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26 Agosto 2022Lontano, qualcuno..
26 Agosto 2022Luigi XIV dichiarò di voler governare senza un primo ministro: questo fece di lui un re assoluto. La sua volontà si manifestò subito e realizzò un governo assolutistico, abolì molti ministeri e così si attuò l’assolutismo monarchico, una forma dove tutto il potere si era concentrato nelle mani del monarca
Abbiamo già parlato delle guerre di religione e del re ugonotto Enrico IV che poi diventerà cattolico e ciò favorirà la sua ascesa al trono.
Enrico IV muore a causa di un fanatico nel 1610 lasciando un figlio troppo piccolo per poter governare ossia Luigi XIII. La moglie di Enrico IV (Maria de Medici) si troverà quindi a dover a svolgere la funzione di reggente a partire proprio dal 1610 (anno della morte di Enrico IV) per ben sei anni ossia fino al 1617 quando il giovane ragazzo raggiunse un’età adeguata per salire al trono in maniera effettiva.
Luigi XIII aveva come obbiettivo quello di rafforzare la monarchia e rinforzare lo stato, è quindi un re importante nel percorso che porterà all’assolutismo di Luigi XIV. Era troppo giovane e prese il potere a 15 anni aiutato da Richelieu che governò la Francia dal 1624 al 1642 ed aveva come obbiettivo l’allargamento dei poteri dell’amministrazione statale e dell’autorità del sovrano. Gli ugonotti, che erano stati decimati ma rappresentavano un’ostacolo così come erano degli ostacoli sia le correnti di nobili ostili alla monarchia e l’opposizione popolare verso le tasse imposte.
Richelieu di fronte a queste problematiche ebbe un’irrigidimento delle posizioni gallicane dove s’intende per gallicanesimo un’idea ed un concetto di chiesa francese legata strettamente col potere e quindi con il rè. Contro i nobili di spada iniziò a togliendo loro gli incarichi e li dette non a dei nobili togati ma bensì a degli intendenti che furono istituiti per governare le provincie e nacque una sorta di burocrazia che è fondamentale per chi come Richelieu vuole instaurare uno stato accentrato.
Richelieu preferisce quindi i borghesi anziché nobili in questi ruoli chiave e potevano svolgere sia mansioni giudiziarie che mansioni fiscali, in tal modo si andava a ridimensionare il potere. Richelieu aveva dato inoltre un impulso al commercio ed all’industria nazionali per limitare le importazioni e limitando l’ingresso in Francia di beni esteri. Riesce a limitare il potere dei nobili.
Cercò di combattere gli ugonotti soprattutto per eliminare le piazzeforti dove erano rintanati, si trattava in alcuni casi di signori abbastanza importanti e riesce a ridimensionare con una guerra nel 1628 dove espugna la piazzaforte più importante, ossia quella di La Rochelle. I calvinisti da quel momento continuano ad avere libertà religiosa ma non i privilegi.
Luigi XIV revocherà l’editto di Nantes che era un’editto sulla libertà religiosa cosa che non fecero Luigi XIII e Richelieu ma li ridimensionarono fortemente.
Alexander Dumas ed il figlio scrissero dei romanzi storici nella seconda metà dell’Ottocento ed in particolare una trilogia di romanzi di “Cappa e spada” i cui protagonisti erano i Tre moschettieri di Luigi XIII con D’Artagnan. Ovviamente sono ambientati in quest’epoca di Luigi XIII e del cardinale Richelieu.
Dopo la morte di LuigI XIII avvenuta nel 1643 la situazione che si presentò era analoga alla precedente: Anna d’Austria (Moglie di Luigi XIII) prese il potere al posto di Luigi XIV che era ancora un bambino di poco più di cinque anni. Assieme ad Anna d’Austria come uomo di fiducia venne chiamato l’esperto cardinale di politica francese Giulio Mazzarino ossia l’uomo che guidò alla vittoria nella guerra dei trent’anni. Malgrado questi successi ci sono parecchi malumori e difficoltà interne in Francia, il re è poco più che bambino
Nel 1648 vi è la crisi dinastica e come abbiamo già detto Anna d’Austria era poco amata in Francia in quanto faceva parte degli Asburgo e Mazzarino, invece, è pur sempre uno straniero. In questo contesto la nobiltà di spada e quella di toga sembra che possa riprendere potere che gli era stato tolto da Luigi XIII e Richelieu, il popolo è alla prese con una crisi economica e l’esempio della Spagna e dell’Inghilterra contagia molto la Francia.
Si vengono quindi a creare due Fronde, una prima Parlamentare (1648-1649) in cui il parlamento di Parigi si ribella in difesa degli interessi della borghesia. Il parlamento in Francia aveva come compito, non la limitazione del potere reale, ma l’approvazione di editti del re era come organo di giustizia. Il parlamento si ribella con la Fronda parlamentare e rifiuta di approvare un’atto di natura fiscale del re e così scoppia la rivolta. Mazzarino, il cardinale, e la corte devono fuggire da Parigi ma la nobiltà francese di toga non può seguire l’esempio radicale inglese mancando le premesse della rivoluzione inglese.
Una seconda fronda, due anni dopo, guidata dal principe di Condè che era sempre stato un condottiero molto leale tradisce la casata del re di Francia ed organizza la fronda dei Principi. L’organizzazione del principe di Condè coalizza gli scontenti e Mazzarino si dovrà rifugiare in Germania.
Queste due fronde furono degli episodi estemporanei e furono riassorbite, nel 1653 la corte tornò a Parigi.
Nel 1661 succedette a Mazzarino Luigi XIV che dichiarò di voler governare senza un primo ministro: questo fece di lui un re assoluto. La sua volontà si manifestò subito e realizzò un governo assolutistico, abolì molti ministeri e così si attuò l’assolutismo monarchico, una forma dove tutto il potere si era concentrato nelle mani del monarca. E’ assoluto, ossia sciolto da ogni limite ed esercita liberamente il potere diventando un modello di stato moderno. Luigi XIV fù spinto a ciò ricordando le fronde e la guerra civile.
La fronda fu un movimento della nobiltà che si opponeva alla politica di Mazzarino. Fronda viene dal nome “fionda”, arma usata per distruggere le finestre del cardinale.
Luigi XIV non vuole però lasciar spazio ad una ribellione, accresce il ruolo della borghesia e gli attribuisce incarichi pubblici ed accentua la sua subordinazione. Riduce il potere dei parlamenti togliendo loro il controllo sull’attività legislativa, evita di consultare i sudditi tramite gli stati generali che in precedenza avveniva di frequente e d’ora in poi sarà convocata molto di rado.
Il popolo rimane fedele al re, che è considerato in grado di curare le ferite della nazione. Il re Luigi XIV trova un aiuto in Jean Baptiste Colbert: vi era una sorta di burocrazia e di apparato amministrativo, costituito da uomini di fiducia, scelti dal re non tra la nobiltà, ma dalla classe della borghesia
Colbert ministro delle finanze dal 1661 al 1683, anno della sua morte. La sua politica era incentrata sul mercantilismo, sul commercio che tendeva anche al protezionismo cosa che avveniva già dai tempi di Richelieu per favorire i prodotti locali. Colbert dovette razionalizzare il fisco e colpendo gli evasori fiscali come i falsi nobili, ed ottenne sia il pareggio del bilancio ed il raddoppio delle entrate nelle casse dello stato. In uno stato assoluto ciò è importantissimo per finanziare tutti i progetti. Favorisce il commercio interno, elimina i dazi, unificò le misure e creare infrastrutture e fonda cinque compagnie di navigazione privilegiate, incentiva le esportazione tranne dei metalli preziosi che dovevano rimanere in Francia.
Un altro elemento di importanza vitale per il re fu l’unità religiosa in tutto lo Stato: si impose contro gli ugonotti ed i giansenisti e tutte quelle minoranze sociali che esprimesse-ro forme di dissenso verso di esso. Il 17 ottobre 1685 venne proclamato l’editto di Fontainbleau che revocò tutte le concessioni dell’editto di Nantes e tutte le libertà religiose già concesse in precedenza. Già comunque prima della revoca era cominciata una diaspora degli ugonotti al di fuori della Francia e questo provocò un grave danno economico in quanto la maggior parte di essi era della classe borghese ed erano la parte attiva del commercio. I giansenisti erano una corrente che si era staccata dal cattolicesimo e che venne considerata ereticale poiché considerava la necessità che l’uomo si dovesse comportare in modo impeccabile quindi predicavano il rigorismo morale (teoria agostiniana: la grazia necessaria per la salvezza e staccata dalle opere buone). Il primo segno fu la chiusura della chiesa di Port Royal. Luigi XIV così sollecitò il papa a emanare un bolla e nel 1713 la bolla Unigenitus diede il permesso al sovrano di disperderli. Oltre a ciò vi fu una rivendicazione di indipendenza della chiesa gallicana contro il papa a favore del re come capo della chiesa e nel 1682 il clero emanò la Dichiarazione dei Quattro Articoli con cui il sovrano era il capo della chiesa ma solo per un motivo economico infatti Luigi XIV ricevette una scomunica tra il 1683/84 per il suo atteggiamento intromissivo nella nomina dei vescovi e nella riscossione delle decime.
La politica estera di Luigi XIV fu volta a fortificare e perfezionare l’esercito e all’allargamento aggressivo dei suoi confini. Egli aveva sposato Maria Teresa, figlia di Filippo IV che quando morì lasciò due futuri eredi: Maria, figlia di primo letto, e Carlo II, figlio di secondo letto. Per far si che la moglie ottenesse il potere, ricorse ad un cavillo legale nella legge dei P.B. che ancora appartenevano alla Spagna che diceva che solo i figli di primo letto potevano avere il totale controllo del territorio. Iniziò così nel 1667 la guerra di Devoluzione che vedeva contrapposti Carlo II e Luigi XIV, che ottenne la neutralità di Carlo II Stuard pagandolo, che finì nel 1668 con la pace di Aquisgrana con cui la Francia ottenne alcune città delle Fiandre.
Nella sua politica di espansionismo Luigi XIV intraprese una guerra contro le province d’Olanda che si erano rese indipendenti di Guglielmo III d’Orange, che nel momento di crisi ricorse all’allagamento del territorio, non riportando un vittoria concreta: la Francia infatti ottenne alcuni territori della Franca Contea, una zona sul confine con l’attuale Germania. Anche in questa guerra in un primo tempo non intervennero l’Impero e la Gran Bretagna poiché erano stati entrambi pagati e l’impero stava combattendo contro i turchi, ma quando nel 1683 Leopoldo II strige la pace di Carlowitz e nel 1688 Guglielmo diventa re d’Inghilterra, questi formano la Lega militare di Augusta cambia totalmente la situazione. Luigi XIV rivendica alcuni territori liberi, in particolare Strasburgo come città di passaggio, per vecchi diritti feudali, così che occupa la città e ottiene un primo riconoscimento dall’Impero con la pace di Ratisbona del 1684, ma dopo la lega contesta questo ottenimento. Si giunge così alla pace di Riswick del 1697 che stabilisce che la Francia avrebbe dovuto lasciare alcuni dei territori che aveva ottenuto, in particolare l’Alsazia.
La questione spagnola però non era ancora conclusa perché Carlo II non aveva lasciato eredi e il suo trono era molto ambito soprattutto dalla Francia e dalI’impero che strinsero un accordo segreto per dividersi il territorio alla morte del sovrano spagnolo che però venne a sapere di questo accordo e decise di designare un successore che non fosse né l’uno né l’altro ma questi morì prima ancora di lui. Alla fine ne strinse uno con Luigi XIV in cui si era detto che il suo successore sarebbe stato un principe francese parente del sovrano. Nel 1701 con la morte di Carlo II si aprì la guerra per la successione per il tradimento francese nei confronti tedeschi e vennero a formarsi due schieramenti: Spagna e Francia vs Austria e Inghilterra. Successe che durante il conflitto morì Giuseppe d’Asburgo e gli successe il figlio Carlo VI che era il candidato per il trono iberico così con la pace di Utrecht del 1713 e quella di Rastad del 1714 l’Impero rinunciò ma ottenendo i P.B spagnoli, Milano e temporaneamente Napoli, la Sicilia e la Sardegna fu passata ai Savoia, mentre l’Inghilterra ottenne il diritto di Asiento.
Il 1715 è segnato dalla morte di Luigi XIV ma Filippo d’Orleans comunque si intromise nel 1733 nella dinastia di Sassonia per la successione del trono polacco che era rimasto senza eredi ed era richiesto anche dall’Austria. I due possibili candidati erano per la Francia Stanislao Lezinsky e Augusto III per l’Impero che vince la contesa con la pace di Vienna del 1735 però costretto a cedere Napoli e la Sicilia ai Borbone spagnoli e al candidato francese diventa duca di Lorena e gli ex duchi ottengono il ducato di Toscana.
La guerra più significativa per l’economia francese fu quella dei Sette Anni contro l’Inghilterra per le colonie nel Nord America, delle Indie e dell’Estremo Oriente che vinse il conflitto con la pace di Ubersburg del 1763 per i territori europei e la pace di Parigi per i territori d’oltre oceano.
La Francia intervenne anche nella guerra di successione austriaca alla morte di Carlo VI: da un lato vi erano la Prussia, che candidava Carlo Alberto di Baviera, con la Francia e la Spagna contro l’Austria di Maria Teresa, figlia di Carlo VI, con l’Inghilterra. Si giunse alla pace di Aquisgrana del 1748 in cui la Prussia teneva il territorio della Slesia, occupato in precedenza, i Borbone ottennero i ducati di Parma e Piacenza e il marito di Maria Teresa Francesco I fu nominato imperatore.