Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019I primi coloni. I primi coloni furono commercianti inglesi e olandesi, che dal Seicento importarono dal nord America pelli, legna, tabacco e altri prodotti agricoli. Nel 1620 inizia un nuovo tipo di colonizzazione, causata da motivazioni religiose: è l’anno in cui la nave Mayflower sbarca nell’America del Nord trasportandovi un gruppo di puritani inglesi perseguitati nel loro paese d’origine.
Coloni e schiavi. Non solo inglesi, scozzesi e irlandesi, ma anche tedeschi, svedesi, polacchi e francesi: vari gruppi etnici che fin dall’inizio riuscirono ad integrarsi, creando una società basata sull’eguaglianza e la tolleranza (relativa, naturalmente). Oltre ad essi vi era anche in grande numero di schiavi neri provenienti dall’Africa (verso i quali non si può parlare certo di tolleranza).
I nativi americani. All’arrivo dei primi coloni europei in America vi erano circa 6/8 milioni di indigeni, divisi in una miriade di comunità, culturalmente molto diversificate tra loro. L’immagine nel pellerossa con le penne in testa e che vive in una tenda a forma di cono è naturalmente molto parziale.
Le tredici colonie e la rivoluzione
Le tredici colonie. A metà del Settecento sulla costa orientale si erano formate tredici colonie inglesi, popolate da circa 4 milioni di persone, di cui la metà bianchi.
Tra le colonie vi erano delle differenze:
1) Colonie del Nord: comunità agricole puritane di piccoli e medi proprietari, chiuse e tradizionaliste; le città costiere erano più aperte ai commerci e dinamiche economicamente.
2) Colonie del Centro: prosperavano grazie al commercio su vasta scala di prodotti coltivati in grandi aziende agricole; più variegate dal punto di vista religioso ed etnico.
3) Colonie del Sud: dominavano le grandi piantagioni di tabacco e cotone lavorate dagli schiavi neri, che in questa zona erano molto numerosi.
E vi erano anche degli elementi in comune:
1) Elevata mobilità sociale, malgrado le differenze tra ricchi e poveri;
2) Presenza di assemblee e istituzioni elettive, tra le quali potevano esservi anche i giudici; alcuni stati avevano delle costituzioni; il diritto di voto era riservato ai maschi bianchi adulti;
3) Ostilità verso i nativi americani, cacciati dappertutto.
Rapporti con l’Inghilterra. I rapporti con l’Inghilterra erano regolati da un governatore nominato dal Re e che collaborava coi rappresentanti locali. Il controllo inglese sui commerci americani era invece molto rigido, e di tipo protezionistico: le colonie erano obbligate ad esportare solo verso l’Inghilterra prodotto come tabacco, cotone eccetera usando solo navi inglesi; inoltre non potevano produrre in proprio prodotti tessili o siderurgici ma erano obbligati ad importarli dall’Inghilterra. In cambio l’Inghilterra dava loro protezione militare.
Scontro con l’Inghilterra. La tensione tra le colonie e la madre patria esplose nel 1765 con l’emanazione dello Stamp Act, cioè una tassa sui giornali ed altri documenti. Gli americani si rifiutarono di pagarla secondo il principio del No taxation without representation, dal momento che gli americani non avevano deputati in parlamento.
La rivoluzione. Nel 1774 a Philadelphia si riunì un congresso che costituì un esercito americano guidato da George Washington, il Continental Army. Il 4 Luglio 1776 venne firmata la Dichiarazione d’Indipendenza, che rompeva definitivamente i rapporti con l’Inghilterra. Nel 1776 scoppiò la guerra con l’Inghilterra. Nel 1777 accanto agli Stati uniti si unì la Francia in occasione della Battaglia di Saratoga, che segnò una prima sconfitta degli inglesi. La guerra si concluse nel 1783. Con il Trattato di Parigi, nello stesso anno, riconobbe l’indipendenza americana. Nascono gli Stati Uniti d’America.
La costituzione americana
Il Nuovo Stato. Le tredici ex-colonie si diedero un sistema di tipo federale, cioè uno stato unitario nel quale però le singole entità hanno parecchie autonomie su determinate materie. Nel 1787 i rappresentanti delle ex-colonie firmarono la nuova costituzione; nel 1789 venne eletto il primo presidente degli Stati Uniti d’America: George Washington.
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