Differenze fra Ariosto e Tasso
27 Gennaio 2019Il campo elettrico
27 Gennaio 2019Alla vigilia della Rivoluzione la società francese era organizzata secondo criteri medievali. Cerano i famosi 3 ordini: clero, nobiltà e terzo stato che componevano gli stati generali.
La situazione francese all’alba della rivoluzione
– Il clero era distinto in due rami. Cera l’alto clero composto da figure di origine aristocratica (vescovi, cardinali, abati) che avevano grandi privilegi: le terre, la riscossione delle decime (la decima parte del raccolto dei contadini andava alla chiesa). Cera poi il basso clero, in cui facevano parte uomini di origine umile, contadina, basso-borghese. A loro spettava il minimo dei proventi che si ricavavano dalle decime.
– La nobiltà francese era in decadenza, non era più il nervo dello stato, ma rimaneva comunque la classe dominante della società per ricchezza e prestigio. Il nobile non aveva doveri ma solo diritti. Cerano delle distinzioni all’interno di questa classe sociale: l’aristocrazia di corte, parassitaria e passiva; l’aristocrazia di provincia, più aggressiva, reazionaria, vuole mantenere i suoi privilegi e diventa violenta verso chi vuole toglierli; l’aristocrazia di toga, che ha acquistato i titoli dai sovrani e svolgono un ruolo amministrativo, è gelosa del proprio ruolo e dei propri privilegi.
– Il terzo stato è la classe maggiore. E’ composito, variegato. Infatti, si va dalle classi popolari, urbane e rurali di campagna (braccianti, affittuari, garzoni, operai: il proletariato) fino alla piccola, media, alta borghesia. La parte dinamica del terzo stato era composta dalla medio-alta borghesia (attiva politicamente e culturalmente) composta da banchieri, commercianti, che detenevano una buona parte della vita economica, sociale, burocratica dello stato. Però questa borghesia non era padrona dello stato. Era sul terzo stato che gravava il peso fiscale dello stato, i diritti e privilegi della nobiltà e del clero. Erano sottomessi ai poteri.
Quando re Luigi XVI si decise a convocare gli Stati generali, che non venivano chiamati dal 1614, non si immaginava quello che sarebbe successo. Li aveva convocati per far uscire dalla grave crisi finanziaria in cui la Francia era incappata. Il ministro delle finanze, Necker, pensava che questo poteva essere risolto con grandi riforme importanti, toccando la struttura dello stato. L’idea era quella di rivedere i privilegi della nobiltà e del clero che erano largamente parassitari nell’economia. Il problema finanziario non era l’unico, infatti, il problema più profondo era quello che riguardava la struttura dello stato (corona, leggi, stati generali) che era ormai lontana e inadeguata rispetto ai problemi della società che era cresciuta. Questa distanza tra lo stato e la società era stata resa più evidente dall’Illuminismo. In quegli anni si era sviluppato l’Illuminismo che parlava anche di politica e difendeva i diritti degli uomini. Gli Stati generali, come abbiamo detto, vennero convocati nel maggio del 1789.i ceti borghesi e le masse contadine ebbero così l’occasione di presentare le proprie rimostranze contro i privilegi aristocratici e signorili. Grande risonanza ebbero le riflessioni espresse dall’abate Sieyés che si era schierato, insieme ad altri nobili liberali, dalla parte dei borghesi. In un opuscolo intitolato Che cos’è il terzo stato?” Sieyés rigettava la tradizionale divisione in tre ordini, sostenendo che la sovranità spettasse alla nazione intesa come insieme omogeneo dei tre ceti. La borghesia chiese quindi da un lato che il numero dei proprio rappresentanti fosse uguale alla somma dei deputati del clero e della aristocrazia, dall’altro che le votazioni venissero per testa e non per ordine. Però il re, che doveva apparire nelle vesti da mediatore, fu del tutto inetto a questo scopo. Furono allora i deputati del terzo stato a prendere l’iniziativa, proponendo che i rappresentanti dei tre ordini lavorassero in comune e che le deliberazioni fossero prese a maggioranza e non più conteggiando i voti della nobiltà del clero e del terzo stato. E poiché i rappresentanti della nobiltà e del clero si opposero a votare per testa i rappresentanti del terzo stato decisero di abbandonare laula e si proclamarono Assemblea Nazionale. Con il giuramento della Pallacorda il terzo stato giurò di restare unito fino a quando la nazione non avesse avuto una costituzione. Il re invitò allora il clero e la nobiltà a sedere nell’Assemblea Nazionale Costituente. Finisce con questo fatto la monarchia assoluta e quindi anche l’Antico Regime.
Verso l’Assemblea Costituente: la dinamica rivoluzionaria
Il re non era disposto di accettare senza reagire la sconfitta dell’assolutismo e ordinò ad alcuni reggimenti di raggiungere Versailles per riprendere il controllo del potere. La paura di una dura repressione spinse il popolo ad assalire la Bastiglia, che venne presa il 4 luglio 1789: con questo fatto inizia la Rivoluzione Francese. La popolazione contadina per paura della vendetta aristocratica saccheggio le ville dei nobili e bruciò le carte su cui erano enunciati i diritti feudatari. Il 4 agosto con due decreti vennero aboliti i diritti feudali nobiliari ed ecclesiastici e abolirono i diritti esercitati dai nobili feudatari (come le corvees) sulle persone. Il 26 agosto venne approvata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, redatta sulla Dichiarazione d’indipendenza americana, in cui si enunciavano i diritti inviolabili e inalienabili dell’uomo affermando il principio della divisione dei poteri dello stato e mettendo fine all’Ancien Regime. Il rifiuto di Luigi XVI di firmare le carte provocò un moto popolare. Il 5 ottobre il popolo marciò su Versailles, seguito dalla Guardia Nazionale guidata dal generale La Fayette, e costrinse la famiglia reale a trasferirsi a Parigi. Intanto incominciarono a formarsi spontaneamente dei club. I club sono associazioni in cui si discutono problemi politici: hanno la funzione di organizzazione della lotta politica ed elaborazione dei principi rivoluzionari.
L’alta quota d’iscrizione al club giacobino esclude la partecipazione popolare, ma diviene sempre più radicale e egualitario, specie quando dal 1793 Robespierre ne è capo indiscusso. Esso raccoglie le posizioni della media e piccola borghesia: è favorevole alla punizione del Re, al centralismo amministrativo e all’intervento politico in economia.
Il club dei cordiglieri sorge nell’aprile 1790 con le riunioni degli appartenenti alla «Società degli amici dei diritti dell’uomo e del cittadino» in un ex convento dei francescani (cordeliers). Aderisce alle istanze Repubblicane e popolari contro alla monarchia.
La Costituzione del 1791
La Costituzione del 1791 viene definita liberal-democratica, perché di liberale c’è la divisone dei poteri e l’idea che lo stato riconosce e difende i diritti dei cittadini e perché di democratico c’è l’idea che lo stato e quindi le leggi si fondano sul popolo, sulla sovranità popolare.
– Aspetto politico. Lo stato rimane una monarchia in cui il potere esecutivo è in mano al re e ai suoi ministri di nomina regia e responsabili di fronte al sovrano. Il potere legislativo è dato in mano ad un’Assemblea unicamerale: l’Assemblea Legislativa che viene eletta dai cittadini. I cittadini vengono divisi in passivi, cioè quelli che hanno diritti in generale, ma non quelli politici (non possono eleggere), e in attivi, cioè quelli che possono eleggere l’Assemblea e godono di diritti politici. Questo viene definito il base al censo. Nell’Assemblea il re può imporsi solo una volta. Il potere giudiziario è affidato a tribunali elettivi.
– Aspetto amministrativo. Viene fatta una grande riforma secondo i principi del largo decentramento. Ai tempi dell’assolutismo si concentrava tutto nella corona, adesso invece il potere è distribuito a organi locali. La Francia viene suddivisa in 83 dipartimenti, in distretti e in comuni (o municipi). Questi organismi sono retti da governi locali con assemblee elettive.
– Aspetto economico. C’è una riforma secondo principi basati sul liberismo economico e si vedono gli aspetti borghesi. Succede che si proclama la libertà di lavoro. Scompaiono le organizzazioni feudali (corporazioni) ma anche le associazioni doperai, vengono tolti i sindacati, viene tolto il diritto di sciopero. Si pone il diritto privato e le basi per uno sviluppo economico di tipo capitalistico. I primi aspetti saranno devastanti. C’è libertà di commercio all’interno e all’esterno. Vengono tolte le dogane interne e i dazi con l’estero. Lo stato è in deficit e ha bisogno di soldi così emette gli assegnati. Sono dei buoni come titoli di stato. I cittadini dovevano versare i soldi e ricevevano questi assegnati. Dopo un certo periodo di tempo, lo stato restituisce i soldi con interessi del 5%. Lo stato prende poi i beni della chiesa e quest’idea è venuta al vescovo Talleyrand. Ci sarà un disastro. La vendita delle cose della chiesa va a rilento e alla lunga gli assegnati vengono ritirati.
– Rapporto stato-chiesa. Nella nuova Costituzione c’è un capitolo riguardante la chiesa: la Costituzione civile del clero. Il clero viene statalizzato e stipendiato dallo stato. I vescovi e i parroci devono fare un giuramento sulla costituzione e vengono eletti dai cittadini e i parroci stessi devono predicare dal pulpito la costituzione. Il giuramento però viene fatto solo da pochi vescovi e parroci. Quei vescovi che non accettano saranno definiti refrattari e molti di questi lasceranno la Francia.
La fuga del Re. Sviluppi rivoluzionari
Il re non si rassegnò alla perdita dei suoi poteri e scappò quindi da Parigi il 20 giugno 1791(fuga di Varennes), ma viene riconosciuto e ricondotto a Parigi, dove viene momentaneamente sospeso dal trono per circa due mesi. In questa fuga, Luigi XVI, voleva chiedere aiuto alla Prussia e all’Austria, regni in cui l’assolutismo era ancora forte. Nel luglio 1791, con la tentata fuga del re e Campo di Marte, la maggioranza moderata si stacca dal club giacobino, perché contraria alla condanna del Re, per fondare il club dei foglianti, guidato da Barnave e La Fayette. Esso riunisce i sostenitori della costituzione censitaria del 1791 e scompare con la fine della monarchia. Nell’Assemblea si cominciano a riconoscere tre schieramenti:
– la destra, conservatrice e moderata, è contraria al nuovo ordine sociale del paese e moderata sostenitrice della monarchia;
– il centro, liberale e moderato, sostiene la monarchia perché ha bisogno del re per governare e in economia è liberista, è formato dall’alta borghesia;
– la sinistra, repubblicana e democratica, è sostenuta dal proletariato e non guarda con ostilità i movimenti di piazza. E’ diffidente verso la corona ed è favorevole all’intervento dello stato in economia, è formato principalmente da borghesi.
In questa fase politica (1791-1792) il centro moderato (sostenuto dalla destra) è quello in maggioranza.
Il centro moderato è rappresentato da due partiti: i foglianti e i girondini. Il club dei girondini (o brissottini) sorge nel 1791 e riunisce i deputati all’Assemblea legislativa del dipartimento della Gironda: sono notabili (alta e media borghesia) d’idee liberali e con un forte senso della legalità, favorevoli ad un ordinamento politico decentrato e contrari al dirigismo economico. Molti foglianti e girondini venivano da altri due partiti che rappresentano la sinistra: i cordiglieri (in minoranza) e i giacobini (come Robespierre). Il partito giacobino è democratico e repubblicano, vuole uccidere il Re ed è formato dalla media e piccola borghesia, cerca l’intervento del popolo.
La Francia entra in guerra. La fine della monarchia
La Francia il 20 aprile 1792 dichiara guerra alla Prussia e all’Austria. La morte di Ludovico II e l’ascesa al trono di suo figlio Francesco II, che voleva restaurare l’Ancien Regime francese, era un valido pretesto per risollevare la francia. Da una parte Luigi XVI vedeva nella vittoria dell’Austria un modo per riprendere le redini del potere mentre per i moderati vincere era un modo per rafforzare il potere centrale e preservare l’ordine interno. Le prime sconfitte subite dall’esercito francese, che era in un grave stato di disorganizzazione, diffusero grandi malumori fra le truppe e in seno alla popolazione. La tensione esplose il 10 agosto 1792 quando il popolo assaltò il palazzo di Tuileries e costrinse Luigi XVI a rifugiarsi presso l’Assemblea legislativa. Un comitato di rivoluzionari proclamò la nascita di un Comune insurrezionale e proposero la convocazione di una nuova assemblea Convenzione Nazionale” eletta da tutti i cittadini attivi e passivi e che lo stato da monarchico si mutasse in repubblicano.
La Convenzione Nazionale
Mentre i prussiani avevano attraversato la frontiera di Parigi, il Comune insurrezionale mobilitò il proletariato per salvare la patria e la rivoluzione dai suoi nemici. A questa forza popolare si dà il nome di Sanculotti. Furono loro ad imporre all’Assemblea Legislativa l’arresto del re, le elezioni a suffragio universale e l’assalto alle prigioni.
Il 20 settembre 1792, mentre alla Legislativa succedeva la Convenzione, i francesi riportarono una vittoria sui prussiani a Valmy.
Politicamente i deputati erano suddivisi in tre partiti:
– la Palude (o pianura): è il gruppo più numeroso, sono moderati e conservatori, opportunisti e appoggiano la gironda;
– la Gironda: è il gruppo di cui fa parte la grande borghesia, sono liberali e moderati, legalitari e contro i movimenti di piazza;
– la Montagna: è il gruppo formato da giacobini e cordiglieri, sono repubblicani contro il liberismo economico, egualitari e ne fa parte la piccola borghesia e il proletariato.
Dichiarata caduta la monarchia e scoperti alcuni documenti che attestavano contatti segreti tra Luigi XVI e le potenze nemiche, l’Assemblea decise di trasformarsi in Tribunale per giudicare il re. Luigi XVI venne riconosciuto colpevole di tradimento e condannato a morte. Il 21 gennaio 1793 la testa del re cadeva sotto la ghigliottina. Intanto gli eserciti francesi passarono di successo in successo: furono occupate la Savoia, Nizza, possessi del re di Sardegna, furono tolte le Fiandre Meridionali all’Austria e invasi i territori renani. I girondini propugnarono l’estensione della guerra e appoggiati dalla Convenzione ruppero i rapporti con: Inghilterra, Olanda, Spagna e vari Stati italiani. Si ebbe così la prima coalizione contro la Francia nel febbraio-marzo 1793 a cui aderirono tutti gli stati, tranne Danimarca, Svezia, Russia, Venezia e Toscana. Le forze francesi subirono sconfitte nella primavera del 1793. I girondini non seppero poi fare mano forte sui generali. La Convenzione decise quindi di arruolare molti uomini nell’esercito con la leva obbligatoria. Però ci furono ribellioni violente, come quella accaduta in Vandea in cui contadini, aristocratici e clero refrattario si unirono «per Dio e per il re» contro la repubblica. A questi problemi, si aggiungevano quelli economici: i prezzi continuavano a salire e il cibo scarseggiava. Lo Stato decide quindi di intervenire nell’economia per calmare i prezzi con il decreto maximum.. Inoltre venne istituito il comitato di salute pubblica, uno sorta di governo provvisorio formato da nove membri che di fatto concentrava in se ogni potere. La reazione dei moderati fu repentina: il 2 giugno 1793 una folla composta in gran parte da sanculotti irrompè nell’aula della Convenzione e arrestò i capi girondini, Eliminata la Gironda, presero quindi il potere i giacobini guadagnando l’appoggio popolare con un programma di riforme di chiara impronta democratica ma anche esercitando il potere in forma sostanzialmente dispotica. Le terre confiscate ai nobili furono ridistribuite tra i contadini in piccoli appezzamenti, lo stato assunse il controllo della produzione e stabilì pene severissime per l’accaparramento del grano e la speculazione finanziaria. Inoltre la Convezione approvò una nuova Costituzione il 25 giugno 1793. Questa Costituzione è ultrademocratica ed ugualitaria perché scavalca il liberismo e mette lo Stato sopra di tutto. Lo stato garantisce i diritti d’ogni uomo, la sanità, l’istruzione. Il potere politico era affidato ad un’Assemblea eletta a suffragio universale di tutti i cittadini. Sul piano militare furono inflitte numerose sconfitte agli austriaci, ai spagnoli, ai piemontesi e agli inglesi che vennero ricacciati al di là dei confini. Il regime affrontò le rivolte interne con spietati metodi repressivi e con l’approvazione di una legge sui sospetti che attribuiva ampissimi poteri discrezionali al comitato di salute pubblica. Questo periodo è chiamato dagli storici Terrore: si abbattè contro tutti i nemici veri o presunti della rivoluzione e migliaia furono le condanne a morte. La borghesia ben presto manifestò il desiderio di tornare alla normalità mentre le masse popolari erano favorevoli alle misure adottate. I due schieramenti erano rappresentati rispettivamente dalla corrente estremista degli arrabbiati, a cui si affiancavano cordiglieri radicali e dal fronte moderato degli indulgenti”. Premuto da entrambi i lati il Comitato di Salute pubblica decise inizialmente di appoggiarsi agli indulgenti per soffocare le rivendicazioni degli Arrabbiati. L’eliminazione delle due fazioni che premevano sul gruppo dirigente rivoluzionario non frenò la montante opposizione contro Robespierre e la dittatura giacobina che ormai non aveva più ragione d’essere. Il 27 luglio 1794 (9 termidoro) le forze moderate attuarono un colpo di stato che portò al rovesciamento del governo ormai privo di appoggio popolare. Il 27 luglio Robespierre e i suoi alleati sono arrestati, temporaneamente liberati e il 28 luglio vengono ghigliottinati senza processo e senza insurrezione popolare. I giacobini furono allontanati da tutte le cariche governative e divennero oggetto di persecuzione insieme ai sanculotti che furono sommersi dal terrore bianco”. Il nuovo gruppo dirigente dei termidori rivoluziono le riforme di Robespierre. La convenzione rimase in carica fino alla stesura di una nuova Costituzione e sino alle nuove elezioni politiche, ma furono chiusi tutti i club. . vennero riaperte molte chiese e uscì di prigione buona parte dei preti refrattari. Lo smantellamento degli apparati e delle misure che regolavano l’economia provocò da una parte una ventata di ottimismo, dall’altra provocò un’allarmante impennata dell’inflazione. Questo fece si che la popolazione insorse, ma su sedata” dall’intervento dell’esercito comandato da Napoleone Bonaparte. La Costituzione del 1795 precisò la distinzione tra:
– potere legislativo, affidato a due Camere, di cui l’una, detta Consiglio dei 500, doveva proporre le leggi, e l’altra, detta Consiglio degli Anziani, doveva approvarle o respingerle;
– potere esecutivo, costituito da un Direttorio di 5 membri, scelti dagli Anziani su una lista proposta dai 500. Si ha quindi un accentramento del potere nelle mani del Direttorio, e un allontanamento dalla democrazia.
Sul fronte bellico le pesanti vittorie che la Francia aveva inferto ai propri avversari pose le basi per alcune paci e per la sospensione dell’atto bellico con alcune nazioni.
Audio Lezioni di Storia moderna e contemporanea del prof. Gaudio
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