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Incontro con Gemma Capra vedova di Luigi Calabresi
23 Marzo 2014
BLAISE PASCAL – filosofia
25 Marzo 2014Circolano molto ancora oggi delle bugie, della falsità, che imputano la causa o la progettazione delle stragi e degli omicidi degli anni settanta a quelli stessi che ne sono stati vittime. Prendendo come esempi il commissario Calabresi e Aldo Moro, due cattolici, risulta chiaro che i cattolici sono stati vittime di quegli anni e non mandanti.
I mandanti son da ricercare in quei nuclei, in quelle cellule extraparlamentari che affondavano le proprie radici in un sessantotto distorto, in quegli intellettuali che invitavano a sovvertire la nostra pacifica convivenza nel nome della rivoluzione proletaria.
Perché allora togliere di mezzo proprio Luigi Calabresi e Aldo Moro, che avrebbero potuto rappresentare il dialogo, il punto di incontro e confronto?
Perché accanirsi contro il commissario che, lo ha testimoniato Pannella, andava a braccetto, o almeno dialogava, nelle manifestazioni, con i contestatori per capire, per convincere, per parlare?
Perché uccidere lo statista che per primo ha capito che la politica è anche terreno di incontro fra uomini, strumento di ragionevolezza e non dell’istinto di far valere le proprie idee su quelle degli altri urlando più forte, come accade, ahimè, ancora oggi?
Perché delle persone dovevano morire perché si comprendesse finalmente che i cattolici e i comunisti veri avevano molto in comune: un senso del bene comune, della libertà e della giustizia, da perseguire?