Se questo è un uomo
27 Gennaio 2019Ryunosuke Akutagawa
27 Gennaio 2019La Francia: lezione di geografia
Relazione di rancesco Avolio
Gli uomini al potere.
L’ antico regime: Luigi XIV, Re Sole (1643-1715); Luigi XV (1715-74); Luigi XVI (1774-92).
Il nuovo: I Repubblica (1792-1804), Robespierre (1794-95); Napoleone (consolato e impero, 1799-1814).
La Restaurazione: Luigi XVIII (1814-24); Carlo X (1824-30); Luigi Filippo d’Orleans (1831-48, monarchia borghese e fine della dinastia Borbone iniziata con Enrico IV nel 1589); Napoleone III (1852-70).
Le repubbliche francesi: II (1848-52); III (1870-1940); di Vichy (1940-42/44); IV (1944-58); V (1958-…).
I club sono associazioni in cui si discutono problemi politici: hanno la funzione di organizzazione della lotta politica ed elaborazione dei principi rivoluzionari.
Il club Bretone sorge già nel maggio 1789 a Versailles ed è fondato da rappresentanti del III stato provenienti dalla Bretagna; a ottobre alcuni suoi membri si trasferiscono a Parigi col nome di «Società degli amici della costituzione» insediandosi nell’ex convento dei domenicani (jacobins).
L’alta quota d’iscrizione al club giacobino esclude la partecipazione popolare, ma diviene sempre più radicale e egualitario, specie quando dal 1793 Robespierre ne è capo indiscusso. Esso raccoglie le posizioni della media e piccola borghesia: è favorevole alla punizione del Re, al centralismo amministrativo e all’intervento politico in economia. (Sul giacobinismo cfr. altro file).
Nel luglio 1791, con la tentata fuga del re e Campo di Marte, la maggioranza moderata si stacca dal club giacobino, perché contraria alla condanna del Re, per fondare il club dei foglianti, guidato da Barnave e La Fayette. Esso riunisce i sostenitori della costituzione censitaria del 1791 e scompare con la fine della monarchia.
Il club dei cordiglieri sorge nell’aprile 1790 con le riunioni degli appartenenti alla «Società degli amici dei diritti dell’uomo e del cittadino» in un ex convento dei francescani (cordeliers). Aderisce alle istanze Repubblicane e popolari contro alla monarchia, ma si scontra con Robespierre che ne fa arrestare e giustiziare i capi (Danton e Desmoulins).
Danton (di modesta origine borghese, studia diritto) ha un ruolo fondamentale in Campo di Marte e il 10 agosto 1792, fonda il Comitato di salute pubblica, ma uscitone guida l’opposizione moderata e democratica (indulgenti) a Robespierre.
Il club dei girondini (o brissottini) sorge nel 1791 e riunisce i deputati all’Assemblea legislativa del dipartimento della Gironda: sono notabili (alta e media borghesia) d’idee liberali e con un forte senso della legalità, favorevoli ad un ordinamento politico decentrato e contrari al dirigismo economico. Guidato da Brissot, contrario all’ideologia egualitaria dei sanculotti parigini (la Comune di Parigi sorta il 10/8/92, come organo extra-costituzionale), ha posizioni vicine alla borghesia mercantile e provinciale. L’arresto e l’esecuzione dei suoi capi (giugno 1793) segna inizia del Terrore, mentre il 9 termidoro (luglio 1794) e il loro rientro alla Convenzione ne rappresentano la conclusione.
(fonte: Fabio Utili)
Uno schema degli avvenimenti
Alcuni presupposti e le origini | 1748 Montesquieu: Spirito delle leggi. Crisi cerealicola e aumento prezzo della farina. 1756-63 guerra dei 7 anni; con la pace di Parigi le colonie francesi in Nord America vanno alla Gran Bretagna (la Francia ottiene la Louisiana). 1759 Voltaire: Candido. 1762 Rousseau: Contratto sociale. 1771 studi di Lavoisier sui gas e di Monge sulla geometria analitica. 1772 Completata l’Enciclopedia. 1774 muore Luigi XV di Borbone e gli succede il nipote Luigi XVI. 1781 Necker presenta il suo resoconto finanziario e si dimette. 1783 il trattato di Versailles riconosce l’indipendenza degli Stati americani. 1785 crisi foraggera generale in Francia. 1788 8 agosto, convocazione degli Stati generali per il maggio 1799. 27 dicembre, il n. dei rappresentanti del III stato è raddoppiato (ora 50% totale). 1789 marzo, rivolte agrarie in Provenza e Piccardia. |
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Gli Stati generali 5 maggio 1789 – 20 giugno 1789) |
Convocazione degli Stati generali (5 maggio 1789) Assemblea Nazionale (17 giugno 1789) autoproclamata Giuramento della pallacorda (20 giugno 1789) Al rifiuto di sciogliersi, il Re ordina ai rappresentanti di clero e nobiltà di riunirsi al III stato (27 giugno 1789) quindi l’Assemblea Nazionale si trasforma in Costituente (9 luglio) |
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L’Assemblea nazionale Costituente (9 luglio 1789 – 30 sett. 1791) |
Inizia la caduta dell’Ancien régime | Istituita la Guardia nazionale (è una milizia borghese per evitare colpi di stato sia monarchici sia popolari) Presa della Bastiglia (14 luglio 1789, i primi disordini sono del 12) Sollevazioni nelle campagne: Grande Paura (luglio 1789) Abolizione dei diritti feudali (4 agosto 1789) |
Le nuove strutture politiche e l’inizio dei dissensi | Dichiarazione dei Diritti dell’uomo (26 agosto 1789) Marcia delle donne su Versailles: il Re torna a Parigi (5-6 ottobre 1789) Decentramento amministrativo (istituzione dei dipartimenti) Beni del clero a disposizione della nazione e creazione degli assegnatiassegnati; sistema elettorale censitario: attivi/passivi (novembre-dicembre 1789) Costituzione civile del clero (luglio 1790) Condanna del Papa alla costituzione civile del clero (marzo 1791) Club, società popolari, giornali rivoluzionari si sviluppano Fuga del Re e suo arresto a Varennes (20-21 giugno 1791) L’Assemblea costituente scagiona il Re (15 luglio 1791) Strage in Campo di Marte, Guardia nazionale di La Fayette (17 lug. 1791) Costituzione del 1791 (3 settembre) e giuramento fedeltà del «Re dei francesi per grazia divina e della legge costituzionale» (14 settembre) |
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L‘Assemblea legislativa (1 ott. 1791 – 10 agosto 1792) |
Dichiarazione di guerra all’Austria (20 aprile 1792) Decreto contro i preti refrattari (27 maggio 1792) Arresto del Re alle Tuileries (fine della monarchia): I Repubblica (10 agosto 1792) Comune di Parigi: la rivoluzione dei notabili e giuristi è sempre più nelle mani dei sanculotti legittimati dalla forza della piazza (10 agosto 1792) La Fayette tenta di far marciare la sua armata su Parigi, poi emigra (fine agosto 1792) Massacro nelle prigioni parigine, tollerato da Danton (settembre 1792) |
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Convenzione (20 sett. 1792 – 26 ott. 1795) Le componenti: – Gironda (legalisti); – Palude (moderati); – Montagna (giacobini radicali). |
La lotta alla controrivoluzione e la Repubblica giacobina. Il Terrore (giugno 1793 – luglio 1794) |
Esecuzione di Luigi XVI (21 gennaio 1793) Insurrezione in Vandea, mentre la guerra prosegue (marzo 1793) Danton crea il Comitato di salute pubblica (5 aprile 1793) Maximum dei grani e delle farine, calmierati per Dipartimenti (4 maggio) Caduta dei Girondini: esecuzione dei suoi capi (2 giugno 1793) Costituzione democratica e giacobina del 1793: uguaglianza e suffragio universale (24 giugno 1793) Robespierre esclude Danton e guida il Comitato di salute pubblica (luglio) Assassinio di Marat e pena di morte per gli accaparratori (luglio 1793) Leva in massa (23 agosto 1793) Epurazione di hebertisti poi di Danton e indulgenti (marzo-aprile 1794) Dittatura di Robespierre e Festa dell’Essere supremo (giugno 1794) |
Reazione del 9 termidoro (27 lug. 1794) |
Caduta di Robespierre (27 luglio 1794) Abolizione del maximum e liberalizzazione dei commerci (24 dic. 1794) Terrore Bianco (aprile-maggio 1795) Trattati di pace con Prussia e Repubblica Batava (Olanda), ma la guerra continua contro Austria e Gran Bretagna (luglio 1795) |
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Il Direttorio (nov. 1795 – 10 nov. 1799) 5 membri, con Barras e Carnot. |
Costituzione dell’anno III o termidoriana: censitaria, Consiglio 500 e Direttorio (agosto1795) Babeuf e la Congiura degli Eguali: arresti, ma poche condanne (10 maggio 1796) Campagne del Reno e d’Italia (1796) Colpo di Stato del 18 brumaio anno VIII (1799), poi governo provvisorio |
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Consolato (1799 – 1804) 3 membri: Napoleone, Sieyés, Ducos. |
Col 18 brumaio Napoleone è I console (il potere è nelle mani dell’esercito) Costituzione dell’anno VIII: tre consoli con carica decennale Nel 1802 Napoleone è, con un plebiscito, console a vita Nel 1804 Napoleone è, con un plebiscito, imperatore |
COSTITUZIONI FRANCESI
(1791-1814). Costituzioni varate e abrogate in stretta successione in sintonia con gli eventi tumultuosi della rivoluzione, dell’età napoleonica e della restaurazione. Ciascuna di esse costituì un modello di assetto dello stato ispirato a concezioni ideologico-politiche ben distinte. Nel 1791 fu varata la prima costituzione scritta della Francia. Sanciva solennemente i principi ispiratori dei provvedimenti legislativi emanati dal 1789 in poi, sotto l’incalzare degli eventi rivoluzionari. Nel preambolo riportava la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino votata dall’Assemblea costituente il 26 agosto 1789. In essa, oltre a rivendicare i diritti naturali dell’individuo (diritto alla libertà personale, di pensiero, di opinione, d’espressione; alla proprietà; alla resistenza all’oppressione) e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, si affermava il principio della sovranità nazionale e si definiva la legge come espressione della volontà generale. La costituzione conservava l’ordinamento monarchico del paese, ma limitava le prerogative del re dei francesi e subordinava alla legge il suo volere. Attribuiva al sovrano il potere esecutivo e il diritto di veto sospensivo nonché la facoltà di nominare e revocare i ministri, i capi militari, gli ambasciatori e i principali amministratori. Demandava il potere legislativo a un corpo permanente, composto da una sola camera, eletta a suffragio censitario a doppio grado. Stabiliva che i giudici, designati dal popolo, esercitassero le loro funzioni sotto la sorveglianza di un tribunale di cassazione. Fissava inoltre il nuovo assetto territoriale del paese che sostituiva alle circoscrizioni dell’ancien régime dipartimenti, distretti, cantoni e municipi. Ben più avanzata sul terreno politico e sociale fu la Costituzione dell’anno primo (1793). Voluta dai montagnardi al potere, fu adottata per acclamazione dalla Convenzione e approvata, come la successiva costituzione del 1795, da un referendum popolare. Pur non essendo mai entrata in vigore a causa dell’emergenza imposta dalla guerra contro la prima coalizione, divenne punto di riferimento per il pensiero democratico del secolo successivo. Nella preliminare Dichiarazione dei diritti si affermavano nuovi principi quali la fraternità tra i popoli e il diritto dei singoli al lavoro, all’istruzione, all’assistenza, alla felicità, all’insurrezione. Sfavorevole alle prerogative del potere esecutivo (esercitato da un Consiglio di ventiquattro membri) di cui limitava pesantemente le competenze, privilegiava il corpo legislativo composto da una sola Camera, i cui membri erano eletti annualmente a suffragio universale. I cittadini potevano intervenire direttamente nell’attività legislativa attraverso referendum richiesti da almeno un decimo degli elettori delle assemblee primarie in metà dei dipartimenti. Assai più moderata fu la Costituzione dell’anno terzo (1795) che rifletteva la preoccupazione di contenere gli eccessi della precedente e di consolidare la preminenza della borghesia. Nella Dichiarazione introduttiva si rifaceva largamente al testo del 1791 ma, per reazione alla dittatura montagnarda, specificava che nessun individuo o gruppo di cittadini poteva ritenersi depositario della sovranità. Per la prima volta menzionava, oltre i diritti dell’uomo, anche i doveri che consistevano essenzialmente nell’obbligo di rispettare la legge e le autorità costituite. Sanciva la separazione dei poteri, delegando quello esecutivo a un Direttorio composto di cinque membri e quello legislativo a due assemblee elette a suffragio censitario e indiretto: il Consiglio dei cinquecento, che proponeva ed elaborava le leggi, e quello degli anziani, che le varava o respingeva. Conservava nelle sue grandi linee l’organizzazione amministrativa del territorio nazionale, mantenendo la suddivisione in dipartimenti, cantoni e comuni, ma sopprimendo i distretti. Le costituzioni del periodo napoleonico gradualmente segnarono il riflusso delle idee rivoluzionarie e l’approdo a un nuovo dispotismo. La Costituzione dell’anno ottavo (1799), la prima che non si aprisse con una dichiarazione dei diritti, affidava il governo del paese a tre consoli, il primo dei quali godeva di ampie prerogative e, oltre a promulgare le leggi, nominava i ministri, gran parte dei funzionari civili e militari e i componenti del Consiglio di stato. Quest’ultimo organo redigeva le leggi che erano discusse dai membri del Tribunato e votate dal Corpo legislativo. Il suffragio universale era ristabilito; perdeva tuttavia significato, poiché i cittadini non eleggevano i propri rappresentanti, ma alcuni notabili tra i quali il Senato designava i componenti delle assemblee legislative. I senatori, inamovibili e cooptati su liste presentate dal primo console, avevano il ruolo di custodi della costituzione. Essi, però, non adottarono mai linee di condotta autonome e tramite successivi “senatoconsulti” si prestarono a indebolire i corpi legislativi e a rafforzare la posizione del primo console (Napoleone), che venne proclamato console a vita nel 1802 e imperatore nel 1804. Con la restaurazione borbonica (1814) una nuova carta costituzionale venne concessa ai francesi per grazia del sovrano senza che fosse deliberata da un’Assemblea costituente come le precedenti. Pur ribadendo la teoria della sovranità per diritto divino, non sconfessava alcune importanti conquiste politiche e sociali della rivoluzione quali l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, l’abolizione dei privilegi fiscali, la libertà di pensiero, di espressione, di religione. Riservava al re non solo il potere esecutivo, ma anche l’esclusivo diritto dell’iniziativa legislativa nonché la facoltà di emettere regolamenti e ordinanze per l’esecuzione delle leggi. Introduceva, inoltre, un sistema bicamerale composto da una Camera dei pari, di nomina regia, e da una dei deputati, eletti a suffragio assai ristretto. Garantiva una certa indipendenza della magistratura, poiché i giudici, pur essendo nominati dal re, erano inamovibili. La carta costituzionale del 1814 tracciò le linee secondo cui si resse lo stato francese fino alla rivoluzione del 1848.