L’inserimento dell’anziano nella famiglia d’oggi
27 Gennaio 2019Luisa Zaccarelli
27 Gennaio 2019
Tesina sulla prima guerra mondiale
Il 28 Giugno 1914 l’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico era in visita ufficiale a Sarajevo, venne assassinato in Bosnia da due studenti serbi.
Per questa ragione l’Austria ritenne la Serbia responsabile dell’attentato e il 28 Luglio bombardò Belgrado, la sua capitale. In realtà l’assassinio non fu che un semplice pretesto per scatenare una guerra che era già nell’aria da tempo.
Le cause politiche del conflitto erano:
– il contrasto tre Austria e Russia per il controllo dei Balcani
– il contrasto tra Germania e Francia per le regioni dell’Alsazia e la Lorena.
Quelle di natura economica vedevano ogni potenza accaparrarsi;
– nuovi mercati per la vendita dei prodotti
– nuove regioni da cui trarre materie prime.
La guerra si estese rapidamente coinvolgendo tutte le potenze europee. In pochi giorni si verificò una catena di dichiarazioni di guerra:
– la Russia intervenne in favore della Serbia dichiarando guerra all’Austria;
– la Germania entrò in guerra contro la Russia e contro la Francia.
– L’entrata in guerra della Francia chiamò in causa l’Inghilterra.
In pochi mesi tutti gli Stati europei entrarono in guerra in conseguenza del fatto che dagli inizi del secolo l’Europa era divisa in due blocchi contrapposti: l’Intesa tra Francia, Inghilterra e Russia e la Triplice Alleanza tra Austria, Germania e Italia.
Ora, le possibilità erano due: o guerra o pace generale, ma le ostilità fra Austria e Serbia sembravano favorire la prima prospettiva. Ma la guerra generale uscì dai confini europei infatti il 23 agosto il Giappone scese in guerra a fianco dell’Intesa . scoppiava cosi la prima guerra mondiale. La situazione di tensione tra le grandi potenze portò ad una politica sempre più aggressiva, che scatenò una corsa agli armamenti. L’esplosione della guerra dipese anche dalla diffusione del nazionalismo che però di trasformò in aggressività imperialistica e in spirito di potenza, in odio per lo straniero e il razzismo ma soprattutto nell’esaltazione della guerra.
In un primo tempo il governo italiano dichiarò la sua neutralità perché sebbene fosse legata ad Austria e Germania nella Triplice alleanza gli accordi prevedevano che ognuno dei tre stati sarebbero dovuti intervenire a fianco degli altri soltanto in caso di guerra. difensiva. Via via che il conflitto si andava allargando l’Italia si divise tra neutralisti e interventisti. Facevano parte del fronte interventista i liberali più conservatori guidati da Salandra e da Sonnino e appoggiati dal re e quindi dai nazionalisti. Gli interventisti democratici invece, vedevano nella guerra l’occasione per completare l’unità d’Italia. Vi erano poi alcuni gruppi di socialisti rivoluzionari guidati da Benito Mussolini che vedevano la guerra come l’inizio di un processo sociale rivoluzionario. Mentre erano neutralisti i liberali Giolittiani i quali ritenevano che l’Italia avrebbe potuto ottenere per via negoziale dall’Austria quelle concessioni territoriali che gli interventisti si proponevano di conquistare con una guerra. Infatti Giolitti era convinto che la guerra sarebbe stata molto lunga. Gli interventisti svolsero un’intensa opera di propaganda. Il 26 Aprile 1915il ministro Sonnino si accordò con l’Intesa all’insaputa del parlamento, firmando il Patto di Londra, in cui l’Italia si impegnava a entrare in guerra entro un mese e avrebbe ottenuto, in caso di vittoria molte acquisizioni territoriali. Il 24 Maggio 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco dell’Intesa. L’esercito italiano si schierò su un fronte di oltre 600 chilometri sul confine nord-orientale.
Col passare del tempo appariva ormai chiaro che la guerra di trincea non avrebbe mai portato a vittorie definite. La Francia e l’Inghilterra avevano praticato un blocco del commercio marittimo ai danni degli imperi centrali sequestrando i prodotti di guerra.
Ogni tentativo della flotta tedesca di lasciare i porti del mare del Nord veniva sistematicamente stroncato dalle corazzate inglesi. Così la Germania diede inizio alla guerra sottomarina, condotta con i piccoli ma micidiali sottomarini U- Boote.
La caratteristica principale del conflitto del 1914-18 è che esso coinvolse non soltanto eserciti e governi, ma anche le popolazioni civili. La guerra di trincea, costosa e logorante , imponeva sacrifici non soltanto ai soldati: in quasi tutti i paesi la popolazione soffrì gravi restrizioni. Nel 1917 la situazione alimentare divenne particolarmente critica in Austria e in Germania ma anche in Russia e in Italia le cose non andavano meglio. Alle difficoltà per reperire i generi alimentari si aggiungeva un generale rialzo dei prezzi. Si diffusero anche malattie come il tifo la tubercolosi e il colera. All’inizio la guerra era stata accolta in ogni paese con entusiasmo, anche grazie all’intensa opera di propaganda a favore del conflitto. Anche i partiti socialisti europei malgrado la loro iniziale opposizione, avevano poi appoggiato la scelta di entrare in guerra. Nel frattempo però l’immobilismo della guerra di trincea sembrava allontanare la fine del conflitto. In Francia, Inghilterra e Italia si formarono dei governi coalizione nazionale, ma malgrado questi provvedimenti, l’opposizione alla guerra continuava a crescere. I lavoratori entrarono in sciopero e dettero vita a manifestazioni spesso violente. Anche l’atteggiamento dei soldati al fronte iniziò a cambiare e si diffuse un clima di rassegnazione e di ribellione. Si incominciarono a vedere anche diversi episodi di diserzione.
IL 1917 fu un anno molto difficile la rivoluzione russa e l’intervento degli stati uniti nel conflitto furono eventi molto importanti per l’evoluzione della guerra. Il 3 marzo del 1918 venne definitivamente firmata la pace tra russi e tedeschi la resa della Russia andava a favore degli imperi centrali ma un peso maggiore ebbe la decisione degli Stati Uniti di entrare in guerra a fianco dell’intesa. Fin dall’inizio del conflitto gli aiuti economici degli americani erano stati fondamentali per gli eserciti anglo-francesi. Quando nel 1915 i sottomarini tedeschi affondarono per sbaglio la nave-passeggeri inglese Lusitania il presidente Wilson aveva avvertito la Germania che se fossero continuati gli attacchi sottomarini gli Stati Uniti sarebbero intervenuti. Nel 1917 per bloccare rifornimenti americani all’Inghilterra la Germania aveva annunciato una guerra sottomarina totale, che prevedeva l’affondamento i tutte le navi di qualunque tipo. Con questa guerra sottomarina gli Stati Uniti volevano salvaguardare la libertà di commercio. Dopo il ritiro della Russia, Austria e Germania hanno concentrato tutte le loro forze sul Fronte italiano; Il 24 ottobre fu sferrato un attacco a Caporetto a cui L’esercito italiano affiancato da Cadorna non riuscì a resistere. La rotta” di Caporetto testimoniò la disorganizzazione, l’incapacità strategica e la mancanza di compattezza delle truppe italiane. Quando tutto sembrava perduto il paese diede prova di un forte capacità di reazione e formò un governo di solidarietà nazionale con a capo Vittorio Emanuele Orlando. Cadorna fu destituito e il comando dell’esercito fu affidato al generale Armando Diaz. Per ottenere di nuovo la fiducia dei soldati il governo promise vantaggi economici per il dopo guerra, inclusa una distribuzione di terre ai contadini. Grazie a questo progetto e ad una mobilitazione eccezionale Diaz ri8uscvì ad arginare la rotta delle truppe italiane.
Nella primavera del 1918 l’esercito tedesco sferrò una grande offensiva per cercare dei piegare la Francia. Tra Marzo e Luglio il fronte occidentale venne sfondato più volte e le truppe tedesche penetrarono nelle linee degli anglo-francesi; I quali sferrarono un violento e vittorioso contrattacco che sfondò il fronte tedesco. L’imperatore tedesco propose un armistizio, ma il comando dell’Intesa pretese una resa totale. Dopo aver resistito con successo agli attacchi austriaci L’esercito italiano Riuscì a sconfiggerli definitivamente a Vittorio Veneto il 24 ottobre 1918. L’Austria firmò l’armistizio il 4 Novembre 1918 e la Germania l’11. La grande guerra era finita ma si lasciava alle spalle una pesante eredità di distruzioni economiche, di conflitti sociali e di tensioni politiche.
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