Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019dalla Storia contemporanea
di Carlo Zacco
La «questione d’Oriente»
Tensioni. Uno dei motivi di tensione tra gli Stati europei era la cosiddetta «questione d’Oriente», cioè una serie di problemi causati dalla crisi dell’Impero turco. La crisi era determinata dall’arretratezza e dall’incapacità di reggere il confronto con le potenze occidentali a livello politico, economico e militare; da qui lo sviluppo di vari movimenti che rivendicavano l’indipendenza degli Stati soggetti all’impero, in molti casi sostenuti dagli Stati occidentali, interessati a mettere le mani nella zona.
Interessi economici. Queste zone infatti erano di grande importanza strategica: permettevano un collegamento tra occidente, Golfo Persico, Mar Rosso, Russia Meridionale. In particolare:
– l’Austria voleva espandersi nella penisola balcanica;
– la Russia era interessata al controllo dei Dardanelli e del Mar Nero per affacciarsi nel Mediterraneo;
– la Gran Bretagna chiaramente non poteva accettare un eccessivo rafforzamento russo, dal momento che in quella zona passavano le navi inglesi dirette in India.
I Conflitti. I due maggiori conflitti causati dalla questione d’Oriente furono;
1) La Guerra di Crimea (1853-56). Francia, Gran Bretagna, Sardegna si schierarono a favore dell’Impero Ottomano contro le mire espansionistiche della Russia. Il trattato di Parigi del 56 impedì alla Russia di allargarsi sui Dardanelli, e ritardò la crisi turca.
2) La Guerra Serbo-Turca (1875-78). Il conflitto si riaprì nel 1875 tra la Serbia e l’Impero ottomano, nel quale la Russia intervenne in aiuto della Serbia, vincendo. Ma nel congresso di Berlino del 1878 la Russia fu costretta ad accettare la proposta di Bismarck di rinunciare a parte delle conquiste per evitare il conflitto che certamente sarebbe nato con la Gran Bretagna.
Audio Lezioni di Storia moderna e contemporanea del prof. Gaudio
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