La stretta autoritaria di fine ottocento
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16 Giugno 2023La famiglia Medici era la più potente nella cittadina di Firenze, leader del grande Banco Medici, uno dei più importanti dell’epoca in Europa, e attraverso alleanze matrimoniali strategiche, si unirono a molte delle famiglie reali d’Europa.
Famiglia Medici: le origini e i motivi di una ascesa
Un nome sinonimo del Rinascimento italiano, la famiglia Medici è nata da umili origini per governare Firenze, sponsorizzare artisti e dominare la cultura fiorentina per quasi 300 anni.
Il loro contributo alla politici di Firenze fu importante, ma altrettanto rilevante è il mecenatismo con il quale finanziarono alcuni dei più grandi artisti del Rinascimento, tra cui Sandro Botticelli e Michelangelo.
Il potere di Firenze dipendeva dal commercio, soprattutto della lana, e dalle banche. Quelle famiglie che gestivano queste fonti di capitale giocavano un ruolo importante nel governo della città. Mentre la nobiltà e le famiglie aristocratiche continuavano a generare prestigio e influenza come altrove in Europa, la ricchezza e l’importanza dei borghesi per la prosperità della città li portò ad avere un peso sempre importante nel governo. L’ascesa dei Medici è in parte spiegata dal loro coinvolgimento negli affari civili, in particolare nelle corporazioni delle arti e dei mestieri, molto influenti.
La fama e la preminenza di cui godevano i Medici fu in gran parte il risultato di antenati ambiziosi e operosi. Originari del contado a nord di Firenze, i primi Medici lasciarono il loro nativo Mugello intorno al 1200 d.C. per trasferirsi a Firenze. Come molte famiglie, i Medici iniziarono a guadagnarsi da vivere come mercanti, ma le banche diventassero un’importante fonte di guadagno per i Medici nel XIII secolo.
Ardingo de’ Medici divenne priore, o capo, della corporazione dei mercanti fiorentini negli anni Ottanta del Duecento. La sua ascesa a una posizione così importante presagiva l’elevazione di altri Medici al consiglio dei priori, e al governo di Firenze, la Signoria, nei secoli successivi.
La Signoria, composta da nobili, borghesi importanti e intellettuali, era l’oligarchia che governava di fatto la repubblica fiorentina.
L’influenza politica dei Medici crebbe ancora di più grazie al loro acume finanziario come banchieri. Originariamente nelle mani dei cugini romani, il Banco Medici arrivò a Firenze grazie a Giovanni di Bicci de’ Medici.
Fondata nel 1397, la Banca Medici si espanse rapidamente e aprì filiali perfino in Inghilterra. Col tempo il Banco Medici divenne il principale finanziatore del papato.
Con una pronta fonte di capitale, i Medici furono in grado di rivolgersi a nuovi settori mercantili, come il commercio di spezie, gioielli, seta e frutta. Inoltre, il loro potere finanziario sempre crescente ha aperto nuove opportunità nel governo della città.
L’inizio del XV secolo vide l’avanzata dei Medici nei ranghi più alti del governo fiorentino.
Giovanni de Medici, detto Bicci
Capostipite delle fortune familiari fu Giovanni di Bicci de Medici (1360-1429). Sotto la sua guida fiorì la banca di famiglia e ben presto Bicci divenne l’uomo più ricco di Firenze.
Bicci fece una proposta che diede poi l’impronta alla politica della sua famiglia, cioè fece votare un aumento delle tasse delle famiglie più ricche, compresa la sua, a favore delle fasce più basse della popolazione, e delle loro necessità.
Cosimo de’ Medici
Gli succedette alla guida del banco il figlio Cosimo (1389-1464), detto Cosimo il Vecchio. Sebbene nominalmente un comune cittadino fiorentino, Cosimo manipolò abilmente le istituzioni politiche di Firenze a vantaggio della sua famiglia, usando la sua ricchezza e i suoi legami per riempire gli organi governativi di sostenitori dei Medici, fino a quando fu di fatto signore di Firenze.
Infatti, prima della metà del secolo, i Medici iniziarono a distanziare i loro principali rivali politici, gli Albizzi, e sotto Cosimo de ‘Medici l’ascesa dei Medici fu assicurata, anche se Cosimo non ottenne il potere così facilmente, e fu perfino esiliato per un anno.
Spieghiamo meglio. Il suo principale rivale, infatti, Rinaldo degli Albizzi, riempì un consiglio con i suoi sostenitori nel tentativo di incolpare Cosimo per la guerra con la città di Lucca, una campagna militare che si era rivelata costosa.
Anche se gli alleati di Rinaldo non furono in grado di far votare l’esecuzione capitale di Cosimo, riuscirono però a esiliarlo a Venezia nel 1433. Si trattò però di una vittoria effimera, e presto il capo dei Medici tornò a Firenze in forze.
Facendo affidamento sui proventi della banca di famiglia, sui sostenitori politici e sulla sua popolarità presso la popolazione, Cosimo poté tornare un anno dopo e le speranze di dominio degli Albizzi furono infrante.
Come principale cittadino di Firenze, Cosimo de ‘Medici fu in grado di promuovere gli interessi della sua famiglia mentre serviva la sua città. Per 30 anni gestì saggiamente gli affari di stato.
Astuto politico, Cosimo tendeva a sostenere i progetti con i suoi fondi, e ad agire non direttamente, ma attraverso i suoi supporter, tattiche che minimizzavano la sua importanza e davano poco spazio ai rivali per attaccarlo.
Tuttavia, trasse pieno vantaggio da quegli eventi che avrebbero consolidato la sua popolarità. Il suo ruolo nella Pace di Lodi del 1454, un trattato tra Venezia e Milano che portò la pace in Italia, è un esempio di quella saggezza politica.
Lorenzo de’ Medici
Gli succedette il figlio Piero (1416-1469), per poco tempo, ma fu il figlio di Piero Lorenzo (1449-1492), detto Lorenzo il Magnifico, a presiedere l’età d’oro dei Medici e, per estensione, l’età d’oro di Firenze.
Dopo la parentesi un po’ modesta di Piero de’ Medici, suo figlio Lorenzo de’ Medici, noto come “Lorenzo il Magnifico”, che governò Firenze dal 1469 al 1492, fu un leader capace come suo nonno Cosimo, un po’ meno abile come amministratore di capitali. Il suo stile di governo era simile a quello di Cosimo.
Infatti, come Cosimo, riuscì a egemonizzare il consiglio civico. Cosa importante per il futuro della casata dei Medici, Lorenzo sposò un’importante e consolidata famiglia nobile, gli Orsini, che diedero alla ricchezza e all’influenza politica dei Medici il sostegno del sangue nobile.
Lorenzo si è guadagnato il suo soprannome spendendo generosamente in progetti artistici e architettonici per abbellire Firenze e in splendide feste pubbliche per intrattenere i suoi cittadini. Come suo padre e suo nonno, mantenne il controllo di Firenze assicurandosi che i suoi sostenitori fossero nominati in posizioni chiave nel governo, in modo che rimanesse tecnicamente un comune cittadino pur vivendo come un principe.
Nel 1478 sopravvisse a un tentativo di omicidio da parte dei Pazzi, una famiglia di banchieri rivali sostenuta dal papa, papa Sisto IV. Lorenzo fu aggredito mentre assisteva alle funzioni religiose presso il duomo di Firenze. Suo fratello Giovanni fu ucciso, ma Lorenzo riportò solo lievi ferite. I cospiratori furono braccati e giustiziati per vendetta; il noto artista Sandro Botticelli commemorò le esecuzioni in una serie di affreschi. Seguì una guerra con Sisto, in cui Lorenzo chiese aiuto ai francesi e alla fine pose fine alla guerra con una visita personale al principale alleato del papa, Ferrante di Napoli.
Successivamente, la posizione di Lorenzo si consolidò e divenne una figura di grande influenza sugli stati italiani, mantenendo una rete di alleanze formali e relazioni personali amichevoli, che contribuirono a mantenere la pace nella penisola italiana.
Anche i rapporti di Lorenzo al di fuori della famiglia erano importanti, poiché attraverso la sua diplomazia riuscì a proteggere Firenze dai suoi nemici, ad ottenere nuovi alleati e ad aumentare la sicurezza della propria posizione.
Il suo successo come diplomatico e politico permise a Lorenzo di consolidare i suoi legami con il papato, che per molti anni aveva fatto affidamento sul Banco dei Medici. Giovanni, figlio di Lorenzo, divenne cardinale e poi papa, con il nome di Leone X.
Michelangelo, che, giovanissimo, aveva trovato un mecenate in Lorenzo, ne trovò poi uno in papa Leone, sotto il cui patrocinio iniziò i lavori alla Cappella Medici.
Mecenatismo dei Medici
Anche se conosciuti anzitutto per la loro incredibile ascesa nella politica fiorentina, i Medici sono altrettanto noti come mecenati delle arti.
Il patrocinio di artisti e intellettuali non era solo normale, ma vitale, perché senza di esso la maggior parte degli artisti non riusciva a trovare lavoro e quindi aveva difficoltà a mantenersi. Se da una parte il mecenatismo diede agli artisti un sostentamento, moltiplicò il prestigio del mecenate.
Le opere d’arte, soprattutto quelle esposte al pubblico, diedero infatti fama sia all’artista che al mecenate. Il denaro dei Medici sostenne alcuni dei più brillanti luminari dell’arte rinascimentale, come Donatello, famoso per la sua statua in bronzo del David, e Michelangelo, che lavorò per i Medici durante gran parte della sua carriera.
Michelangelo aveva persino frequentato un’accademia d’arte istituita da Lorenzo nei giardini medicei vicino a Piazza San Marco, l’Accademia neoplatonica di Marsilio Ficino.
Cosimo e Lorenzo hanno entrambi patrocinato artisti e studiosi umanisti. Donatello e Michelozzo di Bartolommeo, l’architetto di Palazzo Medici-Riccardi (uno dei palazzi medicei).
Donatello e Michelozzo trovarono entrambi in Cosimo un mecenate entusiasta.
Lorenzo, inoltre, era lui stesso un poeta colto e dedito a sponsorizzare attività culturali.
Fu Lorenzo a dare a Michelangelo l’accesso alla statuaria classica nel suo giardino. Anche gli umanisti beneficiarono dei Medici.
Sia Cosimo che Lorenzo hanno aiutato gli studiosi a localizzare e acquisire manoscritti antichi e medievali.
La scuola platonica sotto Marsilio Ficino, una biblioteca al monastero di San Marco e la produzione di manoscritti erano tutti progetti sponsorizzati dai Medici.
I contributi dei Medici alla cultura e alla storia del Rinascimento sono difficili da ignorare.
Firenze ospitò molte figure del Rinascimento, uomini come Michelangelo, Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli, il tutto mentre la città era sotto l’amministrazione dei Medici.
Il contributo dei Medici al Rinascimento
Nonostante Firenze fosse una repubblica, i Medici erano così potenti da governare sostanzialmente la città, rappresentandola anche diplomaticamente.
L’ascesa della famiglia da oscuri contadini a casata di spicco in Europa evidenzia alcuni aspetti di quello che gli studiosi sono giunti a definire il “Rinascimento”.
Ad esempio, i pensatori del Rinascimento credevano che l’uomo avesse il potenziale per cambiare la sua condizione e migliorare la sua vita attraverso l’istruzione e l’impegno.
Spesso riflessa nell’arte e nella scrittura del Rinascimento è l’idea che individui istruiti e letterati fossero maggiormente in grado di servire e migliorare la società.
Insomma, i Medici usarono i loro talenti non solo per ottenere potere e prestigio per se stessi, ma usarono anche la loro influenza per migliorare la qualità della vita di coloro che erano sotto la loro responsabilità, per sponsorizzare iniziative culturali e per mantenere Firenze libera dalla dominazione straniera.
Dalle loro radici di contadini e mercanti relativamente umili, i Medici alla fine produssero due papi (Leone X e Clemente VII) e una regina di Francia, Caterina de’ Medici, per non parlare di statisti umanisti come Lorenzo.
In molti modi, le realizzazioni dei Medici servono come primi esempi di ideali rinascimentali. Definire il Rinascimento è sempre difficile in quanto ha significato cose diverse in tempi e luoghi diversi; i Medici colmarono queste differenze nella loro lunga permanenza come personaggi pubblici, nella loro importanza per la storia dell’arte e nel loro intimo coinvolgimento negli affari di stato.
Sfortunatamente, Lorenzo trascurò però la gestione della banca di famiglia, che subì enormi perdite verso la fine della sua vita. Le spese sontuose di Lorenzo e la concorrenza delle banche rivali più dinamiche indebolirono la fortuna della famiglia, ma l’influenza e la reputazione della famiglia rimasero quasi intatte.
Il figlio di Lorenzo, Piero (1472-1503), detto il Fatuo, gli succedette come signore riconosciuto di Firenze, ma non si dimostrò popolare quanto lo era stato suo padre. Quando Carlo VIII di Francia invase l’Italia nel 1494, Piero inizialmente gli negò il passaggio attraverso il territorio fiorentino, ma mentre l’esercito di Carlo si avvicinava alla città, Piero fu preso dal panico. Andò al campo francese e cedette Firenze a Carlo senza combattere. Già disillusi su Piero e indignati per le sue concessioni ai francesi, i fiorentini si ribellarono. Una fazione guidata da frate Girolamo Savonarola cacciò i Medici dalla città e la dichiarò repubblica. I Medici non sarebbero tornati fino alla caduta della successiva repubblica, di cui Machiavelli era segretario, nel 1512.
I Medici salirono al potere attraverso la loro immensa ricchezza, e la loro abilità nell’organizzare alleanze piuttosto che attraverso la conquista militare, rendendoli unici tra i principi italiani del loro tempo. I Medici produssero anche due papi, Leone X e Clemente VII, che concentrarono le loro attenzione proprio sul potere e dell’influenza della famiglia.
Infine, i Medici sposarono sistematicamente quasi tutte le grandi famiglie reali d’Europa. Ad esempio la nipote di Lorenzo il Magnifico Caterina de Medici (1519-1589) divenne regina madre di Francia, sposando Enrico II, e Maria sposo Enrico IV, altro re di Francia.
Audio Lezioni di Storia medievale del prof. Gaudio
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