dalla Metodologia per l’insegnamento del greco e del latino
di Giovanni Ghiselli
Lambiguità può riguardare una persona. Nerone.
Nerone si comportava da maschio eterosessuale con le amanti femmine, come la famigerata Sabina Poppea; probabilmente da maschio incestuoso e assassino con la madre, la non meno famigerata Agrippina; da omosessuale attivo con il giovinetto Sporo che sposò e pro uxore habuit, tenne come moglie; e da omosessuale passivo con il liberto Dorìforo, cui etiam, sicut ipsi Sporus, ita ipse denupsit, voces quoque et eiulatus vim patientium virginum imitatus[1] , al quale, come a lui stesso Sporo, si era dato in moglie, imitando anche i versi e i lamenti delle vergini sottoposte a violenza. Questo liberto per giunta ha un secondo nome: Tacito e Cassio Dione lo chiamano Pitagora.
Il ribelle Vindice parlò ai Galli dubitando che Nerone fosse un uomo: uno che si era maritato con Sporo e ammogliato con Pitagora: oJ Spovron gegamhkwv~, oJ Puqagovra/ gegamhmevno~”[2].
Budicca regina degli Iceni (Britanni del nord est) nel 61 d. C. si ribellò ai Romani e pregando la dea Andraste le chiese di aiutarla a sconfiggere quella gente governata da donne: prima da Messalina, poi da Agrippina e da Nerone che porta un nome da uomo ma in realtà è una donna (e{rgw/ de; gunhv ejsti): i segni di questa sua identità sessuale sono il fatto che canta, suona la cetra, e si imbelletta: shmei’on dev, a[/dei kai; kiqarivzei kai; kallwpivzetai”[3].
Dunque tale Domizia Neronia (Nerwni;~ hJ Domitiva, 62, 6, 5) non regni più sui Britanni che sono veri uomini e tengono tutto in comune, anche i bambini e le donne, né sulle Britanne che hanno lo stesso valore dei maschi, ma sugli effemminati Romani, gente che si lava con l’acqua calda, che si ciba di bevande preparate, che beve vino puro, che si cosparge di unguento profumato, che si corica mollemente, oltretutto con i ragazzini, che è schiava di un citaredo, per giunta malvagio.