Emile, o dell’educazione di Jean-Jacques Rousseau
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1 Dicembre 2022Il ministro Giuseppe Valditara ha illustrato le linee programmatiche del ministero dell’istruzione e del merito, da lui presieduto.
Apprendimento e competenza sono state parole ricorrenti, impropriamente utilizzate. E’ noto, infatti, che il significato di una parola varia al variare del contesto di riferimento. E’ stato trascurato che la finalità della scuola diverge da quella universitaria, diversità sancita nel 2020 con la soppressione del Miur, sostituito da due ministeri con mansioni differenti. Nella scuola la conoscenza è strumentale, è la palestra in cui si affinano le potenzialità dei giovani; nelle università, invece, è il traguardo formativo.
Le locuzioni utilizzate dal ministro evidenziano tale confusione terminologica: “Apprendimento del sapere” e “Apprendimento delle discipline” configgono con il dettato della legge 53/2003 che conferisce alle scuole sia il mandato formativo, sia quello educativo. Eccone il testo: “È promosso l’apprendimento … e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro”.
La preposizione “attraverso” è dirimente.
Si ricorda infine che un lessico univoco e condiviso è la chiave di volta per il trattamento della spinosa questione degli abbandoni, posta in rilievo dal ministro Valditara [in rete: “All’origine della dispersione scolastica”].