Equazioni di Maxwell
11 Marzo 2019TERZE PROVE INTERDISCIPLINARI
11 Marzo 2019SVOLGIMENTO TEMI – ESAME DI STATO 2001
TIPOLOGIA B – AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
DOCUMENTI
“Ero appena tornato da un viaggio nel Messico, dove ero rimasto molto colpito dall’intensa vita del Cuore nei villaggi messicani. Ognuno di essi possiede una piazza piuttosto grande con portici tutto intorno, e la gente è sempre lì a comprar nelle botteghe, a pettegolare, mentre i giovani fanno la corte alle ragazze. Questo è il vero centro della vita del villaggio. Provai a spiegare ai miei studenti che valeva la pena di studiare questo elemento e che dovrebbe essere possibile creare anche negli Stati Uniti Cuori di questo genere. Ma gli studenti rifiutarono la mia proposta perché pensavano che l’idea di una piazza circondata da portici appartenesse troppo al passato e che non fosse adatta alla vita di oggi. Così io mi domandai se l’aver suggerito un tale argomento non era dovuto al fatto che io avevo una mentalità d’altri tempi. Ora però so che rifiutarono la mia proposta perché non sapevano di che cosa si trattava: non avevano mai visto una cosa simile, non l’avevano mai sperimentata, perciò non potevano capirla. Non molto tempo dopo ricevetti una lettera da uno di essi, un ragazzo molto dotato, che era stato in Italia ed aveva visto Piazza S. Marco. Ne era rimasto così impressionato che mi scrisse ricordando la nostra discussione.”
W. GROPIUS, Discussione sulle piazze italiane,
trad. it. Milano 1954
“Ecco le piazze romane, dove le persone, giunte in mezzo, scompaiono in profonda vasca, emergono agli orli e le vedi, a distanza, salire la scalinata di San Pietro come se andassero in paradiso.”
V. CARDARELLI, Il cielo sulle città,
Milano 1949
La veneta piazzetta
antica e mesta, accoglie
odor di mare. E voli
di colombi. Ma resta
nella memoria – e incanta
di sé la luce – il volo
del giovane ciclista
vòlto all’amico: un soffio
melodico: “Vai solo?”
S. PENNA, Poesie, 1939
Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio
villeggiatura. Mi riposo in Piazza
del Duomo. Invece
di stelle
ogni sera s’accendono parole.
Nulla riposa della vita come
la vita.
U. SABA, Il Canzoniere, Torino, 1961
Piazza Grande
Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è
sulle panchine in Piazza Grande
ma quando ho fame di mercanti come me
qui non ce n’è.
Dormo sull’erba, ho molti amici intorno a me:
gli innamorati in Piazza Grande;
dei loro guai, dei loro amori tutto so,
sbagliati e no.
[…]
Una famiglia vera e propria non ce l’ho,
e la mia casa è Piazza Grande.
A chi mi crede prendo amore e amore do
quanto ne ho.
Con me di donne generose non ce n’è,
rubo l’amore in Piazza Grande
e meno male che briganti come me
qui non ce n’è.
[…]
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho,
sotto le stelle, in Piazza Grande
e se la vita non ha sogni, io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande
tra i gatti che non han padrone come me,
attorno a me.
A modo mio quel che sono l’ho voluto io….
Testo di G. BALDAZZI – S. BARDOTTI, 1972, in “Casa Ricordi”, 1995
La ‘piazza’ ospita le attività non programmate, spontanee, e in questo senso diventa una propaggine del laboratorio culturale; ne interpreta e ne rafforza la vocazione popolare, prospettandosi come una trasposizione fantastica del vecchio Hyde Park Corner.”
Il centro culturale George Pompidou di Piano e Rogers in M. DINI “Renzo Piano: Progetti e architetture 1964 – 1983”, Milano, 1983
S. STEIMBERG, Piazza S. Marco, disegni, 1951
PIANO e ROGERS, centro culturale George Pompidou Parigi, 1971 – 1977
Recanati, Piazzola Sabato del Villaggio
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore.
G. LEOPARDI, Il sabato del villaggio
svolgimento
LE PIAZZE E LA LORO STORIA
DESTINAZIONE: PER UN QUOTIDIANO
La piazza è un luogo di ritrovo, un luogo di discussione, talvolta anche accesa e polemica: pensate ai capannelli sulla politica o ai comizi improvvisati (famoso quello di Renzo al Cordusio dopo il tumulto di San Martino o quelli all’angolo di Hide Park a Londra. La piazza è infatti il centro della vita politica e commerciale, sin dai tempi dell’agorà greco o del foro romano. Oggi continua a svolgere questa funzione. Vengono in mente al proposito le grandi manifestazioni politiche e sindacali. La piazza è un luogo caro, soprattutto agli europei e ai latino-americani, quasi sconosciuto agli yankee, che la hanno sostituita al massimo con le strade frequentate delle grandi metropoli. La piazza è un luogo di affetti, il “cuore” come dicono addirittura i messicani. Infatti nella piazza medioevale c’è sempre una chiesa con il suo campanile. Quasi tutte le piazze italiane hanno una chiesa spesso cattedrale, come la piazza di Pisa, oppure quella di Milano, magistralmente scolpita nei versi di Saba “Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura. Mi riposo in Piazza del Duomo”. La piazza è anche il luogo di chi non ha casa, rappresenta la libertà di chi non vuole essere costretto in schemi ristretti e consolatori. E’ il caso dei barboni di Piazza Grande a Bologna, protagonisti della canzone magistralmente interpretata da Lucio Dalla. Ci sono poi anche le città che hanno più piazze, in cui ci si perde e l’elemento predominante è il mistero e l’infinito “Ecco le piazze romane, dove le persone, giunte in mezzo, scompaiono in profonda vasca, emergono agli orli e le vedi, a distanza, salire la scalinata di San Pietro come se andassero in paradiso” dice Cardarelli. La piazza, oggi, è diventata luogo di concerti di spettacoli di vario genere, soprattutto nel periodo estivo. Nella piazza si incontrano spesso i giovani, ma anche gli anziani. La piazza è da ristrutturare, da rivivere, perché anche le nuove generazioni e amministrazioni vogliono lasciare un’orma in questo luogo così significativo. La piazza è semplicemente lo specchio di una città, il simbolo di ciò a cui tiene di più, di ciò che sono stati, e sono, i suoi cittadini.
Luigi Gaudio