Somnium Scipionis. Capitoli 28 e 29 del libro VI del De re publica di Cicerone
28 Dicembre 2019La sera fiesolana di D’Annunzio
28 Dicembre 2019La svolta nicciana (o, se preferite, “nietzschiana”) di Gabriele D’Annunzio si riferisce all’influenza che il pensiero di Friedrich Nietzsche esercitò sul poeta, specialmente a partire dagli anni ’90 dell’Ottocento.
Tale svolta rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione intellettuale e poetica di D’Annunzio, segnando il passaggio da una concezione estetizzante e decadentista della vita e dell’arte verso una visione più complessa e moderna, ispirata dai concetti nietzschiani di superuomo, volontà di potenza e eterno ritorno.
Antefatti e contesto
Prima di incontrare le opere di Nietzsche, D’Annunzio era già noto per il suo estetismo e per l’enfasi sulla bellezza sensuale e sulla celebrazione della vita in tutte le sue forme, temi centrali nel decadentismo europeo. Tuttavia, con l’introduzione del pensiero nietzschiano, il poeta trovò un nuovo quadro filosofico che rafforzava e trasformava la sua visione del mondo, spingendolo a sviluppare una concezione più eroica e volitiva dell’esistenza.
Nel contesto fin de siècle, il pensiero di Nietzsche – con il suo rifiuto della morale tradizionale, della religione e del concetto cristiano di compassione – trovò un’eco profonda in D’Annunzio, che ne assorbì i concetti fondamentali e li rielaborò nei suoi scritti poetici e narrativi.
Influenza di Nietzsche
- Il Superuomo (Übermensch): Il concetto del superuomo nietzschiano è forse l’influenza più evidente e significativa sulla poetica dannunziana. Nietzsche descrive il superuomo come colui che supera i limiti dell’uomo comune, creando i propri valori e vivendo al di là del bene e del male. D’Annunzio adotta e rielabora questa figura, enfatizzando il culto dell’individuo superiore, dotato di forza di volontà, energia creatrice e libertà dai vincoli della morale comune.Il superuomo dannunziano è un eroe estetico ed esistenziale, che si pone al di sopra della massa, capace di plasmare il proprio destino attraverso la volontà e l’azione. Questo tema è centrale in opere come Il trionfo della morte (1894), Le vergini delle rocce (1895), e Il fuoco (1900). In questi romanzi, i protagonisti cercano di incarnare questo ideale di potenza e autonomia, aspirando a una vita intensa, libera da restrizioni morali e sociali.
- Volontà di potenza (Wille zur Macht): Un altro tema chiave che D’Annunzio riprende da Nietzsche è quello della volontà di potenza, ovvero la spinta fondamentale alla vita, che si manifesta non come mero desiderio di sopravvivenza, ma come affermazione creativa e trascendente della propria individualità. La volontà di potenza diventa in D’Annunzio una forza che permette all’individuo di domare il destino e di vivere la vita in modo grandioso e pieno, esaltando le proprie capacità artistiche, fisiche e mentali.Questa tematica è sviluppata in particolar modo nel personaggio di Claudio Cantelmo nel romanzo Le vergini delle rocce, dove il protagonista vede se stesso come un sovrano spirituale e politico destinato a guidare un’Italia rigenerata e potente, incarnando così l’ideale nietzschiano di una volontà che crea nuovi valori e nuove possibilità di esistenza.
- L’eterno ritorno (Ewige Wiederkunft): Il concetto dell’eterno ritorno, secondo cui tutto ciò che esiste è destinato a ripetersi all’infinito, rappresenta per Nietzsche una delle prove più dure per il superuomo, che deve essere capace di accettare la vita in tutti i suoi aspetti, compresi il dolore e il fallimento, con gioia e affermazione. D’Annunzio riprende questo tema come celebrazione del momento presente e della vita ciclica.Nell’opera poetica di D’Annunzio, in particolare in Alcyone (1903), questa concezione dell’eterno ritorno si traduce in un panteismo lirico in cui l’uomo e la natura sono legati in un ciclo eterno di nascita, morte e rinascita. Le immagini naturali diventano espressione di un dinamismo vitale che trascende la singola esistenza, e il poeta si abbandona alla forza ciclica della natura, cercando una fusione con essa.
- La trasvalutazione dei valori: Nietzsche proponeva una “trasvalutazione di tutti i valori”, ovvero il rifiuto della morale tradizionale e cristiana, basata sulla compassione, sull’umiltà e sul sacrificio, a favore di nuovi valori creati dall’individuo superiore. D’Annunzio abbraccia questa filosofia nelle sue opere, in cui i suoi personaggi spesso si distaccano dalle convenzioni morali e sociali per inseguire una vita estetica, eroica e intensa, basata sull’autoaffermazione e sulla realizzazione del proprio genio.Questo rifiuto della morale tradizionale è evidente anche nel modo in cui D’Annunzio concepisce la vita come opera d’arte: per il poeta, l’esistenza deve essere vissuta come un’opera estetica, nella quale l’individuo è libero di seguire il proprio istinto e la propria passione, al di là delle norme sociali e religiose.
Opere rappresentative della svolta nicciana
- Le vergini delle rocce (1895): In questo romanzo, D’Annunzio esplora il concetto del superuomo attraverso la figura di Claudio Cantelmo, un uomo che aspira a unire la propria esistenza a un destino più grande, immaginando di diventare un nuovo principe e rigeneratore dell’Italia.
- Il trionfo della morte (1894): L’opera affronta il tema della decadenza e del desiderio di riscatto attraverso la volontà di potenza, rappresentando l’angoscia esistenziale di un protagonista che tenta di superare i limiti della propria vita mortale.
- Alcyone (1903): La raccolta poetica più famosa di D’Annunzio, nella quale il poeta celebra la natura, il ciclo delle stagioni e l’armonia tra uomo e ambiente, in un’esperienza di fusione panteistica che richiama l’eterno ritorno di Nietzsche.
- Il fuoco (1900): Romanzo in cui D’Annunzio si autorappresenta come Stelio Effrena, un artista che incarna il superuomo nicciano, destinato a grandi imprese artistiche e politiche, in cui la volontà di potenza si esprime nella creazione estetica e nella conquista dei sensi.
La sera fiesolana è nicciana?
“La sera fiesolana” è una delle liriche più celebri di Gabriele D’Annunzio, inclusa nella raccolta Alcyone (1903), e riflette la profonda connessione tra l’uomo e la natura che caratterizza l’intera opera. Abbiamo anche scritto che la raccolta poetica Alcyone richiama l’eterno ritorno di Nietzsche.
Tuttavia, è una poesia che si concentra più sul panteismo e la fusione sensuale con la natura che sul concetto di superuomo o sugli aspetti più strettamente legati alla svolta nicciana di D’Annunzio.
Analisi della poesia
“La sera fiesolana” descrive una serata estiva nelle colline intorno a Fiesole, vicino Firenze, con un’enfasi sulla bellezza della natura e sulla serenità che essa infonde al poeta. Il tono della poesia è calmo, contemplativo, e si basa su una fusione tra il poeta e l’ambiente naturale che lo circonda. La descrizione dei colori, dei suoni e dei profumi crea una forte atmosfera sensoriale, tipica della poetica dannunziana di Alcyone.
Il tema della fusione con la natura è centrale in questa poesia, e l’ambiente fiesolano diventa il riflesso dell’animo del poeta, che si abbandona alla dolcezza del paesaggio. La sera, momento di transizione tra il giorno e la notte, è carica di suggestioni e offre al poeta un’esperienza di totale immersione nel mondo naturale, dove i sensi sono acuiti e l’io si dissolve nell’armonia circostante.
Aspetti nicciani nella poesia
Per quanto “La sera fiesolana” non tratti esplicitamente concetti centrali del pensiero di Nietzsche, come il superuomo o la volontà di potenza, ci sono alcuni elementi che possono essere interpretati alla luce della svolta nicciana di D’Annunzio:
- L’accettazione della vita e della natura: Nietzsche, nella sua filosofia, esalta l’idea di un’accettazione incondizionata della vita in tutti i suoi aspetti, inclusi quelli più dolorosi. In Alcyone, e in particolare in “La sera fiesolana”, D’Annunzio esprime un panteismo vitale che celebra la natura nella sua interezza, senza opporsi al suo ciclo eterno di vita, morte e rinascita. La pacifica accettazione del momento presente e l’immersione nell’armonia della natura potrebbero essere visti come un riflesso dell’amor fati nicciano, ovvero l’amore per il proprio destino e per la vita in ogni sua forma.
- Il senso del sacro nella natura: Nietzsche, pur rifiutando le religioni tradizionali, vede nel mondo naturale una sacralità legata all’esperienza della vita piena e vitale. Anche D’Annunzio, in “La sera fiesolana”, propone una visione della natura come spazio sacro, in cui il divino si manifesta attraverso la bellezza e la sensualità del mondo. Non c’è una divinità trascendente, ma una spiritualità immanente, che permea la natura stessa e rende ogni elemento del paesaggio una manifestazione del sacro.
- Il superamento dell’individuo nel tutto: In molti passi di Alcyone, e in “La sera fiesolana”, D’Annunzio esplora il tema della fusione dell’io con la natura, un concetto che risuona con l’idea nicciana di superamento dell’individuo. L’individuo, secondo Nietzsche, deve liberarsi dalle convenzioni e dai limiti imposti dalla società e dalle morali per vivere una vita piena e creativa. Anche se in questa poesia D’Annunzio non descrive un atto eroico o sovrumano, la dissoluzione del confine tra poeta e natura rappresenta una forma di superamento dell’io individuale in favore di una connessione più profonda con il mondo circostante.
Risposta alla domanda: “La sera fiesolana è nicciana?”
“La sera fiesolana” non può essere considerata direttamente “nicciana” nei temi fondamentali del superuomo o della volontà di potenza. Tuttavia, la sua celebrazione della fusione con la natura, della pienezza del momento presente, e della sacralità immanente della vita riflette alcuni aspetti del panteismo vitale che caratterizza la poetica dannunziana, influenzata anche dal pensiero di Nietzsche.
Più che una riflessione filosofica sulla potenza dell’individuo, la poesia è una celebrazione sensoriale della bellezza naturale e della serenità che essa infonde, in armonia con il ciclo naturale della vita. In questo senso, pur non essendo strettamente legata alla svolta nicciana, “La sera fiesolana” può essere letta come espressione di una visione panica della vita, in cui l’uomo si fonde con l’universo in un’esperienza di estasi naturale.
Conclusione
La svolta nicciana di Gabriele D’Annunzio segnò un punto di svolta nella sua visione filosofica e letteraria. Attraverso il confronto con Nietzsche, D’Annunzio sviluppò una poetica in cui l’individuo superiore, il superuomo, e la volontà di potenza divennero temi centrali, influenzando non solo la sua produzione letteraria, ma anche la sua visione della vita. Il poeta assorbì profondamente le idee di Nietzsche, facendole proprie e trasformandole in un’ideologia estetica ed esistenziale che celebrava l’individuo, la bellezza, l’azione eroica e la vita come opera d’arte.