Tracce di temi per la Tipologia D: tema di attualità
27 Gennaio 2019Sara Renda
27 Gennaio 2019Ricerca storica e sintesi delle età della pietra e dei metalli che hanno preceduto le età storiche
L’ETA’ PALEOLITICA
Studiando le diverse tecniche adottate per lavorare la pietra,
l’era quaternaria è stata divisa in età paleolitica o della pietra antica, età mesolitica o della pietra di mezzo ed età neolitica o della pietra recente.
Nel periodo paleolitico ( dalla prima comparsa degli ominidi all’8500 a.C. circa ) vi fu la lunga evoluzione dell’uomo.
In questa età le variazioni climatiche provocarono mutamenti nella flora e nella fauna e causarono la scomparsa di molte specie viventi.
I gruppi umani vivevano principalmente di caccia ( mammut, renne, cinghiali ) e di raccolta di vegetali commestibili che la terra produceva spontaneamente; erano così costretti a condurre una vita nomade a causa dei continui spostamenti richiesti dalle migrazioni delle mandrie.
L’uomo fabbricò strumenti di legno, di osso e soprattutto di pietra, all’inizio utilizzata allo stato grezzo, successivamente levigata ( chopper, schegge dai bordi taglienti ) ed infine lavorata su entrambe le facce ( amigdala, ascia senza manico ). Nell’ultimo periodo del paleolitico fu creata una nuova ed efficacissima arma, l’arco, che permetteva di cacciare anche animali di piccola taglia.
I rifugi abituali erano le caverne, nelle quali gli uomini vivevano in piccoli gruppi; l’intensificarsi di questa vita sociale portò all’affinamento del linguaggio.
Importante fu la scoperta del fuoco, all’inizio semplicemente conservato, dopo averlo prelevato da incendi naturali, e successivamente prodotto mediante lo sfregamento di legni secchi o pietre; esso era molto prezioso per l’uomo che se ne serviva per cuocere i cibi, per illuminare, scaldarsi, per difendersi dagli animali e per modellare nuovi strumenti.
Nel paleolitico comparvero le prime modeste forme d’arte, piccole incisioni e sculture fatte con ossa e corna di animali, e soprattutto le pitture parietali, raffiguranti animali, che avevano una funzione magica in quanto dovevano rendere favorevole la caccia .
Carattere propiziatorio avevano anche delle statuette di pietra o di avorio alte dieci o quindici centimetri rappresentanti donne chiamate ” Veneri ” con una straordinaria accentuazione delle parti del corpo legate alla riproduzione; esse erano oggetto di culto in quanto evidenti simboli di fecondità. Nel Paleolitico l’uomo cominciò anche a seppellire i morti in fosse appositamente scavate ed a credere nella possibilità di una vita dopo la morte, come testimoniano le pratiche magico-religiose, celebrate nel profondo delle caverne e l’uso di deporre oggetti accanto ai defunti.
L’ETA’ MESOLITICA
L’età mesolitica, compresa fra l’8500 ed il 6000 a.C. circa, fu un periodo intermedio, in cui l’uomo passò da una forma di vita nomade, propria del cacciatore e del raccoglitore, ad una sedentaria.
Intorno all’8500 a.C. ebbe fine l’ultimo periodo glaciale; il clima divenne più mite e modificò profondamente l’ambiente, causando l’estinzione o la migrazione di molti animali abitualmente cacciati.
L’uomo dovette così ricercare nuovi mezzi per procurarsi da vivere.
Il clima temperato permise di uscire dalle grotte e di costruire dei ripari all’aperto in prossimità di laghi e fiumi.
La scomparsa degli animali di grossa taglia portò l’uomo ad inventare nuove armi da caccia, come la fiocina e l’arco, adatti per catturare lepri, volpi, cervi.
Ci fu in quel tempo un incremento dell’uccellagione e della pesca.
La tendenza alla vita sedentaria favorì anche i primi tentativi di addomesticamento di alcuni animali, come ad esempio la capra e il cane.
L’ETA’ NEOLITICA
L’età neolitica iniziò nel 6000 a.C. circa e si protrasse fino al 4000 a.C. Fu caratterizzata dalla presenza di due nuove attività: l’agricoltura e l’allevamento.
In questo periodo l’uomo, da semplice raccoglitore, divenne coltivatore. Le donne dedite all’agricoltura si accorsero quasi per caso che dai semi dei cereali caduti ed interrati crescevano i vegetali corrispondenti.
Per sfruttare meglio le risorse agricole si costruirono nuovi strumenti, adottando la tecnica dell’immanicatura e della levigatura che rendeva più affilati gli attrezzi; furono create vanghe, falci, zappe in legno e selce e, per frantumare i semi raccolti, pestelli, mortai e macine di pietra.
Poiché i prodotti coltivati potevano essere conservati nel tempo la paura della fame scomparve.
Contemporaneamente furono addomesticati ed allevati alcuni animali ( i cani, preziosi per la caccia, gli ovini, i suini e i bovini ) che fornirono un’altra riserva sicura di cibo.
La necessità di conservare e preparare gli alimenti spinse l’uomo a lavorare l’argilla, per la costruzione di vasi, ciotole e recipienti che venivano lasciati essiccare al sole o cotti in forni di mattoni. Più tardi comparve anche la ceramica che fu dapprima rozza, poi colorata ed anche decorata.
Le donne impararono a filare e a tessere su telai le fibre del lino e la lana utili per creare indumenti.
Queste nuove attività portarono l’uomo ad abbandonare la vita nomade e ad stabilirsi nei luoghi dove si trovavano i campi e i recinti degli animali. Si formarono così i primi villaggi, abitati da circa un centinaio di persone, costituiti da capanne di paglia, fango, pietre e rami, costruiti in luoghi facili da fortificare e da difendere come le colline o le rive dei laghi; su questi ultimi sorsero in modo particolare le palafitte, abitazioni in legno dal tetto spiovente edificate su piattaforme sopraelevate, a loro volta sostenute da pali conficcati nel terreno.
Durante l’età neolitica il rapporto tra l’uomo e l’ambiente si trasformò in quanto l’uomo modificò l’ambiente in base alle sue necessità.
L’ETA’ DEI METALLI
Nell’ultima fase dell’età neolitica, in Oriente venne inventata la metallurgia.
L’uomo si accorse che il rame, che si trovava allo stato puro in natura, si fondeva con il calore del fuoco ed assumeva ogni forma che gli veniva data. La diffusione della tecnica di lavorazione di questo metallo segnò l’inizio del calcolitico o età del rame.
Mescolando il rame e lo stagno si poteva ottenere il bronzo, lega molto più resistente e dura, adatta per fabbricare armi e iniziò così l’età del bronzo.
Più tardi si diffuse la lavorazione di un metallo molto raro allo stato puro e difficile da fondere, il ferro che provocò il declino dell’industria della pietra e l’affermarsi della metallurgia, dando luogo all’età del ferro .
L’età dei metalli segnò notevoli trasformazioni nelle strutture sociali ed economiche. Innanzitutto si formò la nuova classe artigianale dei fabbri-forgiatori che fornivano la loro opera alla comunità in cambio di compensi in natura.
Grande importanza ebbero, inoltre, i commercianti che provvedevano alla diffusione delle merci fra popolazioni anche distanti. Il commercio fu favorito dall’invenzione di due importanti strumenti: la ruota, inizialmente a disco pieno e senza raggi e, subito dopo, il carro, trainato dai buoi o dai cavalli addomesticati.
Gli scambi fra le popolazioni avvenivano quasi esclusivamente lungo i corsi d’acqua navigabili e sul mare, in quanto non esisteva ancora una rete di strade comode.
Ebbe così inizio la navigazione, dapprincipio costiera poi in mare aperto per cui assunsero grande importanza le isole, basi dei traffici.
Ci fu anche uno sviluppo demografico che portò alla trasformazione dei grandi villaggi in centri urbani; in questi avveniva il controllo e l’organizzazione dell’attività produttiva dei territori circostanti in grado ormai di soddisfare, grazie anche alla nuova invenzione dell’aratro, le necessità alimentari di un numero più elevato di persone.
L’esigenza di coordinare le attività dei vari individui per ottenere benefici per tutta la comunità fece nascere la figura di una autorità, il re.
Si distinsero anche le varie funzioni di ogni individuo con la conseguente nascita di nuove categorie sociali: i sacerdoti, i contadini, i commercianti, ecc.
Per ordinare una società così vasta e complessa la tradizione orale non era più sufficiente; apparvero allora le prime forme di scrittura, fondamentali per gli inventari, gli elenchi ed i bilanci.
Nel periodo che intercorse tra la fine del neolitico e l’inizio dell’età dei metalli si sviluppò, in modo particolare nell’Europa Occidentale, la cosiddetta cultura megalitica, una tipica espressione del culto dei morti che si manifestò attraverso la costruzione di strani monumenti formati da grosse pietre chiamati dolmen e menhir.
LE CONDIZIONI AMBIENTALI
Gli studiosi ritengono che, quando l’uomo fece la sua apparizione sulla terra, il nostro pianeta esistesse già.
Sembra infatti che l’universo si sia formato a causa di una terribile esplosione verificatasi 15 o 20 miliardi di anni fa e che la terra ed il sistema solare risalgano a quattro o cinque miliardi di anni fa.
Questo lungo periodo è stato suddiviso per comodità in quattro ere geologiche: primaria, secondaria, terziaria, e quaternaria. Quest’ultima, caratterizzata dalla comparsa dei primi esseri appartenenti alla specie umana, dura tuttora.
Nell’era quaternaria, che iniziò circa tre milioni di anni fa, la terra subì bruschi cambiamenti di clima e fu colpita da quattro glaciazioni durante le quali le mutevoli condizioni ambientali costrinsero le specie viventi ad un continuo processo di adattamento a cui si adeguarono solo le più forti.
L’ORIGINE E L’EVOLUZIONE DELL’UOMO
Gli scienziati reputano che la specie umana attuale si sia formata in seguito ad una evoluzione lenta e graduale. Questa teoria fu enunciata per la prima volta nel 1859 dal naturalista inglese Charles Darwin che, in un saggio intitolato: ” L’origine delle specie “, affermò che l’uomo non era comparso sulla terra dotato di caratteri fissi ed immutabili, ma che si era evoluto con il tempo.
Grazie all’analisi dei fossili (resti di organismi animali e vegetali ) rinvenuti negli strati superiori della superficie terrestre gli studiosi hanno scoperto che in varie parti del mondo esistevano creature simili all’uomo che, per questo, furono chiamate ominidi.
Il più antico di essi, il Ramapithecus, visse in Africa circa quindici milioni di anni fa. Era un animale che probabilmente fu costretto, a causa di mutamenti climatici, ad abbandonare la vita sugli alberi per iniziarne una a terra che lo portò a sviluppare alcune caratteristiche come la bipedia, ovvero l’andatura su due piedi, l’uso della mano ed il cervello.
Circa quattro milioni di anni fa visse l’Australopitecus che fu definito il primo vero ominide in quanto camminava in posizione eretta e sapeva utilizzare gli strumenti di pietra o di osso offerti dalla natura.
Alto poco più di un metro, pesava circa venti o trenta chilogrammi ed aveva una capacità cranica modesta.
Viveva in gruppi di venti o trenta individui e si procurava il cibo con la raccolta dei frutti spontanei della terra e con la caccia. Inoltre egli sapeva comunicare non solo con i gesti, ma anche con le parole.
Un discendente dell’Australopithecus fu l’Homo habilis, vissuto circa due milioni di anni fa, i cui resti sono stati ritrovati in Tanzania. Era chiamato così perché in grado di costruire strumenti in pietra e modesti ripari, come le capanne strutturate in modo semplice che gli permettevano di difendersi e di sopravvivere meglio.
Anche la capacità cranica era aumentata e raggiungeva i 650 – 750 centimetri cubici.
Con la comparsa dell’Homo erectus, vissuto circa un milione di anni fa, iniziò lo spostamento di questo ominide dall’Africa fino all’Asia ed all’Europa.
Egli aveva una capacità cranica sviluppata ( 1.000 c.c. ) ed era in grado di produrre strumenti migliori, infatti cominciò a lavorare la pietra su entrambe le facce ( cultura bifacciale ).
Viveva di caccia e conosceva anche l’uso del fuoco.
Circa settantacinquemila anni fa in Europa, in un ambiente molto freddo in quanto coperto da ghiacci, fece la sua apparizione l’Homo sapiens neanderthalensis dotato di una corporatura molto tozza e robusta che gli permise di adattarsi alle difficili condizioni climatiche. Egli aveva una notevole capacità cranica ( 1650 c.c. ) e presentava un cranio appiattito e mascelle enormi.
Fu il primo a praticare i riti funebri ed il culto dei morti rivelando una sorta di religiosità. Si estinse circa venticinquemila anni fa per cause ancora sconosciute.
Nello stesso periodo comparve l’Homo sapiens sapiens, alla cui specie noi stessi apparteniamo, che aveva una media capacità cranica ( 1400 c.c. ) e caratteristiche tipicamente umane.
Viveva in grotte ed era capace di fabbricare strumenti in pietra molto vari e raffinati. Con lui si ebbero le prime grandi manifestazioni artistiche come i rilievi, le pitture, le incisioni sulle pareti delle caverne e le piccole sculture.
In tempi relativamente brevi l’Homo sapiens sapiens si diffuse su gran parte delle terre emerse (durante il periodo glaciale i mari si erano notevolmente ritirati, facendo emergere uno stretto corridoio di terra che univa l’America all’Asia) e, adattandosi ai climi delle regioni occupate e creando diversi modi di vita, diede origine alla differenziazione delle attuali razze umane.
ricerca della classe 4c 2005 Sezione serale
Istituto di Istruzione Superiore
“L. Scarambone” Lecce