Tu m’ài sì piena di dolor la mente di Guido Cavalcanti
28 Dicembre 2019Primi 72 versi del canto quinto del Purgatorio di Dante
28 Dicembre 2019
La “Resurrezione di Lazzaro” è uno dei momenti centrali del celeberrimo Mistero Buffo di Dario Fo, un capolavoro del teatro popolare, dove il grande autore e attore si immerge nel “grammelot”, un linguaggio onomatopeico e inventato che ricrea i dialetti medievali, accompagnato da gesti e intonazioni estremamente espressivi.
Fo reinventa il miracolo della resurrezione di Lazzaro con il suo stile tipico: una mistura di satira pungente, ironia corrosiva e profonda riflessione sociale. La sua narrazione si allontana dal tradizionale racconto evangelico per mettere in luce le ingiustizie e le ipocrisie della società. Il miracolo, anziché essere una celebrazione della potenza divina, diventa un pretesto per criticare i potenti e le strutture oppressive del mondo medievale – una critica che, naturalmente, si estende alla contemporaneità.
Il contesto in Mistero Buffo
Mistero Buffo è una raccolta di monologhi teatrali ispirati ai testi dei giullari medievali, in cui Dario Fo, spesso accompagnato da Franca Rame, rivisita episodi biblici o storici per criticarli attraverso l’umorismo e il paradosso. L’opera, presentata per la prima volta nel 1969, si colloca in un periodo di forte fermento sociale e politico in Italia, e l’intento di Fo era proprio quello di smascherare il potere, sia ecclesiastico che politico, utilizzando l’arte popolare come strumento di resistenza.
La resurrezione di Lazzaro: Un’analisi
Nella versione di Dario Fo, la resurrezione di Lazzaro diventa una scena di grandissimo impatto comico, ma anche fortemente satirica. Ecco alcuni temi e chiavi di lettura:
- Critica all’ipocrisia religiosa: La Chiesa, nel teatro di Fo, è spesso dipinta come corrotta e lontana dal messaggio originario del Vangelo. Nella scena, il miracolo di Gesù viene quasi rappresentato come uno show teatrale, qualcosa di esibito per impressionare la folla, piuttosto che un atto di compassione verso Lazzaro. Fo mette in ridicolo l’idea di un miracolo che sembra compiuto più per impressionare gli spettatori che per vera pietà.
- Rappresentazione dei poveri e dei ricchi: Fo gioca con il contrasto tra la povertà e la ricchezza. I poveri sono visti come figure pure, spesso ridotte al silenzio o schiacciate dal potere, mentre i ricchi, i potenti e i prelati sono rappresentati come corrotti e ipocriti. Nella scena della resurrezione, questo contrasto emerge chiaramente. Lazzaro, un uomo già simbolicamente morto nella società, rappresenta la condizione del popolo oppresso, e la sua resurrezione è un momento di ribellione alla condizione di sottomissione in cui si trovava.
- Il Grammelot: Il linguaggio utilizzato da Fo è il famoso grammelot, una sorta di miscuglio tra dialetto, suoni e parole inventate, che riesce a comunicare significati universali. Questo linguaggio permette di superare le barriere linguistiche e culturali, creando una connessione diretta con il pubblico. La scena della resurrezione di Lazzaro è un ottimo esempio di come il grammelot non serva solo per fare ridere, ma anche per riflettere su questioni sociali e politiche.
- La comicità grottesca: L’umorismo di Dario Fo è intriso di grottesco. La resurrezione di Lazzaro, nella sua versione, è tutt’altro che solenne o sacra: è un momento di grande confusione, una farsa caotica in cui i personaggi si muovono tra comicità fisica e verbale. Lazzaro stesso, invece di essere un esempio di rinascita spirituale, sembra quasi riluttante a tornare alla vita, come se la morte fosse stata per lui una liberazione dalle fatiche della vita terrena.
Significato sociale e politico
Fo utilizza la resurrezione di Lazzaro per far riflettere su temi contemporanei di oppressione e ingiustizia. Il miracolo diventa una metafora per la condizione delle classi subalterne, che sono oppresse e “morte” agli occhi della società, ma che possono trovare un modo per risorgere e ribellarsi. La risata diventa quindi uno strumento di liberazione: il ridicolo e la satira smascherano il potere, rivelandone l’arbitrarietà e la corruzione.
La resurrezione di Lazzaro, in questo senso, non è solo una parodia di un evento biblico, ma una riflessione più ampia sul risveglio delle coscienze, sul potere della satira e della protesta popolare per far emergere la verità. Fo ci mostra che, anche di fronte alla morte sociale, è possibile “resuscitare”, ridendo in faccia ai potenti.
Conclusione
La “Resurrezione di Lazzaro” di Dario Fo in Mistero Buffo è una rappresentazione vivace e mordente della condizione umana e delle strutture di potere. Con il suo linguaggio creativo e il suo umorismo pungente, Fo smaschera l’ipocrisia dei potenti e dona voce ai diseredati, offrendo loro una sorta di “resurrezione” attraverso la risata e la ribellione. Una scena geniale che unisce tradizione, critica sociale e una riflessione profonda sulla natura dell’arte come strumento di liberazione.