Testo della poesia:
Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
su l’alta scala che s’annera
contro il fusto che s’inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!
Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocano con l’aura che si perde,
e su ’l grano che non è biondo ancóra
e non è verde,
e su ’l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.
Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!
Io ti dirò verso quali reami
d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l’ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s’incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l’anima le possa amare
d’amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!
La poesia è una ode alla sera e celebra il momento del tramonto e l’avvento della notte con immagini delicate e suggestive. La sera viene personificata, diventa un’entità che porta con sé una pace desiderata e un senso di mistero. È descritta con immagini ricche e sensuali: il viso di perla, gli occhi umidi e le vesti aulenti rimandano a un quadro quasi sacrale. La sera è accolta come una divinità che diffonde la sua pace e il suo incanto sulla campagna e sugli elementi naturali.
La poesia si articola in strofe lunghe, in cui D’Annunzio intreccia descrizioni naturalistiche con riflessioni liriche e simboliche. Il paesaggio descritto è quello della campagna toscana, con i suoi gelsi, olivi e grano. La sera scende delicatamente su questo mondo naturale, portando con sé il fruscìo delle foglie, il gelo notturno e la promessa di pace.
La poesia è ricca di figure retoriche, che ne esaltano la musicalità e la raffinatezza:
La sera, in questa poesia, simboleggia non solo il passaggio dal giorno alla notte, ma anche un momento di raccoglimento e di meditazione. È un simbolo di fine, ma anche di attesa di qualcosa di più grande, come indicano le “prime stelle” che palpitano alla fine della poesia. D’Annunzio esprime anche una forma di amorosa adesione alla natura, che sembra portare con sé una bellezza divina, un silenzio carico di significato.
“La Sera Fiesolana” è un esempio perfetto dello stile decadente di D’Annunzio, che esprime la sua poetica attraverso una fusione intima con la natura e il paesaggio, piena di suggestioni sensuali e spirituali. La sera diventa così un simbolo di quiete e riflessione, capace di ispirare amore e bellezza eterna.