Il Chiarchiaro chiede al giudice DAndrea, simbolo della razionalità, un atto irrazionale: certificare con una sentenza, davanti a tutti, che lui davvero porta sfortuna.
Questo gli permette paradossalmente di campare, perché la gente lo pagherà per stare lontano da loro
Punto di vista del giudice DAndrea:
Era veramente iniquo quel processo là: iniquo perché includeva una spietata ingiustizia contro alla quale un pover’uomo tentava disperatamente di ribellarsi senza alcuna probabilità di scampo.
C’era in quel processo una vittima che non poteva prendersela con nessuno. Aveva voluto prendersela con due, lí in quel processo, coi primi due che gli erano capitati sotto mano, e – sissignori – la giustizia doveva dargli torto, torto, torto, senza remissione, ribadendo cosí, ferocemente, l’iniquità di cui quel pover’uomo era vittima.
Punto di vista di Chiarchiaro
Chiàrchiaro denuncia due giovani per diffamazione, perché hanno fatto il gesto delle corna, ma tutti fanno quel gesto quando passa Chiàrchiaro, compresi i colleghi di DAndrea.
io, Rosario Chiàrchiaro, io stesso sono andato a fornire le prove del fatto: cioè, che non solo mi ero accorto da più d’un anno che tutti, vedendomi passare, facevano le corna, ma le prove anche, prove documentate e testimonianze irrepetibili dei fatti spaventosi su cui è edificata incrollabilmente, incrollabilmente, capisce, signor giudice? la mia fama di jettatore! […]
Ma come? Per render più sicura l’assoluzione di quei giovanotti? E perché allora vi siete querelato?
Il Chiàrchiaro ebbe un prorompimento di stizza per la durezza di mente del giudice D’Andrea; si levò in piedi, gridando con le braccia per aria:
– Ma perché io voglio, signor giudice, un riconoscimento ufficiale della mia potenza, non capisce ancora? Voglio che sia ufficialmente riconosciuta questa mia potenza spaventosa, che è ormai l’unico mio capitale!
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[…] La patente commento e brani dal testo […]