Sebastian Salassi
27 Gennaio 2019Benito (Amilcare Andrea) Mussolini e il Fascismo
27 Gennaio 2019La formazione di Pascoli fu essenzialmente positivistica: tale matrice è ravvisabile nellossessiva precisione con cui, nei suoi versi, egli usa la nomenclatura ornitologica e botanica. Di impianto positivistico sono spesso le fonti da cui trae le osservazioni sulla vita degli uccelli, protagonisti di tanti suoi componimenti poetici (ad esempio I puffini dellAdriatico); così come da letture di testi di astronomia ispirati alle cognizioni scientifiche del tempo scaturiscono i temi astrali che occupano un posto rilevante nella sua poesia. Ma in Pascoli si riflette quella crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo, segnata dallesaurirsi del Positivismo e dall’affermarsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche. Anche in lui insorge una sfiducia nella scienza come strumento di conoscenza e di ordinamento del mondo: come per tanti della sua epoca che vivono la stessa crisi, anche per lui, al di là dei confini limitati raggiunti dall’indagine scientifica, si apre l’ignoto, il mistero, l’inconoscibile, verso cui l’anima si protende ansiosa, tesa a captare i messaggi enigmatici che ne provengono, non traducibili in nessun sistema logicamente codificato.
Il mondo, nella visione pascoliana, appare frantumato, disgregato. Le sue componenti si allineano sulla pagina come si offrono ad una percezione casuale, ad un’impressione momentanea, non si compongono mai in un disegno unitario e coerente, in obbedienza ai dettami della logica comune. Non esistono neppure gerarchie d’ordine fra gli oggetti: ciò che è piccolo si mescola a ciò che è grande, il minimo, apparentemente trascurabile particolare può essere ingigantito sino ad occupare tutto il quadro, e ciò che è grande può essere rimpicciolito, miniaturizzato.
Gli oggetti materiali hanno un rilievo fortissimo nella poesia pascoliana, ma ciò non significa affatto che vi sia in essa un’adesione di tipo veristico all’oggettività del dato: i particolari sensibili sono filtrati attraverso la visione soggettiva del poeta e in tal modo si caricano di valenze allusive e simboliche e rimandano sempre a qualcosa che è al di là di essi. La visione del mondo pascoliana si colloca a buon diritto entro le coordinate della cultura decadente e presenta cospicue affinità, al di là della difformità di tono, con la visione dannunziana.
Nicola Schiavone
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