennaio scorso si è celebrata in Italia “La giornata della memoria” per ricordare la Shoa degli Ebrei perpetrato dai nazisti. E’ stato questo il punto di non ritorno dell’Umanità; ci ha pensato poi la bomba atomica sganciata sulle città del Giappone a far saltare l’ultimo ponte alle nostre spalle. L’uomo ha perso definitivamente la sua innocenza, ha perso Dio e la ragione, ed è diventato un lutto errante. Non c’è stata nessuna religione e nessun illuminismo che abbia potuto impedirlo. Dopo che il fumo della guerra si è ritirato dalle macerie, e nitido è apparso a tutti ciò che poteva essere ricostruito e ciò che poteva essere solo ricordato, Primo Levi ha scritto “Meditate che questo è stato: / Vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore / stando in casa andando per via, / coricandovi alzandovi; / ripetetele ai vostri figli. / O vi si sfasci la casa, / i vostri nati torcano il viso da voi” . Il nuovo peccato originale dell’uomo poteva essere espiato solo nel costante monito del ricordo. La memoria, dunque, come costruttrice di pace. Fuoco di sentinella nella notte. E l’Europa del dopoguerra, pur divisa, non ne ha smarrito la bussola. Si è data una politica, una moneta ed ora anche una costituzione comune. Il risultato è che da oltre mezzo secolo i suoi popoli non incrociano le armi.. Nascondere la memoria è come allevare generazioni massimaliste e obbliga gli altri ad espiare le proprie colpe ed a nascondere le nostre, fomenta tensioni e genera mostri culturali.